A chi va la pensione di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-22

Chi ha diritto all’aumento dell’assegno: potenzialmente i titolari di assegno sotto i 780 euro al mese sono oltre 4 milioni e mezzo.

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La pensione di cittadinanza, ovvero l’aumento a 780 euro mensili degli assegni più bassi, dovrebbe finire nella legge di bilancio 2019 secondo i programmi della maggioranza Lega-M5S. Il Messaggero oggi riepiloga chi ha diritto all’aumento dell’assegno: potenzialmente i titolari di assegno sotto i 780 euro al mese sono oltre 4 milioni e mezzo. Tra questi, l’assegno sociale e dell’invalidità civile viene percepito da 1,4 milioni di persone, mentre sono 1,8 milioni le pensioni di vecchiaia e anzianità e 300mila quelle di invalidità e 800mila quelle ai superstiti. Alcune decine di migliaia di persone combinano più trattamenti.

pensione di cittadinanza a chi spetta
A chi spetta la pensione di cittadinanza (Il Sole 24 Ore, 17 agosto 2018)

Visto che le pensioni più basse vengono pagate nel Mezzogiorno, è probabile che i futuri aumenti si vadano a distribuire soprattutto al Sud. Tra gli interessanti, 3 milioni sono donne e 1,5 milioni sono uomini. Ma ci sono anche dei caveat:

Ai fini dell’aumento a 780 euro mensili annunciato dal governo vengono naturalmente considerate non le singole pensioni percepite, ma i redditi pensionistici degli interessati. Infatti è abbastanza frequente il caso di persone che hanno più di un trattamento. Questo spiega il fatto che le prestazioni previdenziali complessive (incluse quelle di tipo assistenziale) sono circa 23 milioni, mentre il numero totale dei beneficiari è molto più basso e appena superiore ai 16 milioni. Questo vuol dire che in generale (non solo per gli assegni bassi) ci sono 1,4 pensioni per ogni pensionato.

In più, c’è da considerare anche la situazione del coniuge:

Per molte prestazioni previdenziali e assistenziali viene attualmente effettuata la verifica del reddito, che in alcuni casi riguarda solo quello del titolare, in altri – come ad esempio per l’integrazione al minimo e l’assegno sociale, è estesa al reddito del coniuge. Anche per evitare un aggravio dei costi, è probabile che nel passaggio a 780 euro al mese vengano mantenuti questi criteri specifici per le varie categorie di pensione. Tra le prestazioni per cui al momento rileva solo il reddito del titolare c’è la “somma aggiuntiva” introdotta nel 2007, ovvero la cosiddetta “quattordicesima”.

Intanto Enrico Marro sul Corriere spiega che per contenere i costi i tecnici del governo stanno ragionando su una platea limitata. Per esempio, circoscrivendo l’intervento solo ai pensionati al minimo con più di 70 anni e già beneficiari, in quanto privi di altri redditi, della maggiorazione sociale (che fa salire l’assegno sui 630 euro), bisognerebbe aumentare la pensione di circa 150 euro al mese a 840mila anziani, per una spesa intorno a 1,6 miliardi l’anno.

Leggi sull’argomento: Perché non ci sono i soldi per le promesse elettorali di Lega e M5S

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