Opinioni
Chiara Appendino e la bufala dei 3mila dirigenti licenziati a Torino
neXtQuotidiano 04/07/2016
Persino Matteo Renzi ha citato e mostrato durante la direzione del Partito Democratico questo banner pubblicato dalla pagina troll Cambiare l’Italia su Chiara Appendino. Si tratta ovviamente di una bufala. La pagina Cambiare l’Italia è quella che ha già fatto circolare l’intervista a Mia Khalifa; il comune di Torino non ha tremila dirigenti (non li ha […]
Persino Matteo Renzi ha citato e mostrato durante la direzione del Partito Democratico questo banner pubblicato dalla pagina troll Cambiare l’Italia su Chiara Appendino. Si tratta ovviamente di una bufala. La pagina Cambiare l’Italia è quella che ha già fatto circolare l’intervista a Mia Khalifa; il comune di Torino non ha tremila dirigenti (non li ha neanche Roma) e d’altro canto la Appendino, appena eletta, non avrebbe avuto nemmeno la possibilità tecnica di fare tutto ciò. Il messaggio completo dice:
“Ecco come amministra un comune a 5 Stelle !!! Fate girare, tutti devono sapere !!
Grande Appendino !! Ha già licenziato 3mila dirigenti inutili facendo risparmiare 3 miliardi e mezzo di euro al comune di Torino !! Ha fatto più lei in una settimana che Fassino in 5 anni !!”
La bufala si basa su un’altra notizia, pubblicata dal Giornale, riguardo l’addio del city manager, del capo dei vigili e del portavoce non ancora deciso ufficialmente però dalla giunta Appendino:
Balla più di una poltrona, a cominciare da quella, simbolica, del direttore generale del Comune Gianmarco Montanari. Lui sta già preparando gli scatoloni, del resto Appendino, quando era semplice consigliera comunale, aveva puntato il dito contro la figura del city manager con parole definitive: «Non è necessaria». Per la cronaca Montanari guadagna 203.615 euro lordi l’anno. Un gruzzolo discreto che rientrerebbe nelle casse del municipio.
Destinati a non essere sostituiti anche il portavoce di Fassino, Gianni Giovannetti, e il dirigente ai Grandi progetti urbani Anna Prat che porta a casa 91.330 euro l’anno. La sua casella potrebbe essere cancellata, mentre Appendino ha messo nel mirino Giovannetti e il suo compenso, 138.560 euro, sin dall’inizio del suo mandato.
Insomma, se non è un repulisti poco ci manca. E sta chiudendo le valigie anche il comandante dei vigli urbani Alberto Gregnanini, la cui retribuzione è di 113.796 euro. Forse, Gregnanini verrà prorogato di qualche settimana, ma solo per permettergli di chiudere dignitosamente e di andare in pensione, il prossimo 8 agosto, senza retrocedere prima ad un ruolo più modesto.
Nell’intervento Renzi ha precisato che il banner non sta girando sui canali ufficiali, ma ha anche ricordato una presunta citazione di Casaleggio sul fatto che una bugia virale diventa una verità. Questa la citazione completa della frase di Renzi:
“Quando Casaleggio diceva ‘ciò che è virale è vero’ feci un’Enews per dire che era una follia. Non compresi il valore terribile di quelle parole e cioè che se ripeti una cosa diventa vero. Ad esempio gira un tweet sulla Appendino: ha già licenziato 3000 dipendenti inutili. Non è rilanciato dai canali ufficiali ma Fassino potrebbe replicare che i dirigenti al comune di Torino sono 116. Ammesso che li possa licenziare, saranno dieci o quindici. Parliamo di cifre non comparabili”
Per aggiungere un tocco di surrealtà alla vicenda, l’onorevole grillino Gianluca Castaldi ha postato l’intervento video di Renzi condendolo con accennate teorie del complotto:
Davide Casaleggio invece ha risposto direttamente al presidente del Consiglio con un post sul blog di Grillo:
Mio padre è stato diffamato da vivo quasi settimanalmente negli ultimi anni. Lui rispondeva con ironia come quando ha pubblicato il libro “Insultatemi” dove ha raccolto molti degli insulti e delle diffamazioni più originali; e quando la diffamazione era fatta con cattiveria rispondeva con una querela.
Oggi non c’è più e non permetterò che si infanghi la sua memoria con citazioni false o diffamazioni postume.
Oggi il presidente del consiglio lo ha fatto attribuendogli questa citazione falsa in un suo discorso pubblico: “Ciò che è virale è vero, diceva.” per poterne poi deridere il pensiero.
Mio padre non ha mai detto una cosa simile, anzi ripeteva sempre il contrario: “Le bugie in Rete hanno le gambe corte”.
Nell’intervista citata a sproposito mio padre affermava:
“Esistono gruppi pagati dai partiti per diffondere messaggi virali contro me e Grillo. È la stessa accusa che molti rivolgono a voi. Ma noi non abbiamo bisogno di farlo, perché i nostri messaggi sono virali di per sé, dunque veri, e si diffondono da soli. Quelli degli altri, palesemente falsi, hanno bisogno di un supporto di truppe àscare, pagate magari 5 euro al giorno.”
Porterò a termine tutte le querele per diffamazione che mio padre aveva avviato e ne avvierò di nuove se serviranno a tutelare la sua memoria.