Il mistero dell’autore del discorso di Conte al Senato

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-05

Uscendo il presidente del Consiglio ha scherzato con i giornalisti che gli chiedevano se il testo l’avessero scritto Di Maio e Salvini. Ma un video coglie uno strano scambio con Fraccaro. E salta fuori anche una “ripresa” dal discorso di Macron a Putin

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Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha fatto il suo debutto ufficiale in Parlamento. L’avvocato del popolo che al tempo stesso è anche un premier non eletto dal popolo (come sono stati chiamati fino ad oggi dal M5S i premier scelti con un inciucio) ha tenuto il suo primo discorso in Senato per chiedere la fiducia dell’Aula di Palazzo Madama. Domani lo spettacolo della fiducia andrà in scena anche alla Camera dei deputati e finalmente il governo del cambiamento potrà mettersi all’opera.

Chi ha scritto il discorso di Giuseppe Conte al Senato?

Conte ieri sera ha fatto sapere tramite il suo profilo Facebook ufficiale (gestito dallo staff del MoVimento 5 Stelle proveniente dalla Casaleggio) di essere stato al lavoro “fino a tarda sera” sul discorso alle Camere. Il post è stato pubblicato alle ore 21:00, l’orologio al polso del Presidente del Consiglio segna le 18:30. Dettagli che hanno fatto sorridere più di qualcuno.

giuseppe conte discorso senato - 1

Oggi uscendo dal Senato Conte ha scherzato con i giornalisti sulla paternità del discorso. Il premier si stava recando a Montecitorio assieme a Riccardo Fraccaro per depositare il testo del suo intervento. Alla domanda di un cronista su chi avesse scritto il discorso (se Salvini o Di Maio) Conte ha risposto sorridendo «Il discorso? Non l’ho scritto io, me lo hanno scritto gli altri, ieri sono andato a casa presto». Sempre durante la passeggiata con Fraccaro i  giornalisti hanno colto uno scambio tra i due dove il ministro per i rapporti con il Parlamento chiedeva al presidente del Consiglio «Lo hai tagliato?», Conte prima risponde «non c’era» e poi «Il testo quello era» al che Fraccaro dice «Si sarà dimenticato anche lui» riferendosi – forse – all’autore del passaggio. Non è chiaro se il siparietto sia ad uso e consumo del codazzo di giornalisti che seguiva i due verso la Camera.

La stessa citazione di Macron

Chi abbia scritto il discorso rimane un mistero (anche se gli indiziati sono parecchi). La giornalista Rachel Donadio, corrispondente da Parigi per The Atlantic ha notato che l’elogio del populismo fatta da Conte (che ha “citato” il discorso di Fëdor Dostoevskij sul monumento ad Aleksandr Puškin) «Se populismo  è l’attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente (e qui traggo ispirazioni dalle riflessioni di Dostoevskij tratte dalle pagine di Puskin), se anti-sistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema, che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene le due forze politiche che guidano il governo meritano entrambe queste qualificazioni» è la stessa identica fatta da Emmanuel Macron la settimana scorsa durante la conferenza stampa con il presidente russo Putin.

Un omaggio a Macron, una strizzatina d’occhio all’amico Putin o entrambe le cose? Come da contratto Conte ha ribadito che il suo governo sarà fautore di un’apertura alla Russia. Conte ha ribadito il no all’accordo di Dublino  ma anche detto che «Chiederemo con forza il superamento del Regolamento di Dublino per ottenere l’effettivo rispetto dell’equa ripartizione delle responsabilità e realizzare sistemi automatici di ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo». Curiosamente questo è proprio la novità centrale contenuta nella proposta di riforma del regolamento di Dublino che Salvini vuole bocciare (assieme ai paesi del gruppo di Visegrad). Forse Conte e Salvini dovrebbero parlarsi di più prima di fare certe dichiarazioni.

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