Cosa è il Natale?

Categorie: Opinioni

Il Natale è frenesia di doni, telefonate, grandi pranzi ma è anche una occasione per riflettere su sé stessi. La vigilia sono partito per raggiungere la famiglia già in vacanza da qualche giorno. Mi sono fermato a Viareggio per passare al cimitero a trovare i miei. Viareggio è la città dove ho vissuto tutta la mia fanciullezza ed ogni angolo mi fa rivivere ricordi. Era una bella giornata e non mi sono potuto esimere dal fare una bella passeggiata in cima al molo ad ammirare le onde frangersi contro gli scogli. L’unica nota stonata è che ho fatto tutta questa passeggiata (dalla stazione al molo) trascinando con me un trolley (l’ufficio bagagli di una volta alla stazione non esiste più, paura di attentati?) . Più che sentirmi vicino a un filosofo, omnia mea mecum porto, mi son sentito vicino a quello che probabilmente prova un clochard. Non essere libero nei movimenti, ma portare pesi più o meno inutili. Una metafora della nostra vita? Mentre ancora riflettevo su queste cose, ho preso il treno per la costa ligure. Salito sul treno, totalmente preso dallo spirito natalizio, ho augurato un Buon Natale alle persone sedute accanto a me. Forse infastidita dagli auguri, una signora di mezza età, particolarmengte acida, ha fatto partire un pippone sul fatto che non si deve augurare Buon Natale (offende gli atei e le persone di altre religioni) bensì un più politically correct Buone Feste Invernali. La religione è una cosa strettamente privata, non la si ostenta come fa Salvini, ma si deve essere discreti e rispettosi degli altri come sta giustamente facendo Papa Francesco.



Dopo aver mandato mentalmente al diavolo me stesso per essere eccessivamente educato e gentile (non si gettano le perle ai porci), ho incominciato a riflettere su cosa sia per me il Natale. Io credo che il Natale è essenzialmente un desiderio di speranza e di un nuovo inizio. La grande rivoluzione cristiana è la diversa concezione di tempo. Per i pagani il tempo era circolare. Si ripeteva sempre. Nietsche, neo pagano, avanzò l’ipotesi dell’eterno ritorno. Il Cristianesimo ha dato invece una direzione al tempo. Si va verso il Regno di Dio, quindi verso le magnifiche sorti progressive. Io credo che l’atto di Fede più grande che possa fare un Cristiano sia proprio quello di credere nel futuro. Credere che può migliorare il mondo, che i suoi atti, per quanto piccoli, stiano dando un contributo al “Popolo in Cammino”. Questo atto di Fede, dà senso ad ogni sua azione. E il simbolo di questa speranza è proprio il Bambinello. Da una grotta di un’oscura cittadina della Palestina può nascere la speranza. Questa idea di speranza “folle” per il futuro non è solo tipica dei Cristiani. Il movimento Comunista si basa sulla fede nel futuro e nell’ineluttabilità del progesso. Lo credono, a loro modo, anche gli scienziati convinti di poter capire sempre di più la Natura e l’Universo..Sono speranze differenti, ma sono sempre speranze Ecco dire Buon Natale è diffondere questa visione di speranza e, per questo, non può proprio offendere nessuno.



Questa visione di speranza ci porta naturalmente anche verso la carità. Dobbiamo contribuire a migliorare il mondo. E ci sono modi concreti per farlo, Dobbiamo ad esempio fare bene e “con entusiasmo” il nostro lavoro. Non dobbiamo trasferire agli altri i nostri malesseri e la nostra tristezza, ma cercare di trasferire allegria e felicità a chi ci circonda. Non aver paura di fare ciò che ci sembra giusto fare. Secondo me, si riesce ad essere caritatevoli quando si conosce l’altro. E’ la conoscenza dell’altro la molla che ci spinge a superare la nostra pigrizia, la nostra ignavia. Non si può far del male a una persona che conosci e a cui vuoi bene. Personalmente sono convinto che la carità si basi sulla conoscenza personale, ossia che solo quando si conosce l’altro, lo si possa aiutare. In questo concordo con Josemaría Escrivá de Balaguer, non si può fare carità o ancora di più, amare il prossimo, senza conoscerlo. Gesù non fa mai miracoli astratti (tipo levare la lebbra a tutti gli uomini del mondo) ma guarisce i singoli lebbrosi. La carità non è unidirezionale, ma un legame che unisce chi fa la carità con chi la riceve. Io sono molto dubbioso su chi fa carità in modo astratto. Temo che per queste persone, si possa usare le parole che Manzoni usò per il successore di Don Rodrigo che invece di stare a pranzo con Renzo e Lucia, servì loro il pranzo infatti “aveva quanta (umiltà) ne bisognava per mettersi al di sotto di quella buona gente, ma non per istar loro in pari ”. Varie volte mi vengono in mente le parole di San Paolo “E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova”. Possibile che ci siano persone che possano fare atti di carità “astratti” grandi e pomposi e che poi siano incapaci, nella vita di ogni giorno, di donare un po’ del loro tempo al prossimo che li circonda? Io credo che la carità cristiana abbia origine dalla folle speranza di poter cambiare il mondo e che quindi, proprio per questo, si deve manifestare in ogni momento della nostra vita verso il prossimo che ci circonda. Quindi , lasciatemi augurare BUON NATALE pieno di speranza per il futuro a tutti (alla faccia del politically correct)!

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