Opinioni

Cosa c’è dietro al no di Di Maio alla tassa sulle bibite zuccherate

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2019-09-23

Ieri Di Maio con un duro e perentorio post su Facebook, dal titolo “Fermi tutti”, ha sconfessato Giuseppe Conte che aveva appena dato il suo via libera alla tassa sulle bibite zuccherate, sulle merendine e sui voli aerei. Mi sono preoccupato. Essere d’accordo con Di Maio è sempre qualcosa che destabilizza e induce a riconsiderare […]

article-post

Ieri Di Maio con un duro e perentorio post su Facebook, dal titolo “Fermi tutti”, ha sconfessato Giuseppe Conte che aveva appena dato il suo via libera alla tassa sulle bibite zuccherate, sulle merendine e sui voli aerei. Mi sono preoccupato. Essere d’accordo con Di Maio è sempre qualcosa che destabilizza e induce a riconsiderare le proprie posizioni (in questo articolo ho argomentato la mia contrarietà alla tassa). Poi ci ho pensato bene e ho capito che per Di Maio si è trattata solo di una ghiotta occasione per ribadire che il leader nel governo è lui e non Conte. D’altronde l’enfasi sull’abbassare le tasse e non metterne di nuove (pura propaganda sia chiaro, la pressione fiscale è aumentata) ha portato fortuna a Salvini che ha cannibalizzato il M5S. Ora Di Maio mira a fare il Salvini nel nuovo governo (sia per temi sia per atteggiamento) per non rischiare di essere cannibalizzato anche dal PD e, contemporaneamente, cerca di ridimensionare le ambizioni di un Conte che si vuole emancipare dal ruolo di suo sottoposto.

Cerchiamo di argomentare. L’improvvisa avversione di Di Maio per la tassa sulle bibite zuccherate e le merendine è per lo meno sospetta. Un anno fa la deputata grillina Carla Ruocco presentò un emendamento alla Legge di Bilancio che prevedeva questa tassa e che fu approvata dalla Commissione Finanze della camera (ma poi non fu incorporata nella Legge di Bilancio, forse per la contrarietà di Salvini). Difficile pensare che la cosa fosse sfuggita a Di Maio, anzi impossibile. Lo sappiamo perché l’attuale ministro Fioramonti, che già l’aveva caldeggiata l’anno scorso, in un’intervista all’Huffington Post commentava con entusiasmo l’emendamento asserendo che Salvini se ne sarebbe fatta una ragione e che erano tutti d’accordo. In particolare ricordava che tutto era partito quando aveva proposto l’idea, mesi prima, a Di Maio e a Bussetti (Lega):

“Qualche mese fa ho proposto a Di Maio e al ministro Bussetti un’eventuale tassa di scopo sulle bevande. Io l’ho scoperta in Sud Africa, dove ho insegnato per 17 anni, ma c’è in tanti altri Paesi come Francia, Ungheria, Irlanda, Messico.”

Inoltre solo il 5 luglio scorso, in un evento organizzato da Coldiretti, lo stesso Di Maio propose qualcosa di molto più radicale di una semplice sugar tax, arrivando addirittura a ventilare il divieto di erogare Coca Cola e merendine nei distributori delle scuole:

“È assurdo che un bambino abbia nel corridoio un distributore di Coca Cola e merendine. Mettiamo un bel distributore di spremuta d’arancia.”

giornale governo conte comunisti - 1

 

Tra l’altro Di Maio dimostra di non sapere che, anche se preferibile per altri aspetti, un succo di arancia ha un contenuto di zuccheri e calorie sovrapponibili alla Coca Cola.  Ricapitolando: Fioramonti ne parla direttamente a Di Maio nel 2018 (e lui muto). Il M5S presenta un emendamento alla Legge di Bilancio dello scorso anno che viene approvato dalla Commissione Finanza della Camera (e lui muto). Fioramonti ne ricomincia a parlare recentemente in tutti i media, anche in tv a Porta a Porta, quando viene nominato ministro nel nuovo governo (e lui muto). Appena Conte da un via libera di massima alla tassa su bibite, merendine e voli aerei, Di Maio sente il bisogno, da vero libbberale, di stoppare pubblicamente l’iniziativa in modo plateale, scoprendosi improvvisamente radicalmente contrario all’idea (e Conte muto). Inoltre il post di Di Maio non è di quelli che intendono aprire un dibattito, i toni non ammettono repliche di sorta, è una pubblica tirata d’orecchie in piena regola fatta al presidente del consiglio anche se non viene mai nominato. Si potrebbero fare a tal proposito anche due riflessioni generali:

1) Certi politici si scoprono radicalmente contrari (o favorevoli) a certe idee a seconda di come si svegliano la mattina.

2) Temiamo che tutte le speranze del presidente del Consiglio di avere una squadra di governo leale, sobria, senza sovrapposizioni di ruoli, proclami e dichiarazioni bellicose, facciano la fine dei voli aerei per esportare le arance in Cina: dureranno poco.

Leggi anche: Quanto inquina un aereo?

Potrebbe interessarti anche