I bonus fiscali per i pagamenti con bancomat

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In sostanza, se pago con bancomat quello che oggi pago in contanti, posso detrarre di più: la proposta dal meeting di Cernobbio

Ci sono in circolazione 200 miliardi in contanti non derivanti da attività illegali. Svariati studi dimostrano che dove la moneta elettronica è poco utilizzata, il rapporto tra economia sommersa e pil è più elevato. E in Italia ci sono banconote da 500 euro in numero cento volte superiore a quelle emesse. Per questo dal meeting di Cernobbio arriva la proposta di bonus fiscali per i pagamenti con bancomat. Ad illustrarla, racconta il Corriere, è Stefano Simontacchi, 48 anni, presidente di Bonelli Erede e direttoredel Transfer pricing research Center all’università di Leiden, i nOlanda (nonché consigliere di Rcs Mediagroup).



Dal punto di vista tecnico ci sono diverse strade, spiega Simontacchi. «Pensiamo alle spese sanitarie, oggi senza obbligo di tracciabilità. Si potrebbero prevedere detrazioni aggiuntive proporzionali all’uso, o all’incremento nell’uso, di pagamenti tracciabili». In sostanza, se pago con bancomat quello che oggi pago in contanti, posso detrarre di più. Altra grande voce di pagamenti in contanti sono i lavori domestici come colf e tate, le ripetizioni scolastiche, la manutenzione della casa. «Se pagate con strumenti tracciabili, le famiglie potrebbero beneficiare di nuove detrazioni o deduzioni. Avrebbe anche un valore sociale, perché aiuterebbe a gestire l’immigrazione clandestina e a ridurre il disincentivo delle madri a rinunciare al lavoro».

L’uso del contante in Italia (Corriere della Sera, 8 settembre 2019)

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