Coronavirus: l’inizio della fine o la fine dell’inizio?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-03-17

I numeri sono positivi. Le misure di contenimento stanno funzionando. Siamo su una curva che in matematica chiamiamo “logistica” che ci dice che dovremmo avere fra i 3000 e i 5000 morti SE (e ripeto SE) il trend non cambia. Ora il trend non cambia fino a che non cambieranno queste rigide misure di contenimento. …

article-post

I numeri sono positivi. Le misure di contenimento stanno funzionando. Siamo su una curva che in matematica chiamiamo “logistica” che ci dice che dovremmo avere fra i 3000 e i 5000 morti SE (e ripeto SE) il trend non cambia. Ora il trend non cambia fino a che non cambieranno queste rigide misure di contenimento. Ma cosa succederà quando le misure dovranno essere attenuate? Il contagio ripartirà o rimarrà sotto controllo? Siamo all’inizio della fine del contagio o semplicemente alla fine dell’inizio: ossia il contagio rimarrà endemico, e, alla fine delle misure di contenimento (che non possono durare in eterno) ripartirà colpendo metà della popolazione e mietendo ancora moltissime vittime (anche più di 100 mila)? O si evolverà in modo non previsto? Se si supponesse ad esempio la presenza di una “grossa” popolazione di asintomatici probabilmente saremmo in una situazione intermedia: la Lombardia starebbe uscendo definitivamente dal tunnel (e quindi all’inizio della fine) e le altre regioni italiane starebbero ancora alla fine dell’inizio (ossia, alla fine delle misure di contenimento, il contagio ripartirebbe). In tal caso, ho fatto una modellazione matematica con un mio amico, un geniale Prof della Bocconi, e avremmo fra i 10 mila e i 20 mila decessi.

coronavirus new yorker
La copertina del New Yorker sul Coronavirus

D’altra parte, da molti segni, si capisce che queste misure di contenimento non possono durare a lungo: è al di là delle possibilità di resistenza del, pur stoico, popolo Italiano. Alcune conseguenze sono ridicole. Prima del covid19, si cercava di coprire un imbarazzante rumore gastrico con un colpo di tosse, adesso, ho notato, che è di gran lunga preferibile il contrario. Meno ridicola è la situazione dei depressi. Su un giornale ho letto che in Italia ci sono 3 milioni di depressi e almeno un milione di essi prende medicine. Adesso sono in quarantena, magari da soli, con la TV che trasmette solo storie di morti e contagi… Speriamo in bene, magari questa terapia shock li fa guarire, ma temo un’ondata di suicidi. La reazione fra le persone “normali” è multiforme. Generalmente si supera la sensazione claustrofobica di essere rinchiusi in casa telefonando agli amici. E’ piacevole scambiare 4 chiacchiere. Ma c’è anche un altro tipo di reazione: attualmente il mio cellulare è sotto un diluvio di filmatini sexy-porno trasmessi anche da persone insospettabili. Evidentemente alcuni sfogano il trauma della reclusione stile Decameron. Dilemma: avremo un baby boom fra 9 mesi o è solo sesso virtuale? Altri invece reagiscono come Furio, il personaggio magistralmente interpretato da Carlo Verdone in Rosso, Bianco e Verdone. Ne ho incontrato uno così in farmacia. Ha messo un segnale a un metro e mezzo abbondante dal bancone (come previsto dalla legge) e pretende che lo si rispetti in modo assoluto. Mi son sentito come Belushi in Blues Brothers quando esce dalla prigione e non può ritirare i suoi effetti personali perché gli impediscono di avvicinarsi al bancone… Ho risolto lanciando al commesso la mia carta di credito contactless che lui mi ha ritirato indietro insieme al farmaco…

mascherine regione lombardia protezione civile
Le mascherine della Protezione Civile rifiutate dalla Regione Lombardia

Inoltre, secondo me, questa epidemia potrebbe spiegare la faccia sempre più triste e dura del Papa. E’ argentino. A differenza di Papa Wojtyla che aveva conosciuto il Male avendo vissuto il dramma del nazismo e del comunismo, Papa Bergoglio ha vissuto “solo” la dittatura di Videla e l’oppressione del colonialismo americano. E naturale per Lui stare dalla parte dei campesinos contro le multinazionali americane. Questa weltenschauung si è riflessa nel Suo insegnamento. Si potrebbe dire che Papa Francesco è sulla linea del Buon Selvaggio di Rousseau, dell’ecologismo spinto di Greta, dell’ideologia della decrescita felice. Dio, nella sua infinita bontà, ha creato il mondo buono, è l’Uomo che l’ha rovinato. Questo approccio funziona benissimo in tempi normali, ma non funziona in momenti come questi. Leibnitz aveva cercato di risolvere questa problematica che in termini filosofici è chiamata teodicea (ossia perché esiste il male, se Dio è buono). Però, fino ad adesso, nessuno ha dato una risposta convincente. La risposta più banale che la Natura è buona ma è l’Uomo ad essere cattivo non può funzionare. Se, pur amandoci, Dio ci ha rifilato il CoronaVirus, che ci faceva se non ci voleva bene? E’ chiaro che la Natura non è né benigna né maligna e visioni da new age sono solo palliativi che non possono rispondere a problemi millenari esistenziali che ha l’uomo. Se la religione dà una risposta fallace ed inefficace perde totalmente la sua ragione di essere.

Leggi anche: Il terremoto in Calabria con l’emergenza Coronavirus

Potrebbe interessarti anche