Politica
Il botta e risposta tra Travaglio e Saviano sul Fatto
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-07-24
Lo scrittore scrive al direttore per ricordargli che “E allora il PD?” non è un’argomentazione. Travaglio spiega le sue perplessità su Salvini e M5S e infine chiude
Oggi il Fatto Quotidiano ospita in prima pagina un botta e risposta tra lo scrittore Roberto Saviano e il direttore Marco Travaglio su un argomento non difficile da indovinare: Matteo Salvini. La causa scatenante del dibattito è un editoriale di Travaglio pubblicato qualche giorno fa in cui, commentando la sentenza del processo sulla Trattativa, metteva a paragone quelli che secondo lui erano i veri “ministri della Mala Vita” con l’attuale responsabile dell’Interno. La replica di Saviano parte da qui e comincia in maniera piuttosto fulminea:
Il tuo commento alla sentenza emessa nel processo trattativa, il racconto delle responsabilità accertate in primo grado, lo utilizzi per dirmi che erano quelli i ministri della Mala Vita e non Salvini? Non capisco e non credo si tratti di una versione più paludata dell’inflazionato “e allora il Pd?”. […]
Sto leggendo con attenzione le inchieste del tuo giornale sull’inferno libico e sulle nefandezze della Guardia costiera di quello Stato in disarmo e mi sembra chetale sia l’orrore raccontato, che le parole di Matteo Salvini e dei ministri di punta dei 5 stelle contro le Ong siano del tutto inaccettabili. Ho l’impressione che i colpi inferti in queste poche settimane all’idea di Stato di diritto rappresentino una escalation che forse non tutti comprendono. E non regge neppure l’idea di Salvini cattivo, 5 stelle buoni.[…]
Toninelli ha mentito in maniera continuata sulla apertura/ chiusura dei porti e, cosa più grave, lo ha fatto con esseri umani sofferenti in mare. Credo sia evidente a tutti come Salvini sia nella totale disponibilità di Vladimir Putin,che condivide con Donald Trump il superamento dell’Europa, per finalità evidenti di spartizione. Lo afferma lui continuamente, non lo dico io. Purtroppo chi dovrebbe bilanciare(pia illusione) tutto ciò, continua a fare campagna elettorale, in maniera distinta sui temi, ma non nei modi.
Saviano prosegue ricordando che anche il giornale di Travaglio ha scritto che Di Maio ha mentito sulla ricezione dei numeri dell’ISTAT sul decreto dignità. Poi conclude così:
A questo proposito, mi ha molto colpito il titolo dell’intervista che gli hai fatto nei giorni scorsi, “Ecco chi sono”: non mi pare rassicurante che a distanza di settimane dal suo insediamento, sia lo stesso presidente a porsi il problema di dover spiegare lui chi è e ti posso assicurare che ancora oggi io non ho idea di chi sia e a chi risponda poiché lo si è visto sempre, e in maniera anche poco dignitosa, accucciarsi non appena richiamato all’ordine.
Però, su Salvini, voglio cogliere il tuo suggerimento, anche per evitare altre querele su carta intestata del ministero: da oggi per me il ministro della Mala Vita diventa il cagnolino di Putin. Ai 5stelle la scelta di seguire il capo branco o essere qualcos’altro. Ma perché ci riescano c’è bisogno di maggiore rigore, soprattutto da parte di chi negli anni ha dimostrato di saperlo fare con inflessibilità.
La risposta di Travaglio parte dalla citazione della frase “incriminata” che ha scatenato il dibattito – “Caro Roberto Saviano, chi governa merita certamente le critiche più feroci. Ma prima dev’essere chiaro a tutti quali ‘ministri (e governi) della malavita’ hanno infestato l’Italia fino a quattro mesi fa” – e poi spiega:
No, volevo dirti semplicemente quello che ti ho scritto: le critiche a questo governo quando sbaglia, come a tutti i governi quando sbagliano, sono doverose. Ma, in tema di mafie, a questo governo nato due mesi scarsi fa non si può (ancora?) rimproverare nulla.
Perciò non ho capito la tua definizione di Salvini “ministro della malavita”. E non perché io nutra simpatie per Salvini: il quale, prima di provarci con te, ha querelato per ben 7 volte me e il Fatto, uscendo sempre sconfitto (te lo dico perché hai ottime speranze di vincere anche tu).
Bensì perché sono anch’io preoccupato per le sue sparate razziste, le sue politiche xenofobe e i suoi rapporti con Putin, ma ancor più per la folla plaudente e tracimante che si assiepa sotto il suo balcone (o la sua ruspa). E temo che le tue denunce su quei temi escano non rafforzate, ma indebolite dall’attribuirgli condotte o relazioni malavitose.
E infine chiude così:
Infine: lo so anch’io che la Lega non è il nuovo, e non solo perché è il partito più antico su piazza; e che i 5Stelle già manifestano molti vizi del “vecchio”. Ma è indubbio che il voto degli italiani, il 4 marzo, abbia spazzato via un sistema di potere consociativo che aveva retto l’Ita lia per 24 anni e che affonda le sue radici proprio nella trattativa bipartisan Stato-mafia. Che storicamente fu avviata sotto il vecchio centrosinistra (governi Amato e Ciampi) e chiusa dal Berlusconi I, ma poi proseguita con una serie sciagurata di norme bipartisan che hanno smantellato il meglio dell’antimafia.
Infatti solo ora che i vecchi centrodestra e centrosinistra sono out si intravede qualche spiraglio di luce su quella stagione nera, lasciata al buio da quel sistema per un quarto di secolo. Merito di Salvini o dei 5Stelle? No, colpa di chi c’era prima. Che va sempre ricordato, perché ci aiuta a comprendere quel che accade oggi.