Politica

L’appello di Zagrebelsky contro il governo e il fascismo che ritorna

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-24

L’ex giudice della Corte Costituzionale tra i più impegnati all’epoca del referendum per la vittoria del no, pubblica oggi su Repubblica un appello antifascista per la difesa della Carta in evidente polemica con il governo Lega-M5S

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Gustavo Zagrebelsky, giurista ed ex giudice della Corte Costituzionale tra i più impegnati all’epoca del referendum per la vittoria del no, pubblica oggi su Repubblica un appello antifascista per la difesa della Carta in evidente polemica con il governo Lega-M5S. Zagrebelsky parte dalla definizione di Ur-Fascismo di Umberto Eco per spiegare che sono questi i caratteri predominanti del “nuovo” potere:

Ciò significa che tutti i fascismi sono tribalisti, ma non tutti i tribalismi sono fascisti. Donde la deduzione: per mettersi il cuore in pace non basta dire che, data l’incontestabile distanza della società odierna da quella del secolo scorso, ciò che bussa alle nostre porte non è fascismo; possono battere, uno dopo l’altro, gli ingredienti del tribalismo; ed è perfino peggio, perché è facile illudersi che ci si fermi lì. Invece, uno dopo l’altro, possono diventare una valanga. A forza di subire adeguandosi, si finisce per diventare qualcosa che non si sarebbe voluto e, all’inizio, nemmeno si sarebbe immaginato.

Max e Moritz salvini di maio

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Resta la domanda: che fare? Ritorniamo da capo. Si sarà notato che tutti gli elementi del tribalismo stanno anzitutto nel “substrato” delle azioni e dei convincimenti sociali. Da lì occorre procedere. A chi pretende di parlare a nome degli “italiani” e della loro “identità”, si opponga il dissenso; a chi esalta la forza, si oppongano il rispetto e la mitezza; a chi burocratizza la scuola e l’università per trasformarle in avviamento professionale, si oppongano i diritti della cultura; alle illegalità, si reagisca senza timore con la denuncia; alla cultura della discriminazione e della violenza, si contrappongano iniziative di solidarietà.

Agli ignoranti che usano la vuota e spesso oscena neo-lingua, si chieda: ma che cosa dici mai, come parli? eccetera, eccetera. Fino al limite della resistenza ai soprusi e della disobbedienza civile che, in casi estremi, come ha insegnato don Milani, sono virtù.

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