La smentita di Conte all’ultimatum di Grillo sul secondo mandato e quel piccolo particolare sulla proprietà del simbolo dei 5 Stelle

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-28

Il Presidente M5S ha provato a dire che non c’è stato alcun aut aut. Ma ci sono dei dettagli che indicano come il garanta abbia in mano una carta fondamentale in vista del voto del 25 settembre

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L’indiscrezione è stata smentita: non ci sarebbe stato alcun ultimatum fatto da Beppe Grillo a Giuseppe Conte sulle deroghe al vincolo del doppio mandato. A negare quella telefonata – raccontata ieri da AdnKronos – è stato lo stesso Presidente del MoVimento 5 Stelle. Insomma, non ci sarebbe alcuna tensione tra i due in vista delle liste elettorali da compilare e presentare entro il 22 agosto in vista del voto del 25 settembre. Ma c’è un aspetto che non è secondario in tutta questa vicenda: la proprietà del simbolo M5S con cui il partito dovrà presentarsi alle prossime elezioni.

Ultimatum Grillo Conte, il leader M5S smentisce ma c’è un “ma”

Questa la nota con cui è stato smentito l’ultimatum Grillo-Conte:

“Tra me e Beppe Grillo non c’è stata nessuna telefonata ieri sera. Smentisco categoricamente tutte le indiscrezioni in merito a un suo aut aut su questioni interne al Movimento. Abbiamo di fronte una grande battaglia da combattere tutti insieme per il Paese, guardiamo uniti nella stessa direzione”.

Insomma, non ci sarebbe stato alcun “aut aut” da parte del garante. Nessuna minaccia di addio qualora arrivassero delle deroghe al vincolo del doppio mandato. Perché, stando alle regole attuali, 49 parlamentari non potranno ricandidarsi alle prossime elezioni. E tra di loro ci sono anche alcuni dei fedelissimi, uomini e donne di fiducia, di Giuseppe Conte. Quelli che il Presidente pentastellato vorrebbe avere al suo fianco.

Ed è qui che subentra un altro aspetto che non è affatto secondario: quello del simbolo elettorale dl MoVimento 5 Stelle. Perché la proprietà del logo pentastellato, come conferma Il Messaggero, è proprio di Beppe Grillo. In particolare, il comico genovese a “tenuto in vita l’Associazione M5S del 2013 con sede a Genova, ovvero l’organizzazione che costituiva la base giuridica del partito”. E quell’associazione detiene i diritti del simbolo del MoVimento. E per questo, il quotidiano romano definisce “ricatto” l’ultimatum di Grillo:

Il timore dell’ex premier, infatti, è che il comico genovese stia trascinando per le lunghe la questione delle deroghe al doppio mandato per arrivare al momento in cui la nascita di un partito di Conte diventerebbe impossibile a causa dei tempi lunghi necessari a raccogliere le firme per la presentazione delle liste e degli altri adempimenti burocratici.

Ed è qui che subentra il tema del simbolo. Qualora Grillo abbandonasse il ruolo di garante – nonostante la smentita -, potrebbe portare via con sé il simbolo del MoVimento 5 Stelle (in queste ore si sta parlando di un nuovo logo con il nome di Conte in primo piano). Dunque, il partito di Giuseppe Conte dovrebbe ripartire da zero, senza poter utilizzare quel logo alle prossime elezioni. Il cantiere, dunque, è apertissimo. Nonostante le smentite di rito.

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