Cosa riapre dal 18 maggio in Lombardia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-17

Nella sola Milano, si parla di 2.200 negozi di abbigliamento riaperti, 700 di calzature, 2.900 parrucchieri, 4.800 bar e 3.400 ristoranti che torneranno a servire il pubblico

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In Lombardia riapre tutto subito. Fontana conferma l’obbligo di mascherina anche all’esterno. I ristoranti dovranno misurare la febbre ai clienti. Anche se la Lombardia è una delle tre regioni in cui il rischio di ripresa dell’epidemia di COVID-19 è meno basso, il governatore che  a inizio della settimana non era convinto di rimettere tutto in moto, visto che la questione sanitaria sembrava ancora lontana dall’essere risolta; a lavorato per convincere le altre regioni a uniformarsi tra loro il più possibile, che poi era anche ciò che voleva il governo.

Cosa riapre dal 18 maggio in Lombardia

E così, racconta oggi Repubblica, per i lombardi le differenze col resto d’Italia che riapre da domani saranno minime e verranno confermate oggi da una ordinanza regionale: obbligo di mascherina anche all’aperto e di misurazione della febbre per chi entra al ristorante, in fabbrica o in ufficio; musei che dovevano rimanere chiusi e poi invece ieri in serata è stata cambiata idea anche lì, si riapre. Restano sbarrati centri sportivi, piscine e palestre, per un’altra settimana almeno.

Il punto è che il bollettino appare ormai un rito stanco e tutta l’attenzione è rivolta alla riapertura e alle regole d’ingaggio per l’inizio della nuova settimana. Nella sola Milano, si parla di 2.200 negozi di abbigliamento riaperti, 700 di calzature, 2.900 parrucchieri, 4.800 bar e 3.400 ristoranti che torneranno a servire il pubblico. «Dopo tanta permanenza in casa verrà a tutti noi la voglia di andare al bar per un buon caffè o in una pizzeria a mangiare una pizza, comprarci un paio di jeans o andare dal parrucchiere», dice il sindaco Beppe Sala.

Toccherà affidarsi quindi al «principio di autoresponsabilità e autoprotezione dei lombardi», secondo il presidente del Consiglio, vista anche la non totale chiarezza delle norme sul distanziamento sociale nei vari esercizi commerciali. E infatti il balletto dei decreti e delle norme, con tutte le indicazioni sanitarie che dovranno essere prese nello specifico, è durato per tutto venerdì e così anche ieri fino in nottata.

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Cosa riapre dal 18 maggio regione per regione (La Repubblica, 17 maggio 2020)

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Le indicazioni di massima del Pirellone erano già pronte sin dal mattino, ma il dpcm di Giuseppe Conte veniva rimandato di ora in ora. «Se prima non vediamo quello, è difficile capire e poi spiegare se e cosa abbiamo in mente di diverso», era il ragionamento di Fontana. Quando poi aveva deciso di rompere gli indugi perché «la gente vuole sapere cosa può o non può fare», è cominciata la conferenza stampa del premier. «Occorre cautela ovunque, in particolare in Lombardia, ma non c’erano ragioni per vietare la riapertura», ha sottolineato Conte. «Sarà un importante passo in avanti verso la normalità — chiosa Fontana — e sono certo che i nostri cittadini sapranno agire responsabilmente e nel rispetto delle regole».

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