Tutti i comunisti contro Tsipras

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-01-26

In Italia e in Grecia le reazioni della sinistra ultraradicale contro il leader greco e Syriza sono state rabbiose. «Servo del capitale», era la frase più gentile

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La vittoria di Tsipras non è proprio andata giù ai comunisti greci e italiani. E da quando è stato annunciato che il leader di Syriza ha una nuova maggioranza con la quale porterà avanti il suo programma per ridiscutere i debiti della Grecia in Europa, non fanno certo nessun mistero di aver capito tutto anche stavolta: Tsipras prenderà ordini «dal capitalismo UE ed USA», rimane un servo di capitale, è amico dei Bilderberg (sì, anche questa).
 
MARCO RIZZO E TSIPRAS SERVO DEL CAPITALE
Ma andiamo con ordine: Marco Rizzo del Partito Comunista era oggi ad Omnibus e ha anche rilasciato sul suo sito una dichiarazione chiara e circoncisa (cit.) contro quel controrivoluzionario di BellaTsì:

La netta vittoria di Tsipras lo obbligherà ora a governare. L’inganno sara’ così svelato. La Grecia di Tsipras continuerà a prendere gli ordini dalla Troika e dal capitalismo internazionale UE e USA . Fino a poco tempo fa il capitalismo ed i suoi media costruivano il consenso, oggi organizzano anche il dissenso. Oggi in Grecia con Syriza, domani in Spagna con Podemos. I margini del riformismo sono finiti ed i fatti lo dimostreranno. L’unica alternativa per i popoli e’ il socialismo-comunismo, ma proprio per questo il capitalismo aiuta chi non prospetta un vero e proprio cambio del sistema e teme chi, come i nostri compagni del KKE, ne sono i coerenti propugnatori.

MARCO RIZZO TSIPRAS
Rizzo, che sabato era a Livorno per l’inaugurazione di una sede del suo Partito Comunista, ha le idee più che chiare. E anche su Twitter non ha rinunciato a smascherare le contraddizioni del Capitale (semicit.):


La partita non finisce qui. Perché c’è anche Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori invece ha un’opinione leggermente più articolata (giusto un diecimila caratteri), che qui proviamo, con l’immeritato mestiere del correttore di bozze della Pravda, a sintetizzare:

Potranno conciliarsi le promesse al popolo con le promesse agli oppressori del popolo?
Syriza punta le proprie carte sulla negoziazione del debito pubblico col capitale finanziario europeo e con gli stati imperialisti del vecchio continente. Tsipras vuole convincere gli strozzini della popolazione greca che una riduzione concordata dell’enorme debito è nel loro stesso interesse:“ se ci riducete il debito saremo in grado di pagarvelo”. Il calcolo si basa sul fatto che il grosso del debito greco non è più oggi come sei anni fa nella pancia delle banche private tedesche e francesi, ma è nelle mani di BCE, FMI, Stati europei. La ristrutturazione del debito che Tsipras chiede conta su margini negoziali più “politici” e dunque più ampi che in passato.
Vedremo se il calcolo è fondato. Vedremo se, e in che misura, gli Stati imperialisti che detengono il debito greco ( Germania, Francia, Italia) saranno disponibili a un sacrificio di cassa. Vedremo se, e in che misura, la BCE, già terreno di difficile composizione di interessi nazionali contrastanti, troverà margini negoziali significativi col governo Syriza. La preoccupazione di aprire la diga, tanto più alla vigilia delle elezioni spagnole, sarà in qualche modo presente. Una possibile soluzione negoziale potrebbe riguardare i tempi di pagamento degli interessi sul debito, più che la sua riduzione. Ma è presto per fare previsioni

Ma già che ci siamo, leggiamo invece la ricetta di Ferrando per la Grecia:

