Angela Merkel e la storia del 70% dei tedeschi contagiati dal Coronavirus

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-03-12

No, la Cancelliera tedesca non è pronta a decimare la popolazione della Germania a causa di Covid-19, ha semplicemente avvertito che se non si agisce subito il rischio è che il virus continui a diffondersi tra la popolazione. Che, lo ricordiamo, non è vaccinata, e non ha difese immunitarie. E dal momento che il sistema sanitario non è in grado di curare tutti l’unica cosa da fare è rallentare il diffondersi del Coronavirus, anche in Germania

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Il Coronavirus non conosce frontiere, confini o dogane, non risponde a logiche politiche ma a politiche sanitarie. Meglio se queste politiche sanitarie sono comuni e condivise dal maggior numero di paesi e governi, perché in questo modo si fa la differenza. Ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che se non si fa qualcosa per cambiare il corso dell’epidemia «tra il 60 e il 70% della popolazione si infetterà».

La Merkel è pronta a decimare la popolazione tedesca?

Attualmente in Germania sono stati confermati 1.567 casi di infezione da Covid-19, le persone decedute sono tre. Al tempo stesso però Berlino ha deciso di non adottare provvedimenti di chiusura delle frontiere, come stanno facendo Austria e Slovenia nei confronti dell’Italia. Secondo la Merkel non sono misure necessarie, meglio invece che le persone che fanno ingresso nel Paese e provengono da aeree a rischio o da zone dove l’epidemia è più diffusa adottino la precauzione individuale di mettersi in isolamento da sole.

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Fonte

La Merkel nel suo discorso non sta parlando solo della popolazione tedesca ma di tutta la popolazione mondiale. Ovvero questo è quello che potrebbe succedere se non si contiene il coronavirus, adesso.

Prova ne è che il il direttore dell’Istituto Koch, Lothar Wieler, ha dichiarato durante un con i giornalisti che «il 60-70% della popolazione mondiale si infetterà» nel tempo. Quello che si può fare ora, in un momento in cui non esiste un vaccino e non esistono profilassi specifiche è quello di ridurre la velocità del contagio.

Il Governo Federale tedesco ha diffuso un’infografica per spiegare che più lentamente si diffonde il virus, migliore è la capacità del sistema sanitario di gestirlo. Se tutte le persone seguiranno semplici norme di comportamento come evitare i luoghi affollati, limitare gli spostamenti e lavarsi le mani è possibile rallentare la crescita del picco epidemico in modo da mantenerlo al di sotto della capacità di gestione da parte del sistema sanitario.

La Germania sta imparando dagli errori italiani?

È esattamente quello che si sta tentando di fare in Italia dove per non sovraccaricare il SSN con troppi casi (è noto ormai che i posti in terapia intensiva sono limitati) sono state adottate misure di contenimento tali da limitare la crescita esponenziale dell’epidemia. Alcuni paesi, come Cina, Corea del Sud e si spera l’Italia dimostreranno che la riduzione dei contatti interpersonali e i limiti imposti alle manifestazioni pubbliche contribuiranno al rallentamento della progressione dei contagi.

 

In Germania in alcuni Länder sono già state chiuse le scuole almeno fino a dopo Pasqua. Il Governo ha invece deciso di chiudere teatri, cinema e sale da concerto mentre sono stati vietati tutti gli eventi con più di mille partecipanti. Allo stesso tempo le aziende vengono incentivate a ricorrere al lavoro da remoto in modo da diminuire i rischi di contatto e di trasmissione dell’infezione tra i dipendenti.

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Fonte: Financial Times

Nella lotta contro l’epidemia la Germania ha però un vantaggio che potrebbe rivelarsi cruciale: il numero di posti letto in terapia intensiva in rapporto alla popolazione è il più alto d’Europa. Sappiamo – lo abbiamo visto in Cina – che è sempre possibile aumentare il numero di posti letto per i ricoveri, ma ovviamente se si parte da un numero basso sarà difficile scalare rapidamente e soprattutto il picco epidemico si farà sentire prima che altrove. La media italiana – scrive il Financial Times – è di 12,5 posti letto in terapia intensiva ogni 100.000 persone. Non tutti possono essere utilizzati per i pazienti affetti da coronavirus e non sono distribuiti equamente sul territorio nazionale. In Germania il numero di posti disponibili è quasi il doppio, questo significa che la capacità di trattamento di Berlino è potenzialmente superiore (bisogna anche vedere quanti sono liberi al momento dell’urto dell’epidemia) a quella italiana (e a quella della maggior parte dei paesi europei). Questo naturalmente non significa che i tedeschi siano disposti a prendere la situazione sottogamba solo perché hanno un margine “di sicurezza” maggiore. Come del resto dal grafico qui sopra si evince che la maggior parte dei paesi europei (compreso il Regno Unito) potrebbe andare incontro molto rapidamente alla crisi del proprio SSN qualora l’epidemia sfuggisse al controllo delle autorità sanitarie.

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