Zanda chiede a Lotti di lasciare il PD

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-14

Con i tipici giochi di parole caratteristici del politichese, il senatore dice che l’ex braccio destro di Renzi dovrebbe valutare la sospensione, che è un modo per cacciarlo dal partito

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Il tesoriere del Partito Democratico Luigi Zanda chiede in un’intervista al Corriere della Sera a Luca Lotti di lasciare il Partito Democratico. Con i tipici giochi di parole caratteristici del politichese, il senatore dice che l’ex braccio destro di Renzi dovrebbe valutare la sospensione, che è un modo per cacciarlo dal partito. Le frasi acquistano ancora più valore se si tiene conto in primo luogo della generale ostilità tra Zanda e i renziani che dura da anni, e in secondo luogo della recente nomina a tesoriere che fa di lui una delle persone più vicine a Zingaretti:

Cosa si aspetta la dirigenza del Pd dal deputato Lotti?
«Nella giornata di oggi (ieri, ndr) c ’è stato un salto per quanto riguarda la gravità di giudizio su questa vicenda. Mi riferisco alle parole del procuratore generale Fuzio — il massimo rappresentante dell’accusa —riguardo la volontà di “un imputato che ha influenzato la scelta del procuratore” che sostiene l’accusa contro di lui. Ecco, io non sono un giudice ma, se fossi Luca Lotti, rifletterei molto attentamente sulle parole del procuratore generale».

Riflettere fino a trarre quali conseguenze?
«Mi porrei il problema se, in coscienza, sia il caso di lasciare il Pd finché non sarà tutto chiarito».

Sta chiedendo a Lotti di autosospendersi dal Pd?
«Queste sono decisioni che riguardano la persona».

Luca Lotti e Cosimo Ferri, due parlamentari di rango che, quantomeno, hanno intavolato con alcuni togati del Csm una trattativa per la nomina del procuratore di Roma. Qualcuno era al corrente ai piani alti del Pd?
«Sono due parlamentari del Pd che hanno una loro vita privata e che autonomamente prendono iniziative. Se si sono occupati di nomine con alcuni togati del Csm, non hanno certo chiesto l’autorizzazione al Pd. Tra l’altro, non hanno ruolo o incarico per le questioni dello Stato e per quelle legate alla giustizia».

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