Chi ha firmato il trattato di Dublino? Berlusconi e la fake news sulla sinistra

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-15

Grazie alle miracolose luci dello studio di Domenica Live Silvio Berlusconi è tornato allo splendore di un tempo ed ha potuto riprendere a raccontarci le colpe della sinistra. Ad esempio quella secondo cui Renzi ha firmato il trattato di Dublino, che però…

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Ieri pomeriggio Silvio Berlusconi è stato ospite di Barbara D’Urso su Canale 5 dove ha spiegato il suo programma di governo per il Paese. In un’atmosfera surreale nella quale i protagonisti erano circonfusi da una luce ultraterrena Berlusconi ci ha spiegato i motivi per cui alle prossime politiche dovremmo votare Forza Italia. Tra le varie ragioni c’è quella che – secondo il leader di FI – solo lui potrà fermare i flussi migratori. Perché? Perché secondo Berlusconi la sinistra ha svenduto il Paese sottoscrivendo il trattato di Dublino.

Berlusconi dimentica di aver firmato il trattato di Dublino nel 2003

Berlusconi ha infatti ricordato che il suo governo aveva stipulato accordi con la Libia di Gheddafi grazie al quale il numero degli sbarchi venne notevolmente ridotto. Berlusconi però dimentica di menzionare come dal 2011 molte cose cambiarono sia in Africa che nel Medio Oriente e soprattutto come quel “successo” è stato reso possibile dal ricorso da parte del Colonnello dei campi di prigionia per migranti. I libici si erano infatti impegnati a trattenere quanti più migranti possibili. Il trattenimento, per così dire, avveniva in veri e propri campi di concentramento dove i migranti erano costretti a vivere in condizioni disumane. Una volta caduto il regime libico però gli accordi (e l’organizzazione statale libica) hanno cessato di esistere. L’inizio della guerra civile siriana, le violenze di Boko Haram in Nigeria e la temporanea avanzata dell’ISIS in Nord Africa hanno peggiorato una situazione già di per sé molto fragile.
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Il piano di Berlusconi è quello di “convincere l’Europa” ad intavolare trattative con i paesi di provenienza dei migranti “per farglieli riprendere”. Prima di tutto bisogna fermare i migranti nei paesi di provenienza e poi iniziare a “smaltire” quelli che sono già nel nostro Paese. Ma di chi è la colpa se ci sono così tanti immigrati in Italia? Berlusconi lo dice chiaro: «colpa precisa della sinistra che ha firmato con Renzi il trattato di Dublino in cui ha accettato incredibilmente che il Paese di primo approdo fosse il paese che doveva tenersi i migranti e arrivare a sceverare tra i migranti quelli che avessero diritto allo status di rifugiati e gli altri che invece non hanno diritto di restare qui e che vanno invece rimpatriati».

Chi ha firmato il trattato di Dublino?

L’attuale versione del regolamento di Dublino (Dublino III) è stata sottoscritta dal governo italiano nel 2013, quando il Presidente del Consiglio era Enrico Letta. Ma è l’accordo di Dublino II (ratificato dal nostro Paese nel 2003) che ha reso operativo il regolamento sulla gestione dei meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda d’asilo presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo. Il regolamento di Dublino II trasformò e rese operativa la Convenzione di Dublino (detta appunto Dublino I) che risale al 1990 e che fu ratificata nel 1997.
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È stato quindi Silvio Berlusconi – in carica dal 2001 al 2005 – a far ratificare al nostro Parlamento (anche la Lega Nord votò a favore) l’applicazione del trattato di Dublino. Le modificazioni introdotte nel 2013 non hanno cambiato l’impianto generale del trattato. Di quel governo, guidato da Silvio Berlusconi, il ministro della Giustizia era Roberto Castelli della Lega Nord, quello dell’Interno era Beppe Pisanu e quello degli esteri Franco Frattini, entrambi di Forza Italia. Anche costosissimo e inutile il sistema dei centri di identificazione ed espulsione (CIE) fu messo in piedi da un governo di centrodestra. A volerli fu l’ex ministro degli Interni dell’ultimo governo  Berlusconi: quel Roberto Maroni che è il Presidente uscente di Regione Lombardia. A complicare la situazione italiana c’è anche la legge Bossi-Fini (varata anch’essa durante un governo Berlusconi) che rende impossibile entrare in Italia legalmente per cui l’unico modo per farlo è clandestinamente. Oppure facendo richiesta d’asilo. Ed è questo uno dei motivi per cui i centri di identificazione solo al collasso: cercare di ottenere lo status di rifugiato è l’unico modo per poter entrare in Italia e quindi in Europa.
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C’è infine un altro aspetto interessante. Ieri a Domenica Live Berlusconi ha detto che grazie agli accordi stipulati durante il suo governo nel 2010 gli sbarchi erano ridotti a poche migliaia di unità. Ma allora perché  l’allora ministro degli Interni Roberto Maroni affermava in Parlamento che avrebbe chiesto alle Regioni, alle province e ai comuni di farsi carico dell’accoglienza dei rifugiati. Il 30 marzo 2011 alla Camera Maroni intervenne sull’emergenza immigrazione: «Ho proposto loro un piano per la distribuzione equa, in tutte le regioni, con la sola esclusione dell’Abruzzo per i soliti motivi, dei rifugiati, con un criterio molto semplice, ossia in base al numero degli abitanti, alla popolazione». La diga eretta dall’accordo con Gheddafi, che ha condannato migliaia di donne e uomini a violenze e stupri inenarrabili sull’uscio di casa nostra, aveva ceduto. Sette anni dopo Berlusconi fa ancora finta di non avere alcuna responsabilità né sulla firma degli accordi di Dublino né – ed è peggio – sull’avallo dato ai campi di Gheddafi che l’ambasciatore tedesco ha definito “veri e propri lager”.

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