La rivolta degli avvocati di Roma contro Mauro Vaglio candidato M5S

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-02-01

Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma si è candidato con il MoVimento 5 Stelle senza dimettersi e lo ha annunciato in una mail a tutti gli iscritti. La scelta di utilizzare “strumenti dell’Ordine” non è stata particolarmente gradita. Ora centinaia di avvocati romani chiedono le dimissioni del Presidente e oggi durante la riunione del Consiglio verrà presentata un’istanza di sfiducia

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Qualche giorno fa il M5S ha annunciato ha annunciato la candidatura del Presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma, Mauro Vaglio, nel collegio uninominale 3 di Roma – Quartiere Portuense per il Senato. Contestualmente l’Avvocato Vaglio ha spedito una mail a tutti i circa 25mila iscritti all’Ordine di Roma per annunciare di aver accettato l’invito del Capo Politico del MoVimento. Nella mail il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma faceva sapere che ci saranno ulteriori comunicazioni, scrive, “sarò lieto di condividere con voi le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta”.

Perché Mauro Vaglio non si è dimesso prima di annunciare la sua candidatura?

La decisione di Vaglio di utilizzare la mailing list degli iscritti al COA non è stata gradita dai suoi colleghi. Molti avvocati romani hanno iniziato una vibrante protesta sui social per chiedere le dimissioni di Vaglio dalla carica di Presidente. Come ha spiegato l’avvocato Antonio Conte, già Presidente dell’Ordine di Roma nel 2011 «ogni avvocato è libero di candidarsi per qualsiasi partito politico, ma prima se ricopre una carica Forense si deve dimettere per evidenti ragioni di opportunità ed equidistanza». Altrimenti, prosegue Conte, «può sorgere il dubbio che si è “utilizzata” la “carica Forense” per ottenere quella candidatura”.

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Altri contestano proprio il fatto che il Presidente, oltre alla sua carica, abbia anche utilizzato “gli strumenti messi a disposizione per via della sua appartenenza all’Ordine”. Insomma la mail è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma non è solo quello il punto della questione. Certo, a qualcuno viene il dubbio che il Presidente possa aver avuto accesso agli elenchi del COA. Ed il problema qui è che probabilmente un avvocato – anche facendone richiesta – non potrebbe averne accesso.

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L’avvocato Massimiliano Cesali ribadisce che il problema non è essere un avvocato candidato alle Politiche, ce ne sono molti e ce ne sono sempre stati. Il problema è essere candidato da rappresentante degli avvocati. In questo caso – prosegue Cesali – «è doveroso dare le dimissioni per non coinvolgere la categoria in una campagna elettorale e non alimentare sospetti di “sfruttamento” della posizione soprattutto durante gli eventi a cui si partecipa nell’esercizio delle funzioni».

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Quella che molto avvocati romani chiedono è una scelta di buon senso. Se Vaglio si dimettesse dalla sua carica nessuno avrebbe da eccepire sulla sua candidatura. La mail inviata a tutti gli associati rimarrebbe, ma sarebbe un episodio tutto sommato marginale. Al massimo potrebbe essere vista come una caduta di stile, ma in fondo la campagna elettorale non è certo un pranzo di gala.

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C’è anche chi ha invitato il Presidente dell’Ordine “a dichiarare puntualmente che la sua posizione politica è strettamente personale, e non degli Avvocati dell’Ordine di Roma”.

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Nessuno mette in dubbio la professionalità dell’Avvocato Vaglio. Ciò che ha creato più di qualche mal di pancia è la “questua” dei voti per via telematica che secondo qualcuno è quasi un “abuso” della sua posizione.

L’istanza di dimissioni nei confronti di Mauro Vaglio

L’avvocato Conte ha annunciato che oggi (1 febbraio), durante l’Adunanza settimanale del COA di Roma, i nove consiglieri di minoranza formuleranno formale istanza con richiesta di dimissioni nei confronti dell’Avvocato Vaglio “raccogliendo la legittima indignazione di centinaia di avvocati romani.”

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L’avvocato Libero Petrucci fa anche notare che non è solo Vaglio l’unico a ricoprire una “carica Forense” ad essere candidato senza essersi prima dimesso. C’è chi scrive che le istituzioni forensi devono essere “a servizio della categoria e non rampa di lancio per proprie ambizioni politiche”. E senza dubbio in un mondo ideale dovrebbe essere così. Non bisogna essere ingenui e dimenticare che l’aspirare ad cariche elettive risponde sì all’esigenza di mettersi “al servizio” della categoria (o della comunità) ma anche all’ambizione personale di veder riconosciuto (e votato) il proprio ruolo.

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Anche il Presidente della Cassa Forense Nunzio Luciano è candidato per Forza Italia al Senato nel Collegio proporzionale del Molise. Secondo quanto scrivono gli avvocati anche il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin sarebbe candidato con Forza Italia ma non risulta in nessun elenco dei candidati.

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