Come il MES inemendabile sta per diventare emendabile (e il governo rischia di cadere)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-12-02

Il governo Conte BIS manda il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a trattare sul Meccanismo Europeo di Stabilità. La Lega e il M5S fanno squadra contro l’esecutivo. Che dovrebbe darsi una svegliata. E prendere atto dell’impossibilità di approvarlo. Per poi sedersi e vedere l’effetto che fa sui mercati

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Il governo Conte BIS manda il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a trattare sul Meccanismo Europeo di Stabilità. Si tratta dello stesso ministro Gualtieri che in audizione nelle commissioni finanze e bilancio aveva detto che il MES era inemendabile. E questo dopo la presa di posizione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che conferma chi comanda nel governo M5S-PD:  «I numeri per approvare il Mes non ci sono. Il governo si deve fare da parte e lasciare al Parlamento sovrano una decisione così delicata».

Come il MES inemendabile sta per diventare emendabile

Il risultato, spiega oggi il retroscena di Repubblica a firma di Tommaso Ciriaco,  è frutto di un fragile compromesso finale, in grado di regalare tempo ai contendenti: «mandato a trattare» al ministro dell’Economia per ottenere modifiche sull’unione bancaria e sui dettagli del Mes, in una logica di «pacchetto». «Ed è chiaro – sostiene il capo dell’esecutivo per sedare Luigi Di Maio – che l’ultima parola sarà comunque del Parlamento, prima del Consiglio europeo». Significa che anche un via libera di Gualtieri all’Eurogruppo non vincola la maggioranza fino al voto del 10 dicembre alle Camere.

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Il rinvio, però, non può diventare la linea del governo in Parlamento, almeno non senza conseguenze. E questo perché manca un accordo nella maggioranza e toccherebbe a Conte dover decidere da che parte stare: con i grillini e contro l’Europa – un vero e proprio «suicidio», secondo Nicola Zingaretti – o con il Pd, a rischio comunque di una crisi? Sembra una strada senza uscita.

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Il MES e le varie posizioni (Il Messaggero, 2 dicembre 2019)

Come il MES può far cadere il governo Conte BIS

Adesso quindi è il governo Conte a traballare a causa dell’iniziativa politica a tenaglia di Lega e MoVimento 5 Stelle. Federico Fubini sul Corriere della Sera indica una via d’uscita dalla situazione di stallo

Che può fare l’Italia adesso? Se il governo firma l’accordo europeo, rischia di cadere perché una parte del M5S dissente; se lo blocca rischia tensioni sui mercati del debito, perché gli investitori concluderebbero che una frangia di estremisti anti-euro hanno ancora il controllo di fatto del Paese. C’è però una terza via per l’attuale governo, che non ha concorso al negoziato: chiedere tempo in Europa per consultare il proprio Parlamento (Parigi e Berlino lo fanno regolarmente) e poi proporre una revisione che smascheri l’europeismo di facciata della Germania.  L’Italia può subordinare il suo assenso alla promozione del Mes — con le regole attuali —al rango di vera istituzione europea che risponda solo al Parlamento di Strasburgo. Senza animali più uguali degli altri.

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Il fondo permanente e il Meccanismo Europeo di Stabilità (Il Messaggero, 22 novembre 2019)

Ma forse esiste una soluzione ancora più semplice. È quella di prendere atto dell’impossibilità di approvare il Meccanismo Europeo di Stabilità perché in Parlamento la Lega e il M5S si oppongono. Certo, la certificazione con un voto in Parlamento del dissenso sul MES potrebbe portare l’Italia di nuovo nella tempesta finanziaria che avevano scatenato grillini e leghisti quando al governo insieme parlavano di referendum sull’euro e di minibot.

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Ma in effetti è proprio questo di cui abbisogna il paese: di capire dove si finisce quando si cominciano giochini ridicoli gridando “Al lupo, al lupo”. Il Partito Democratico dovrebbe rendersi conto di avere il coltello dalla parte del manico e se il MES può far cadere il governo Conte Bis, così la tempesta perfetta che si scatenerebbe dalla sua mancata approvazione potrebbe anche far definitivamente sparire dalla politica chi gioca con il fuoco, o ridurlo al definitivo silenzio politico. Una situazione “win-win” che Gualtieri & Zingaretti dovrebbero avere il coraggio di cogliere.

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