Un posto a Casaleggio nello statuto M5S?

L’idea per rafforzare la guida del M5S. Due garanti nel nuovo documento: oggi c’è soltanto il «presidente» Grillo

Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera racconta che Grillo e Casaleggio stanno pensando a una novità formale e sostanziale nella gestione del MoVimento 5 Stelle. Sta prendendo corpo l’idea di rendere ancora più radicato il sodalizio tra i due e quindi la gestione del MoVimento 5 Stelle attraverso lo Statuto. La deadline, in questo caso, è a dicembre:



A dicembre scadono i tre anni di mandato dello statuto che definisce le cariche interne al Movimento, quello statuto che è stato presentato per intenderci alle ultime elezioni Politiche e che definisce presidente, segretario e tesoriere dei Cinque Stelle. L’ipotesi è con il nuovo corso (le cariche durano tre anni) di annoverare nel ruolo di competenza anche lo stratega dei pentastellati. Lui e Grillo sullo stesso piano, come nel ruolo istituzionale di «garanti» che si sono ritagliati. Indiscrezioni che, però, vengono viste come «un passo dovuto» da alcuni parlamentari.
La medesima operazione potrebbe essere intrapresa anche con la proprietà del marchio del Movimento, registrato a suo tempo (nel marzo 2012) dal solo Grillo. D’altronde, si tratterebbe di «ratificare» solo ciò che è già visibile nei fatti. Il logo di Italia 5 Stelle, la kermesse in programma ad ottobre a Imola, ne è un esempio: per la prima volta i due fondatori campeggiano insieme in sidecar. Dettagli che nel linguaggio del Movimento hanno un significato profondo e che lanciano — insieme alla piattaforma Rousseau — una nuova stagione. I garanti da una parte, il portale e il direttorio allargato (che Casaleggio indica come «comitato operativo») dall’altra.


La nuova carica renderebbe più forti i legami del MoVimento con la figura di Casaleggio:



La struttura e la strategia pentastellata prende forma, si puntella, tenendo fede alla filosofia di base del Movimento: il credo nella Rete, l’essenza leaderless. Ma con dei punti di riferimento. Così, quando lo stratega spiega che il M5S non ha un capo e apre al «comitato operativo allargato», Di Maio — da Reggio Emilia — gli fa eco: «Il direttorio allargato? Non c’è nulla di nuovo. Casaleggio ha fatto chiarezza come sempre con la sua solita precisione».
Intanto si preparano le prossime battaglie e si delinea sempre più la silhouette futura del Movimento. In una parola: competenza. Occhi puntati su chi lavora in commissione. Nei prossimi mesi, a partire da Imola, si cercherà di rendere più visibili agli attivisti i responsabili delle varie iniziative: un «chi fa cosa» per mettere in rilievo il lavoro svolto in questi anni in Parlamento e creare dei punti di riferimento identificabili a seconda delle tematiche.