L’ennesimo penultimatum di Conte a Draghi: “Armi all’Ucraina? Abbiamo già dato”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-12

Giuseppe Conte chiede al governo lo stop all’invio di armi in Ucraina: “L’Italia ha già dato e ora deve essere in prima linea per la pace”. Draghi sarà in Aula il 19 maggio per un’informativa

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Ad ascoltare le ultime dichiarazioni di Giuseppe Conte nei talk show pare che il Movimento 5 Stelle possa dare uno strappo al governo da un momento all’altro. E anche se il presidente grillino ieri sera a Porta a Porta ha chiarito di “non voler far cadere” l’esecutivo, ma che la sua battaglia sulla posizione dell’Italia nel conflitto in Ucraina è mirata affinché “il contributo del Movimento 5 stelle sia rispettato e ascoltato e possa orientare le soluzioni di Palazzo Chigi”, la formazione di una fronda sempre più ampia tra i contrari all’invio di armi in Ucraina agita sempre più la maggioranza. “Dopo un terzo decreto vogliamo fare una riflessione? Dopo un terzo invio di armi – che per noi non devono essere né più pesanti, né più letali – vogliamo fare una discussione? Dopo terzo invio, io credo che l’Italia abbia dato il suo contributo. L’Italia ha già dato e ora deve essere in prima linea per la pace”, ha detto a PiazzaPulita. Anche la Lega ha iniziato infatti a battere su questo punto, facendo sentire Conte meno isolato. “Non mi permetterei di dare stilettate a Draghi – ha aggiunto l’ex premier, specificando di non aver ‘fatto pace’ con il titolare di Palazzo Chigi – ma ho posto questioni politiche serie su cui mi interrogo con il partito di maggioranza relativa. Secondo me, dopo due mesi e mezzo, un governo di unità nazionale che affronta una emergenza bellica ha il dovere di continuare a interloquire con il Parlamento. Un indirizzo politico ci serve, dobbiamo chiarircelo”.

L’ennesimo penultimatum di Conte a Draghi sulle armi all’Ucraina

L’esecutivo ha continuato fino ad ora ad agire sulla base della risoluzione votata a maggioranza dal Parlamento poco dopo l’invasione da parte della Russia. “Oggi – si interroga però Conte – mi sembra che un po’ tutti in Italia iniziamo a ragionare sulla possibilità che gli interessi strategici dell’Unione europea non siano perfettamente sovrapponibili a quelli Usa”. Anche nel Pd sarebbe in atto un “processo di riflessione”: proprio ieri Letta ha incontrato il leader 5 stelle per provare ad ammorbidire le sue posizioni sul governo. Governo che stando a quanto dichiarato dallo stesso Conte a PiazzaPulita “va avanti da sé, decidendo di volta in volta cosa fare e come posizionarsi”. Per venire incontro alle nuove esigenze del Parlamento, Draghi sarà in Aula il 19 maggio per un’informativa, che non sarà quindi seguita da un voto. La capogruppo pentastellata in Senato Mariolina Castellone aveva chiesto al premier di esprimersi attraverso “comunicazioni”, al termine delle quali – contrariamente all’informativa – è prevista una risoluzione. La richiesta non è passata perché gli altri partiti, compreso la Lega, non si sono accodati. Un passaggio con un voto, secondo Conte, sarebbe stato “un elemento di chiarificazione anche per le forze politiche”.

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