Zingaretti e l’alleanza Renzi-Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-23

Il segretario del PD risponde alle polemiche della Leopolda in un’intervista a Repubblica

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Nicola Zingaretti rilascia oggi un’intervista a Repubblica in cui risponde alle polemiche della Leopolda prefigurando un’alleanza RenziSalvini sponsorizzata da Briatore:

Renzi è convinto di essere lui l’antagonista di Salvini.
«C’è un motivo se il Pd è diventato il bersaglio di tanti: resiste nei sondaggi e mantiene una sua centralità. Più è forte il Pd, più è debole Salvini».

Boschi dice che il Pd è il partito delle tasse.
«Un’uscita talmente infelice che se ne sono resi conto persino dentro Italia viva. È surreale l’ossessione di denigrare il partito di cui si faceva parte fino a due settimane fa. L’avversario, lo ricordo, è la destra».

Ma Italia viva punta più ai voti del Pd o a quelli in uscita dal centrodestra?
«Non lo so, ho visto che Briatore è uno sponsor dell’alleanza Renzi-Salvini».

zingaretti renzi salvini

Nel colloquio con Stefano Cappellini, Zingaretti risponde anche sul salvataggio del M5S operato dal PD e sui decreti Salvini che rimangono lì:

Sa cosa pensano molti elettori del Pd? Che avete salvato il M5S al governo senza riuscire imporre nulla della vostra agenda. Sulla giustizia cederete alla riforma della prescrizione targata Bonafede?
«A noi non convinceva e non convince l’idea di un punto fermo nella prescrizione a fronte di tempi assolutamente incerti nel processo. Ci è stato chiesto di lavorare su come rendere più rapido e con tempi certi il processo penale. Ci siamo seduti al tavolo con lo stesso spirito con il quale abbiamo discusso la manovra e stiamo discutendo di federalismo, senza accettare pacchetti precostituiti e senza pregiudizi. Valuteremo il risultato e poi discuteremo di prescrizione prima dell’entrata in vigore della norma».

Sull’immigrazione reggono i decreti Salvini e non si approva lo Ius culturae.
«Quando si sta in una maggioranza nulla si può imporre, anche perché siamo dentro rapporti di forza svantaggiosi per colpa della sconfitta del 4 marzo: noi il 18%, il M5S il 33%. Ma questo tema è talmente importante che bisogna fare passi avanti, perché la stragrande maggioranza è d’accordo a superare le paure e la strumentalizzazione di chi le cavalca. Il Pd si batte per le proprie idee: nell’attuale legge di bilancio è contenuto tutto il piano per l’Italia che il Pd ha presentato alle europee. Poi alcuni giorni siamo accusati di essere troppo subalterni, in altri troppo egemonici».

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