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Chiara Appendino e la relazione falsificata di Torino

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-08-01

I revisori accusano: modificato a penna il parere dei contabili per avallare la scelta di posticipare di un anno il debito da 5 milioni. L’assessore al bilancio: “Portiamo tutto in procura, è stato il presidente dei collegio a correggere a penna”.

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C’è un’altra strana storia che arriva da Torino e che c’entra con il caso Westinghouse, scosso di recente dalla visita della Guardia di Finanza in Comune per acquisire documentazione. Stavolta nella vicenda sono implicati il collegio dei revisori e l’assessore al bilancio Sergio Rolando.

Chiara Appendino e la relazione falsificata di Torino

Il caso Westinghouse è uno dei tanti che hanno portato il MoVimento 5 Stelle torinese a rimangiarsi le promesse elettorali di fronte alla realtà: Chiara Appendino in campagna elettorale aveva promesso che avrebbe cancellato il progetto messo a punto dalla giunta Fassino, ma poi, una volta eletta, ha confermato l’impegno a investire sull’area dell’ex Caserma Lamarmora, di fronte al Palazzo di Giustizia, dove sorgeranno il nuovo centro congressi della città e un ipermercato della catena Esselunga. Nell’occasione la società REAM aveva versato un acconto di cinque milioni di euro per operare nell’area che doveva essere restituito per il cambio di programma. Qui accade il patartrac

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L’area Westinghouse (Repubblica Torino, 10 giugno 2017)


I revisori dei conti ieri in occasione della discussione sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio in consiglio comunale hanno reso pubblica una lettera del presidente dell’organismo di controllo Herri Fenoglio e degli altri due componenti, Maria Maddalena De Finis e Nadia Rosso.

In quella lettera i revisori hanno messo in evidenza quella che per loro era un’incongruità perché nella bozza di delibera da loro visionata c’è scritto che «il collegio si esprimeva con parere favorevole, richiedendo di riconoscere e finanziare nel bilancio preventivo dell’esercizio 2018… il debito di 5 milioni, oltre agli interessi legali nei confronti di Ream». Il collegio invece, ha ripetutamente ribadito di riconoscerlo e finanzialo nel bilancio preventivo 2017. I revisori sostengono di averlo fatto 4 volte il 27 e il 28 aprile.
Poi con due mail inoltrate con posta certificata il 4 e il 5 maggio dove si comunicava all’amministrazione che l’allegato 5/a «mecc 2017 00884/024 è stato erroneamente corretto nel terzo capoverso a pagina 5». L’ultimo parere è arrivato il 24 luglio. Se questa ricostruzione è vera allora la domanda viene spontanea: chi ha modificato quel parere? Le opposizioni da Alberto Morano (Lista civica di centro destra) ad Osvaldo Napoli (Forza Italia) fino a Stefano Lo Russo (Pd) lo hanno chiesto in Consiglio comunale proponendo alla maggioranza Cinquestelle di sospendere la discussione in attesa di chiarire la questione.

Il bilancio ritoccato dai revisori?

Sergio Rolando, assessore al bilancio, ha dichiarato che: «Il parere dei revisori dei conti è stato modificato a mano dal presidente del Collegio, alla presenza di diversi testimoni, e poi siglato dagli altri due membri prima di andare in aula la sera del 3 maggio come risulta dagli atti». E ha detto che i documenti sono stati già acquisiti dalla procura: «Denuncerò coloro che affermano che io abbia corretto le carte».

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L’area della ex-Westinghouse (via Google maps)


In effetti tre piccole sigle sono scarabocchiate accanto al paragrafo incriminato ma i revisori dei conti, che questa mattina hanno inviato la lettera all’unanimità. Fenoglio, insieme agli altri due componenti del collegio, Maria Maddalena De Finis e Nadia Rosso, scrivono ancora di essersi accorti tempo fa di questa correzione, e di aver chiesto almeno due volte, in via ufficiale, all’amministrazione di modificare “l’allegato 5/a al bilancio di previsione”, cioè quello contenente la loro relazione che “è stato erronamente corretto nel terzo capoverso a pagina 5, modificando manualmente l’anno 2017 in 2018 e che pertanto l’anno di riferimento da intendersi corretto è il 2017, come chiaramente si evince dalle precedenti pronunce del Collegio”.

Il falso ideologico

La vicenda fa il paio con quella che ha portato la GdF in comune la settimana scorsa. Il pubblico ministero Marco Gianoglio ha sentito Anna Tornoni, ex direttrice del settore Finanza che aveva denunciato le pressioni del capo di gabinetto di Chiara Appendino, Paolo Giordana, affinché non iscrivesse il debito da 5 milioni a bilancio. il 20 luglio ha sentito Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, che dopo aver chiesto la restituzione del debito ha concesso il rinvio della riscossione del credito.

Tornoni, che nel frattempo è stata destinata ad altro incarico, ha confermato agli inquirenti di aver avuto rapporti prevalentemente con Paolo Giordana nella predisposizione dei conti che poi si sarebbero riversati nel bilancio di previsione. Circostanza che è testimoniata anche dalle numerose email già consegnate alla procura con l’esposto del consigliere Alberto Morano. Mentre Quaglia ha raccontato di aver trattato sul tema solo con la sindaca e il suo assessore al Bilancio. Ream, nel 2012, aveva versato la somma a titolo di caparra per esercitare un diritto di prelazione sull’area poi aggiudicata per 19,6 milioni a un’altra società, l’Amteco- Maiora.

Il caso venne rivelato il mese scorso, sempre da Repubblica: sotto la lente finirono le email di Paolo Giordana a Paola Tornoni: «Ti pregherei di rifare la nota evidenziando solo le poste per le quali possono essere usati i 19,6 milioni di Westinghouse – scriveva lui a lei il 22 novembre 2016 – Per quanto riguarda il debito con Ream lo escluderei al momento dal ragionamento, in quanto con quel soggetto sono aperti altri tavoli di confronto». Il messaggio dalla posta di Giordana è inviato per conoscenza all’assessore Sergio Rolando e all’indirizzo email personale di Chiara Appendino. Il giorno dopo, alle 11.03,  lei risponde: «Non essendo a conoscenza del fatto che l’amministrazione ha aperto tavoli di confronto con Ream, avevo ritenuto opportuno ricordare a tutti quali fossero gli impegni assunti dall’amministrazione precedente, al fine di non generare elementi di criticità per questa giunta». Il botta e risposta resta per diversi giorni tra Giordana e Tornoni, la quale, nonostante le sollecitazioni del capo di gabinetto, non rinuncia a ribadire quel che secondo lei è giusto fare: indicare nel bilancio di previsione i 5 milioni di debito verso Ream.

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