Comuni e Regioni potranno spiare i conti correnti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-12

I Comuni e le Regioni potranno avere libero accesso ai dati bancari dei cittadini “spiando” nei loro conti correnti. Chi potrà farlo? Per ora non c’è una specifica normativa per gli enti locali che prevede meccanismi di controllo e abilitazione per i funzionari, come invece accade per la GdF

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I Comuni e le Regioni potranno avere libero accesso ai dati bancari dei cittadini “spiando” nei loro conti correnti. Chi potrà farlo? Per ora non c’è una specifica normativa per gli enti locali che prevede meccanismi di controllo e abilitazione per i funzionari, come invece accade per la GdF. Spiega il Messaggero:

Ad aprire la porta ai funzionari dei Comuni e a quelli regionali e provinciali è una norma del maxi-emendamento al Decreto semplificazioni, norma camuffata dietro rimandi e commi tanto da risultare difficilmente intellegibile ai più. E, come spesso accade con le materie fiscali, passata sotto silenzio. Di fatto però la nuova regola introdotta nel provvedimento consente l’accesso ad una poderosa banca dati senza prevedere però meccanismi di controllo e abilitazione per i funzionari degli enti locali che dovranno sbirciare nei conti. O almeno lasciando alla buona volontà degli enti locali di costruire da zero un qualche meccanismo di tutela e controllo della complessa procedura.

comuni spiano conti correnti come stanno le cose

Fino ad ora lo strumento era stato usato con prudenza: perfino la Guardia di Finanza doveva avere il via libera per l’accesso alle informazioni bancarie dall’Agenzia delle Entrate. Ora le cose cambiano:

Nel decreto approvato dal governo è scritto nero su bianco all’articolo 17 bis che Comuni, province, regioni e, in generale tutti gli enti locali, per «semplificare» il processo di riscossione delle loro entrate potranno accedere non solo ai dati dell’anagrafe tributaria, ma anche a quelli estremamente sensibili, contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari. L’ingresso in massa degli enti locali rafforza il “Grande fratello fiscale” e dilata a dismisura il numero dei soggetti in possesso dei poteri di controllo. La norma se da un lato allarga ail campo d’intervento, dall’altra non affronta tutta una serie di problematiche relative ai controlli a monte. A partire, come si accennava, dalle necessarie autorizzazioni fino all’accesso ed alla tracciabilità dei singoli funzionari abilitati ad acquisire e ad estrapolare dai conti le informazioni di interesse per gli enti locali

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