Se il Comune di Roma scambia le slide per documenti tecnici

Categorie: Economia, Fact checking

Il Comune di Roma ha finalmente inviato la documentazione tecnica per la progettazione di due nuovi impianti di compostaggio. Ma secondo l'assessore Buschini si tratta solo di 42 slide che illustrano "la bontà del compostaggio" e mancano i progetti e le valutazioni tecniche

Pinuccia Montanari – assessora all’Ambiente e ai materiali post consumo del Comune di Roma – la settimana scorsa aveva annunciato che entro fine gennaio sarebbe iniziato l’iter autorizzativo per la progettazione di due impianti di compostaggio a Cesano e a Casal Selce. Qualche giorno dopo secondo la narrazione gli impianti erano diventati tre ed erano già in costruzione secondo Luigi Di Maio mentre la Montanari faceva sapere che il Comune aveva presentato già a luglio i documenti necessari con le indicazioni delle tipologie d’impianto.



Il Comune sta progettando tre impianti per i rifiuti, ma non si sa quasi nulla

La settimana scorsa Regione Lazio per voce dell’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini ha fatto sapere che in Regione non è giunta nessuna richiesta di autorizzazione. Stando a Buschini quando parla della presentazione dei documenti «l`assessore fa riferimento ad una riunione dove ha solamente annunciato la volontà di lavorare sui tre progetti che, per quanto ci è dato sapere, non sono stati ancora ultimati». Il piccolo giallo degli impianti progettati secondo alcuni semplicemente indicando i punti su Google Maps è stato chiarito ieri quando la Regione e il Ministero dell’Ambiente hanno fatto sapere di aver ricevuto  un plico di documenti concernente la “Localizzazione di impianti di rifiuti di compostaggio aerobico e di valorizzazione del multimateriale” (curiosamente non li definisce materiali post consumo). Si tratta proprio dei tre impianti (due di compostaggio e uno di selezione multimateriale) che il Comune ha intenzione di costruire da qui a 36 mesi.

Impianti che nelle intenzioni dell’attuale Amministrazione risolveranno il problema-non-problema dei rifiuti materiali post consumo. Lo risolveranno però tra tre anni, quando gli impianti verranno inaugurati. E lo faranno solo per quanto concerne la componente organica della differenziata. Nelle intenzioni del Comune infatti la raccolta differenziata verrà estesa ad ampie aree dell’Urbe consentendo di fare un salto di qualità al procedimento di raccolta. Un programma ambizioso che non tiene conto di alcune criticità, ad esempio il fatto che il progetto pilota coinvolga al momento (nel quartiere ebraico) poco più di trecento utenze. Un altro aspetto di cui si parla poco è la carenza di mezzi per effettuare la raccolta. Un numero insufficiente anche a causa dei guasti. Un problema evidenziato anche nella relazione annuale dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale.

Le 42 slide in cui il Comune magnifica la bontà del compostaggio

Si apprende oggi che il Comune ha finalmente inviato “la documentazione tecnica già acquisita agli atti del Tavolo tecnico di coordinamento per la gestione dei rifiuti di Roma” (ovvero la famosa riunione di luglio). Il problema però, ha fatto sapere Buschini, è che «non si tratta dei progetti tanto attesi, bensì di n.42 slide (22 per l’impianto di Casal Selce + 20 per quello di Cesano) che raccontano la bontà del compostaggio». Mancano quindi le relazioni tecniche, quali ad esempio quelle che indicano la proprietà dei siti dove si andranno a realizzare gli impianti. Un dettaglio che non è di poco conto visto che come ha raccontato Roma Today ci sono documenti che dimostrano che l’area di Casal Selce è in realtà di proprietà della Regione Lazio. Non solo: via Casal Selce, rientra nei nuovi vincoli paesaggistici per l’Agro romano apposti dalla Regione nel 2015 che li ha definiti di “notevole interesse pubblico paesaggistico“.

Inoltre c’è da considerare che il M5S non sembra fin qui voler tenere conto della volontà abbastanza chiara espressa dagli abitanti di Cesano che hanno già fatto sapere che loro l’impianto di compostaggio non lo vogliono. Nella zona ci sono già le contestatissime antenne di Radio Vaticana i cui impianti sono stati dismessi solo in parte nel 2014. Sempre a Cesano c’è anche il sito del centro ricerche ENEA Casaccia al cui interno ci sono i 5 depositi della Nucleco che ospitano poco più di 7 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, contenuti in circa 2500 fusti prodotti dagli anni ’90 e fino al 2009. La Regione, fa sapere Buschini rimane in attesa «dei progetti veri, firmati da professionisti abilitati, corredati di tutta la documentazione prevista dalla legge e che Ama ben conosce avendo depositato in Regione, nel 2015, il progetto per l’impianto di compostaggio a Rocca Cencia». 



La fantasia di Pietro Calabrese sugli impianti di compostaggio 

Sulla questione delle slide è intervenuto anche il consigliere comunale pentastellato Pietro Calabrese che in un post su Facebook denuncia quelli che a suo dire sono i soliti trucchi da campagna elettorale. Senza minimamente fare cenno alla questione delle slide Calabrese spiega che il tempo di 19 mesi è quello necessario per attivare l’iter di progettazione e autorizzazione. Nessuno infatti contesta la tempistica, viene semplicemente fatto notare che in 19 mesi si sarebbe potuto produrre qualcosa di più preciso rispetto alle 42 slide inviate a Regione e Ministero. Calabrese parla di “attività di progettazione” e “verifiche di fattibilità delle nuove aree” che però stando a quanto dice Buschini non risultano essere presenti negli incartamenti inviati in Regione.

Il post di Calabrese sulle slide degli impianti di compostaggio

Infine, come già la sindaca qualche giorno fa, il consigliere pentastellato conclude con una stoccata: “il Ministero dell’Ambiente dice che il nostro Piano è molto ambizioso”, il che dimostra che Roma ha un piano. Galletti però ha detto che “I tre impianti di cui oggi il Comune di Roma parla sono assolutamente insufficienti ad affrontare credibilmente il problema”. E c’è da rilevare infine che per poter lavorare circa 200.000 tonnellate di rifiuti organici all’anno di impianti di compostaggio ne servirebbero tre non due. Un “vecchio” piano del M5S romano (magio 2017) individuava infatti tre zone: a Castel di Guido (ovest), Decima (sud) e Marcigliana (nord-est). Certo, si può vedere come ambizioso il tentativo di risolvere il problema dei rifiuti di oggi mettendone in funzione due tra tre anni.