Il rocambolesco addio di Amos Genish a TIM

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-13

L’amministratore delegato salutato da Elliott, che deve parare la rabbia di Vivendi, critica per il “metodo vergognoso”. In pole Altavilla per la successione

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Quattordici mesi di passione e un addio precipitoso e inaspettato: la parabola del manager israeliano Amos Genish in Telecom Italia si compie oggi con la sfiducia del consiglio di amministrazione nel momento in cui TIM deve fornire al più presto risposte sul piano del governo per la rete unica web. «Una mossa molto cinica e pianificata volontariamente in segreto per destabilizzare e influenzare i risultati della società e dopo un diniego ufficiale arrivato giusto domenica», la definisce un portavoce di Vivendi puntando il dito sul fondo Elliott.

Il rocambolesco addio di Amos Genish a TIM

Il favorito a subentrare al manager israeliano è Alfredo Altavilla. In seconda istanza si valuta l’opzione Rocco Sabelli. Il cda per la nomina del nuovo a.d. è convocato il 18 novembre. Fino ad allora si parlerà però dalla giubilazione di Genish che nel frattempo aveva lavorato a un piano che prevedeva anche lo scorporo della rete e aveva l’obiettivo di tornare alla distribuzione di un dividendo. Durante i primi mesi del suo mandato il manager ha visto crescere nell’azionariato di Tim il fondo Elliott, che però, nell’assemblea degli azionisti chiamata a confermare la cooptazione dell’a.d. in consiglio, aveva votato a suo favore.

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I protagonisti e le aziende coinvolte nella rete unica per il web (La Repubblica, 12 novembre 2018)

La situazione si è ingarbugliata nella seconda assemblea della scorsa primavera, che ha portato a un radicale cambio nel board di Telecom, con la lista promossa da Elliott che ha preso la maggioranza mentre quella presentata dal primo socio Vivendi, in cui era presente lo stesso Genish, è stata messa in minoranza. Da maggio in poi dunque l’ad si è trovato a lavorare con un consiglio espressione della maggioranza coalizzatasi attorno al fondo americano, con rapporti che sono presto diventati burrascosi.

Genish e la rete unica web

Già a giugno Genish aveva convocato alcuni giornalisti per lamentare come nel cda ci fossero persone che diffondevano “congetture”. Una mossa che aveva portato a un’alzata di scudi da parte degli altri consiglieri, con conseguente retromarcia di Genish. Da lì in poi, per tutta l’estate, complice anche l’andamento del titolo, è stato uno stillicidio di voci su una imminente uscita del manager dal gruppo, con lo scontro sugli azionisti che ha contribuito a bloccare l’azienda. La situazione sembrava migliorata recentemente, con Vivendi ed Elliott che avevano confermato la propria fiducia in Genish e Telecom che aveva messo in campo alcuno progetti strategici fra cessioni e nuove possibilità di investimento. Poi la situazione è precipitata.

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Dati e numeri di Telecom Italia (Il Sole 24 Ore, 11 novembre 2018)

“La decisione è arrivata mentre l’amministratore delegato stava negoziando per Tim e portando avanti il suo doveri dall’altra parte del mondo. Denunciamo la destabilizzazione di questa decisione e il metodo vergognoso”, dice ancora Vivendi certificando lo scontro tra azionisti alla base dell’addio di Amos Genish. Al quale potrebbe non essere estranea l’affermazione dell’a.d. sulla rete unica web, di cui Genish voleva mantenere la proprietà.

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