Fatti
Quanto è facile comprare la maglietta “Auschwitzland”
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2018-10-30
La maglietta blasfema e irrispettosa indossata da Selene Ticchi è solo uno dei tanti oggetti di ispirazione nazifascista in vendita in negozio online (e non). Nel 2013 l’ultras Ivan Bogdanov era stato immortalato proprio con addosso una maglietta Auschwitzland, che negli anni scorsi è stata proposta anche come capo di abbigliamento per “nazi hipter”
La foto di Selene Ticchi con addosso la maglietta con la scritta “Auschwitzland” ha suscitato parecchia indignazione. Le reazioni più scomposte vengono dall’estrema destra. La Ticchi è stata sospesa a tempo indeterminato da Forza Nuova. Quel partito dove milita tutt’ora un coordinatore regionale, nonché responsabile reclutamento e Segretario di Roberto Fiore, che un anno fa ha dichiarato che nei campi di concentramento c’erano cinema, piscine e si ascoltava Wagner e che secondo lui Hitler non ha ucciso sei milioni di ebrei perché non ce n’erano così tanti in Europa.
Quando Ivan Bogdanov indossava la maglietta Auschwitzland
Parole dure anche dal segretario dei fascisti del Terzo Millennio Simone Di Stefano, che ha definito quelli come Selene Ticchi: «maledetti pagliacci mascherati» che fanno a gara a chi si mette la maglietta più imbecille e che sono le «scimmie ammaestrate degli antifascisti». Sottinteso: lo stile Casa Pound è differente, come quando il fratello di Di Stefano con un gesto rivoluzionario e futurista versò della Coca Cola sulle copie di un fumetto satirico sul Duce durante una convention di comics. Di sicuro le magliette del partito fondato da Gianluca Iannone sono diverse e più conformi. Il logo di quella indossata da Selene Ticchi invece è in circolazione da parecchio.
Tra gli indossatori d’eccezione figura Ivan Bogdanov, l’ultras serbo famoso per gli scontri durante la partita Italia-Serbia del 2010 a Genova. Nel 2013 Bogdanov ricomparve sulle cronache italiane per un saluto romano rivolto – a quanto sembra – ai tifosi del Maccabi Tel-Aviv che qualche giorno prima aveva disputato un match contro lo Stella Rossa Belgrado. In quell’occasione sfoggiava proprio la maglietta Auschwitzland, anche se con una piccola variante: l’infame scritta posta all’ingresso dei campi di sterminio Arbeit Macht Frei.
Le varianti delle magliette di Auschwitzland
Non è del resto difficile stampare la maglietta incriminata. Basta avere un file di buona qualità. E come ha ricostruito su Twitter la blogger Talento Sprecato i file immagine con il logo di Auschwitzland in stile Disney si trovano facilmente esattamente come tutta quella pletora di paraphernalia nazifascisti che si trovano in certi negozietti di souvenir. La maglietta indossata da Selene Ticchi non è poi così diversa dall’oggettistica per la quale i nostalgici del Ventennio e i piccoli fan di Hitler vanno pazzi. Il mercato è di nicchia ma c’è (prevalentemente online) ed è abbastanza florido
È quel genere di prodotti d’abbigliamento (e non solo) che era stata avanzata la proposta della cosiddetta “legge Fiano” che nelle intenzioni avrebbe dovuto punire «Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti». La maglietta sfoggiata a Predappio chiaramente rientra in quest’ultima categoria.
Un’altra variante della maglietta indossata da Ticchi e Bogdanov era stata trovata nel 2016 da un utente di Reddit su un sito di abbigliamento “Nazi Hipster” che ne commercializzava la vendita. Il sito non è più online ma è possibile ammirare il prodotto “artistico”.
È invece ancora online il sito russo dove viene venduta – in colorazioni a piacere e a circa 15 euro più spese di spedizione – lo stesso modello della maglietta sfoggiata a Predappio. È quindi possibile che sia stata comprata qui (anche se non si può escludere la possibilità di una stampa “casalinga” visto che basta avere il file immagine).
Nel frattempo c’è anche chi ha segnalato alla Disney l’utilizzo illecito del marchio di Walt Disney sulla maglietta. La casa cinematografica ha risposto prendendo le distanze dalla maglietta e promettendo accurate indagini per un’eventuale violazione di copyright.