Torna a casa anche il console Tommaso Claudi, ultimo italiano a lasciare l’Afghanistan

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Il console italiano è partito sull'ultimo volo da Kabul insieme all'ambasciatore Stefano Pontecorvo, i militari e i carabinieri rimasti fino a oggi in Afghanistan per coordinare il rientro dei nostro connazionali e dei cittadini afghani che hanno collaborato con il nostro Paese

L’immagine di lui mentre mette in salvo dalla calca, fuori dal muro di cinta dell’aeroporto di Kabul, un bambino terrorizzato resterà nella storia. E adesso, dopo aver svolto il proprio compito (e aver fatto anche di più), il console italiano in Afghanistan Tommaso Claudi sta tornando a casa. Era rimasto lì fino alla fine per coordinare i rimpatri dei nostri connazionali e aiutare tutte quelle persone in difficoltà. Non ha mai abbandonato lo scalo afghano per rimanere sempre aggiornato e in prima linea in questo momento difficilissimo e reso ancor più terribile dall’attentato kamikaze di giovedì pomeriggio.



Tommaso Claudi torna in Italia, partito con l’ultimo volo da Kabul

Ad annunciare il ritorno di Tommaso Claudi in Italia è stato il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Nelle prossime ore ripartirà l’ultimo C-130 italiano da Kabul sul quale saranno a bordo sia il console Claudi, l’ambasciatore Pontecorvo ed i militari ed i carabinieri che hanno contribuito alle operazioni di evacuazione”. Ora che è già scoccata, con l’aereo che arriverà all’aeroporto di Ciampino intorno alle 22.

L’ultimo volo (in totale hanno lasciato il Paese, grazie all’intervento italiano, tutti i nostri connazionali che hanno voluto e 4.900 profughi afghani), insieme a gli altri nostri connazionali che erano rimasti a Kabul. In sua compagnia, come confermato dalla Farnesina, ci sarà anche il nostro ambasciatore che, prima di lasciare il Paese, ha voluto ringraziare la Nato: “Lasciando Kabul con il cuore pesante. La mia gratitudine a tutti gli alleati della NATO per il massiccio sforzo di evacuazione dall’Afghanistan nonostante tutte le sfide. La NATO ha svolto un ruolo chiave nel far uscire migliaia di persone e si è impegnata a portare altri in salvo. Un grazie anche all’Italia per averci fatto volare via”.



Il console designato che non è fuggito davanti alle difficoltà

Se Pontecorvo ringrazia l’Italia per averlo fatto tornare a casa, il nostro Paese (e il mondo intero) si toglie il cappello davanti a Tommaso. Diventato “console” un po’ per caso – ovviamente non si fa riferimento alle sue evidenti capacità -, è diventato la figura simbolo dell’aiuto verso i cittadini afghani. Era lì a Kabul come segretario commerciale, ma è stato promosso “console ad interim” dopo che i suoi “superiori” avevano lasciato il Paese dopo il ritorno dei talebani. E ora anche lui è pronto al ritorno: prima a Ciampino – rimarrà sicuramente qualche giorno a Roma per riferire sulla situazione in Afghanistan – poi in direzione Camerino (sua città natale).

L’ultimo ad andare via, come il vero capitano di una barca in avaria che rimane al timone fino a che tutti passeggeri non sono stati messi in salvo (e il paragone con Schettino e la Costa Concordia è tanto scontato quanto attuale). Più incisivo di chi dall’Italia, tra una comoda poltrona parlamentare e un collegamento in diretta televisiva post-abbronzatura, non ha ben capito cosa stia accadendo in Afghanistan e quanto la vita sia molto più complicata di annunci di guerra sui social (Salvini, chiaro). Insomma, Tommaso Claudi lascia l’Afghanistan come ultimo, dopo esser stato il primo: sempre in prima linea.