Quello che Adinolfi fa finta di non capire su Mauro da Mantova

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-28

Con un post su Facebook il leader del Popolo della famiglia Mario Adinolfi attacca i giornali per come hanno raccontato la morte di Mauro da Mantova, accusandoli di speculare sul fatto che non fosse vaccinato

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Se esistessero i campionati mondiali di “guardare il dito e non la Luna”, Mario Adinolfi sarebbe da medaglia d’oro. Nel commentare la notizia della morte di Mauro da Mantova, il no vax pluri-complottista spesso ospite del programma radiofonico La Zanzara stroncato dal Covid a 61 anni, il leader del Popolo della Famiglia se l’è presa non con la sua scellerata decisione di non immunizzarsi, ma col modo in cui i giornali hanno raccontato la sua dipartita. “C’è oscenità nel quotidiano necrologio che elenca i novax che muoiono. Corriere della Sera oggi stigmatizza una mamma (“gravissimi lei e il neonato”) mentre Open di Mentana s’accanisce su Mauro da Mantova, chiamandolo untore”. Quello che Adinolfi ignora, o finge di ignorare, è che Mauro Buratti si definiva lui stesso in questo modo. Celebre un suo passaggio in cui diceva di essere andato ad infettare le persone al supermercato tenendo giù la mascherina mentre aveva la febbre a 38.

Quello che Adinolfi fa finta di non capire sulla morte del no vax Mauro da Mantova

“Ogni giorno muoiono tanti vaccinati – prosegue il post su Facebook di Adinolfi – ma su loro mai un racconto. Il rito è giornaliero: nell’era dell’informazione somministrata si ritiene di poter rieducare la popolazione alla logica emergenziale vaccinista semplicemente terrorizzandola. È un forma terribilmente scorretta di fare informazione ideologica, come lo sarebbe se io tutti i giorni andassi a raccontare la storia del vaccinato tripla dose deceduto (e ce ne sono tanti, tutti i giorni) per avvalorare la tesi dell’inconsistenza della protezione vaccinale”.
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Peccato che i dati non mentano, e quanto detto dal leader del Popolo della famiglia sia semplicemente e inconfutabilmente falso: i vaccinati con tripla dose muoiono, certamente, ma in misura nettamente minore rispetto a chi non ha completato il ciclo di immunizzazione, non lo ha iniziato oppure non ha fatto il booster a 5 mesi. Inoltre, l’età media delle vittime con tripla dose è più alta ed anche le malattie concomitanti sono in numero maggiore. Inutile quindi rivolgere appelli come quello relegato in calce al post: “Chiedo ai giornali, ai telegiornali, ai siti più autorevoli, persino all’Ordine dei Giornalisti se servisse a qualcosa, di correggere l’oscenità di questo andazzo”. Semmai il contrario: continuare ad informare correttamente i cittadini sui rischi che si corrono non scegliendo il vaccino, e provare a salvare quante più vite possibili.

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