Chi farà parte della Segreteria del nuovo M5S targato Conte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-08

Dopo “l’accordo” con Casaleggio con la consegna dei dati degli iscritti, il Movimento si appresta ad assumere (anche formalmente) l’identità di un vero e proprio partito. E nella dirigenza entreranno molte donne e nomi già noti al pubblico pentastellato

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La mutazione era evidente da tempo, fin da quando il Movimento 5 Stelle aveva iniziato a trovare alleanze di governo (prima con la Lega, poi con il Partito Democratico e, alla fine, con l’attuale maggioranza che sostiene il governo guidato da Mario Draghi). I pentastellati, oramai, hanno assunto tutte le sembianze di un vero e proprio partito e ora – con la guida di Giuseppe Conte – si pensa anche a una segreteria M5S. Già si fanno i nomi, con tante donne e figure che hanno già fatto la storia del Movimento.

Segreteria M5S di Conte, i nomi di candidati in lizza

In attesa di definire i tempi – che sembrano essere molto stretti – e le modalità con cui avverrà la consultazione degli iscritti per l’approvazione del nuovo statuto e la sua nomina a capo politico del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte ha già in testa un elenco di nomi che rappresenteranno la base della segreteria M5S. Una sorta di gruppo dirigente anche se i pentastellati, da sempre, sono allergici alla “verticalità” di un partito. Sta di fatto, però, che nella “stanza dei bottoni” emergono tante figure femminili, come spiega Il Fatto Quotidiano.

Si fanno i nomi dell’ex ministra Lucia Azzolina e dell’attuale vice-ministra al Mise, Alessandra Todde. Ma anche la vice-ministra all’Economia Laura Castelli, dimaiana di ferro, è una possibilità.

Poi c’è anche lo zoccolo duro che non dovrebbe rimanere fuori dalla segreteria. Si tratta degli ultimi due capi politici: Luigi Di Maio e Vito Crimi (ancora in carica con il suo mandato ad interim che non è ancora giunto al termine). Questi, dunque, i nomi che affiancheranno Giuseppe Conte nel futuro più immediato del Movimento 5 Stelle, sempre meno Movimento e sempre più partito. Il tutto per lasciarsi alle spalle l’Associazione Rousseau e Davide Casaleggio, dopo la fine di un rapporto finito malissimo.

(foto IPP/università di Firenze)

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