Annullamento unilaterale del debito pubblico della Grecia!
Nazionalizzazione delle banche, senza indennizzo per i grandi azionisti, e loro unificazione in una unica banca di Stato, sotto controllo sociale!
Esproprio degli armatori, della grande industria alimentare, dell’industria farmaceutica, e di tutti i grandi gruppi capitalistici, sotto controllo dei lavoratori!
Sviluppo della autorganizzazione operaia e popolare, e suo coordinamento nazionale
Solo un governo operaio e popolare, basato sulla forza e l’organizzazione dei lavoratori e della mobilitazione di massa potrà realizzare queste misure di svolta.
Questo programma anticapitalista è l’unica reale soluzione del dramma sociale della Grecia. L’esperienza di ogni giorno proverà che nella camicia di forza del capitalismo greco ed europeo nessuna svolta reale sarà possibile. Solo una rottura anticapitalista potrà aprire una nuova via.
Occorrerà portare questa proposta rivoluzionaria fra le masse, a partire da quelle che hanno visto in Syriza, illusoriamente, la risposta alla propria domanda di svolta. Ogni politica settaria verso la base di massa di Syriza va bandita. Il settarismo burocratico del KKE è stato il miglio regalo a Tsipras. Si tratta di far fronte comune col sentimento di massa che chiede la svolta volgendolo progressivamente contro la politica del governo.
La politica dei bolscevichi verso il governo Kerensky è una buona scuola per la politica dei rivoluzionari greci.

tsipras comunista
E I COMUNISTI GRECI?
Poi ci sono i comunisti greci. Il cui leader Dimitris Koutsoumpas ha rilasciato un’intervista qualche giorno fa ad Affari Italiani. Citando la “Bilderberg di Como”, riferimento alla partecipazione di Tsipras al Forum Ambrosetti:

“SYRIZA dà credibilità ai quartier generali americani ed europei, sono eclatanti le rassicurazioni date da Tsipras in Texas, a Bruxelles, alla “Bilderberg” Italiana di Como, alla City di Londra, in comunione con tutta l’elite della plutocrazia. Collabora con la Confindustria Greca (ΣΕΒ) e ha il sostegno di grandi imprese, di una parte potente della borghesia che crede che con la nuova socialdemocrazia, con la fraseologia della “finta sinistra”, intrappolerà i lavoratori e disarmerà il movimento operaio popolare per fare i suoi interessi. In base a quello che abbiamo appena detto, ma anche l’esperienza storica di cui ci avvaliamo, un tale atteggiamento del Partito Comunista, di partecipazione o anche di tolleranza ad un governo di gestione di questo sistema marcio sarebbe un grosso errore, che danneggerebbe i lavoratori e il popolo. Disarmerebbe i lavoratori, che avrebbero perso il loro reale sostegno alle lotte. Il KKE non è disposto a contribuire ai requisiti dei monopoli per aumentare la loro redditività con un governo di «sinistra». Non appoggeremo l’illusione che questo sistema marcio e la UE possano eventualmente essere «guariti». Risponderemo con la speranza del cambiamento reale, che non sta nella rotazione dei gestori di governo, né nella strada di sviluppo capitalistico, bensì nel conflitto con la barbarie odierna e nella concentrazione di forze sociali per il cambiamento del potere politico, e per far prendere la situazione in mano ai lavoratori”.

Il leader dei comunisti greci ha anche preconizzato, già che c’era, la crisi del capitalismo:

La manifestazione della crisi capitalista, non solo in Grecia ma anche nei paesi più potenti, e l’intensificarsi delle concorrenze per quote di mercati, per i fondi energetici, per le vie di trasporto, dimostrano che questo sistema è arrivato alla sua fine. Le guerre che scoppiano con vari mezzi mostrano gli enormi rischi per i popoli. A questa barbarie possono mettere fine solo i rapporti di produzione socialista-comunisti, che soddisfaranno i bisogni sociali attuali. È importante che i partiti comunisti imparino anche dal corso storico, a trarre conclusioni per plasmare una strategia rivoluzionaria attuale, condizione necessaria per la concentrazione di forze e per il nuovo «assalto della classe operaia al cielo»”

Insomma, ai comunisti Tsipras proprio non piace. Chissà se questo varrà come esimente per la Merkel.

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