Le bugie dell’ambasciatore russo negli Stati Uniti sui civili ucraini “pagati per fare le comparse”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-07

Anatoly Antonov, ambasciatore russo negli Usa, in un’intervista a Newsweek rilancia la bufala dei civili ucraini “pagati” per fare da “comparse” nonostante le evidenze dei crimini di guerra commessi dalle truppe di Mosca

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Venticinque dollari a persona per fare da “comparse” nelle riprese di guerra, produrre false testimonianze ed alimentare la “propaganda anti-Russa”: le accuse lanciate alle autorità ucraine dall’ambasciatore del Cremlino negli Stati Uniti Anatoly Antonov in un’intervista a Newsweek sollevano – per lui – “dubbi sulla sincerità delle dichiarazioni di Kyiv di voler risolvere la crisi attraverso la diplomazia”. È l’approccio di Mosca ai fatti inconfutabili fin dall’inizio del conflitto: negare, negare, negare, nonostante le evidenze. Al punto che in Ucraina è tornato a circolare un detto: “Non credere a nulla finché non viene smentito dai russi”.

Le bugie dell’ambasciatore russo negli Stati Uniti sui civili ucraini “pagati per fare le comparse”

Le sue parole si scontrano con la realtà documentata dai video sui social postati dagli stessi abitanti delle città cadute in mano all’esercito russo, con i racconti dei giornalisti internazionali accorsi sul campo di battaglia che hanno visto le fosse comuni a Bucha, con le inchieste giornalistiche basate sulle immagini satellitari come quella portata avanti dal New York Times. Non ultime le intercettazioni dei servizi segreti tedeschi che hanno ascoltato le conversazioni dei militari impegnati nella periferia di Kyiv mentre parlano delle uccisioni e delle esecuzioni come di azioni abituali, segno di una pratica consolidata e non di un’eccezione. L’ambasciatore sostiene inoltre di sapere “per certo” che il “regime di Kyiv” sta preparando un altro “contenuto provocatorio” sulla morte di civili nella regione di Kharkov, “presumibilmente come risultato delle azioni delle forze armate russe”. Viene da chiedersi se non stia semplicemente preparando il terreno in vista di una eventuale prossima terrificante scoperta da parte dell’esercito ucraino degli effetti di un ulteriore – l’ennesimo – crimine di guerra.

Gli attacchi di Anatoly Antonov all’Occidente per la reazione al massacro di Bucha

Antonov attacca l’Occidente che avrebbe reagito “senza preoccuparsi di capire cosa sia successo” e accusa: “Il sindaco della città di Bucha Fedoruk ha dichiarato il ritiro delle truppe russe e non ha detto una parola sui residenti colpiti”. Il motivo è presto detto: dopo aver abbandonato l’area i russi hanno disseminato mine e trappole per ostacolare l’avanzata dell’esercito ucraino, rendendo difficoltoso l’arrivo in città e la seguente documentazione degli orrori lì accaduti.

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