Il M5S è fatto così: ti restituisce 2 milioni di euro e ti fa perdere 1,3 miliardi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-02-07

Nessuno obbliga i parlamentari del M5S a tagliarsi lo stipendio, eppure lo fanno e ci tengono a farcelo sapere. Il governo e la maggioranza sono però tenuti a fare una cosa più importante: salvaguardare i conti pubblici, e questo purtroppo non lo stanno facendo. Ecco perché non c’è nulla da festeggiare per l’asta dei Btp trentennali

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Grande festa ieri nel MoVimento 5 Stelle. Dopo otto mesi di governo e a due anni dall’ultimo Restitution Day ieri i parlamentare pentastellati si sono messi in posa dietro al mega assegno da due milioni di euro frutto delle loro sudate restituzioni (ma la piattaforma per i rendiconti non c’è). Sui social oltre alla diretta della conferenza stampa deputati e senatori hanno twittato e postato tutti giulivi: il M5S restituisce i soldi agli italiani. Non solo, fa quello che i famigerati governi precedenti non hanno mai fatto: li dà ai territori colpiti dalle alluvioni!

Perché non c’è nulla da festeggiare per l’asta dei Btp trentennali

Il bel gesto del MoVimento, che essendo al governo forse ora potrebbe fare qualcosa di più che dare le briciole ai cittadini, è però offuscato da quanto accaduto ieri sui mercati finanziari. Mentre infatti i 5 Stelle si facevano fotografare con l’assegno gigante il Ministero dell’Economia collocava sul mercato i nuovi Btp a 30 anni. Le cronache parlano di un’asta record. Infatti a fronte di un’emissione di titoli pari a 8 miliardi di euro sono stati registrati ordini per una cifra cinque volte superiore: ben 41 miliardi di euro. Insomma le cose sono andate bene, la dimostrazione che l’Italia gode ancora della fiducia internazionale e che il governo è in grado di reperire risorse senza problemi. Facendo ovviamente nuovo debito pubblico.

asta btp restitution day m5s 1,3 miliardi - 1

 

Ma non è tutto oro quello che luccica. Perché il Btp trentennale è stato collocato con un rendimento pari al 3,91%. Ed è questo il vero motivo per cui fa gola agli investitori, che sanno che la ricchezza privata del Paese fa da garanzia in caso di problemi di solvibilità. Basta fare un confronto con gli analoghi titoli di stato tedeschi che hanno un rendimento pari allo  0,75% (i francesi rendono l’1,5% e i bonos spagnoli trentennali il 2,45%). Per gli amanti dello spread questo significa che il differenziale tra i bund tedeschi a 30 anni e i Btp italiani è di poco inferiore ai 300 punti base, per la precisione 270 punti.

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Cosa succede se il governo continua a non capire lo spread

Collocare 8 miliardi di euro al 3,91% significa che – nonostante la richiesta record – finanziare il debito pubblico è più costoso. Basta fare un confronto con la precedente emissione di Btp trentennali per 6,5 miliardi di euro, collocati dal Tesoro nel giugno del 2017 con un rendimento lordo annuo all’emissione pari al 3,536% (il prezzo di vendita era diverso 98,956 contro i 99,594). Come spiega Gustavo Baretta su Twitter se il Ministero avesse emesso lo stesso Btp ad aprile, prima dell’insediamento del governo Conte e dell’impennata dello spread dovuta alle dichiarazioni e alle proposte di legge di bilancio di Lega e M5S il collocamento avrebbe fruttato 1,3 miliardi di euro in più. O meglio, ci avrebbe fatto risparmiare 1,3 miliardi di euro.

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La maggioranza che in Europa presenta interrogazioni per chiedere al Presidente della BCE di azzerare lo spread continua a sottovalutare i rischi dello spread, come se fosse una parola inventata dai giornali e non un fattore di cui tenere conto perché influisce sul costo delle operazioni di rifinanziamento debito pubblico. Un costo che è sostenuto da tutti i cittadini italiani, terremotati, alluvionati, ricchi, poveri e “normali” e sul quale il regalo da 2 milioni di euro del M5S non influisce assolutamente. Pensate: se il M5S avesse saputo governare lo spread potrebbe oggi raccontare di averci fatto risparmiare 1,3 miliardi di euro. Invece è costretto a raccontarci di averci regalato 2 milioni di euro. Non c’è proporzione. E le cose non sembrano migliorare. Il taglio delle stime di crescita italiane da parte della UE fa salire di nuovo lo spread BTp/Bund. L’allargamento del differenziale di rendimento tra Italia e Germania sulla scadenza decennale si attesta al momento a 282 punti base (267 ieri alla chiusura).Una cifra indicativa visto che è ai massimi degli ultimi due mesi. In netta ascesa anche il rendimento del BTp decennale, benchmark che torna ad avvicinarsi alla soglia psicologica del 3% e viene indicato al momento al 2,96% dal 2,83% della vigilia.

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