Come cambia la Camera con la nuova legge elettorale e il taglio dei parlamentari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-04

Mentre la coalizione di Salvini avrebbe saldo il timone, il Partito democratico diventerebbe il secondo gruppo parlamentare con il Movimento in una posizione subalterna (sommandoli farebbero 161 deputati). La sinistra di Leu si dissolverebbe. Tre seggi per Italia Viva

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Con il Germanicum, il sistema proporzionale con sbarramento al 5 per cento, ovvero la piattaforma di nuova legge elettorale sulla quale stanno attualmente convergendo i due principali soci di governo, Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia avrebbero da soli la maggioranza in Parlamento. Le simulazioni sono del Corriere della Sera su stime di IPSOS e danno il  centrodestra a quota 234 seggi su 400 (ai 149 della Lega e ai 56 di Fratelli d’Italia andrebbero aggiunti i 29 di Forza Italia), Pd a 96 e 5 Stelle a 65.

Ai renziani di Italia Viva, ora principali attori delle turbolenze interne alla maggioranza, verrebbe riconosciuto giusto un diritto di tribuna (3 scranni) previsto, se il testo di legge sarà confermato, per le formazioni minori che pur non superando lo sbarramento del 5 per cento su scala nazionale riescono in almeno due Regioni e tre circoscrizioni a raggiungere il numero di voti necessario per l’ottenimento di un seggio. […]

Mentre la coalizione di Salvini avrebbe saldo il timone, il Partito democratico diventerebbe il secondo gruppo parlamentare con il Movimento in una posizione subalterna (sommandoli farebbero 161 deputati). La sinistra di Leu si dissolverebbe. È chiaro il riflesso maggioritario innescato dalla soglia del 5 per cento, più che dal ridotto numero dei parlamentari. Per capirsi: rilevazione dei consensi alla mano, alla Lega e al partito guidato da Giorgia Meloni viene accreditato complessivamente un 44% che porta però in dote più della metà della Camera (il 51%).

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Come cambia la Camera con la nuova legge elettorale (Corriere della Sera, 4 febbraio 2020)

«In questo quadro—commenta il presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli—l’effetto maggioritario si traduce anche nella presenza di solo sei forze politiche in Parlamento più l’Svp. Il che non è esattamente in linea con le aspettative degli elettori che in questa fase stanno premiando più forze politiche, anche quelle con valori nettamente inferiori al 5%. Un meccanismo che potrebbe indurre un’aggregazione tra forze contigue con le consuete incognite sulle reazioni dell’elettorato». Ragionamento che può valere, ad esempio, per Renzi e Calenda o per tutti i partiti minori alla sinistra del Pd.

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