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Per Zangrillo le code in farmacia sono colpa del terrorismo mediatico e non del boom di contagi
neXtQuotidiano 27/12/2021
Colui che disse “il virus è clinicamente morto” oggi dà la colpa ai media per le file in farmacia, non alle oltre 50mila nuove infezioni quotidiane
Non è un virologo e nemmeno un immunologo. Lui si occupa, come si evince dal suo curriculum, di Anestesiologia e Rianimazione essendo il primario di quel reparto dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Ma da quasi due anni Alberto Zangrillo parla – prendendo clamorose topiche, del virus con le sue sentenze che – purtroppo – sono state smentite dalla storia. Ed ecco che, agli sgoccioli del 2021 dopo che il virus non è “clinicamente morto” come da lui vaticinato in passato, sostiene che le persone in coda per farsi un tampone sono figlie del terrorismo mediatico. E non del virus.
#SantoStefano, ore 10 a Milano.
200 metri di coda per alimentare le casse delle farmacie, il terrorismo giornalistico e certificare la morte del Paese. pic.twitter.com/fqcKSobjKy— Alberto Zangrillo (@azangrillo) December 26, 2021
Zangrillo e le code in farmacia per “colpa del terrorismo mediatico”
“Duecento metri di coda per alimentare le casse delle farmacie, il terrorismo giornalistico e certificare la morte del Paese”. Questo il messaggio scritto su Twitter dal primario del San Raffaele di Milano alle 10 del giorno di Santo Stefano. Il tutto corredato da una foto di una farmacia presa d’assalto per i test diagnostici rapidi. Per Zangrillo tutto ciò non è colpa del virus, non è colpa dell’aumento dei contagi. È colpa del terrorismo giornalistico.
Una tesi che il medico genovese, ma di stanza in quel di Milano – suddividendosi tra il suo ruolo di medico e primario del San Raffaele e la presidenza del Genoa Calcio -, sostiene da tempo. Ancor prima dell’arrivo della variante omicron. Ed è molto in linea con la teoria del virus clinicamente morto prima dell’estate del 2020. Poi la stoccata alle “casse delle farmacie” che starebbero facendo molti soldi con i tamponi. Ovvio, questa è una realtà ma è anche in linea col momento pandemico che stiamo vivendo.
Soprattutto perché il tampone antigenico in farmacia ha il costo calmierato di 15 euro (8 per i minori). Chi vuole sottoporsi al molecolare, invece, o deve riuscire a rivolgersi al sistema sanitario nazionale (per ottenerlo in forma gratuita tramite prescrizione del proprio medico di base) oppure deve rivolgersi a strutture private. Come quelle del Gruppo San Donato di cui fa parte l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, dove lo stesso Zangrillo lavora come primario. Ma lì il costo è di 80 euro a tampone.
(foto da In Onda, La7)