Tom Daley lavora a maglia sugli spalti: il campione dei tuffi vende creazioni per la comunità Lgbtiq+

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-01

Il neo-campione olimpico nei tuffi, il britannico Tom Daley, “pizzicato” dalle telecamere mentre – sugli spalti – lavora a maglia. Ha una pagina Instagram dove vende le sue creazioni e devolve il ricavato per la comunità Lgbtiq+

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Due sono le grandi passioni di Tom Daley: i tuffi e il lavoro a maglia. Il campione inglese, fresco di medaglia d’oro insieme a Matty Lee nella piattaforma sincro, è stato “pizzicato” dalle telecamere sugli spalti alla finale femminile del trampolino da 3 metri mentre tirava fuori i ferri circolari e si metteva a “sferruzzare” con indosso la canottiera della nazionale britannica.

Lui stesso, dopo essere salito sul gradino più alto lo scorso 26 luglio, aveva raccontato come il lavoro all’uncinetto lo abbia aiutato a rilassarsi durante la preparazione dei Giochi: l’atleta britannico ha persino una pagina Instagram da centomila follower dedicata al suo hobby, intitolata ” Made with love by Tom Daley”, dove mette in mostra i suoi prodotti e poi le mette all’asta, devolvendo tutto il ricavato alle case famiglia per ragazzi Lgbtq+ cacciati di casa.

Daley si è speso molto contro l’omotransfobia durante questa edizione dei giochi: dopo la sua vittoria si era dichiarato  “incredibilmente orgoglioso di poter dire di essere gay e campione olimpico”. Daley fa parlare di sé quindi anche al di fuori della piscina: è sposato con lo sceneggiatore premio Oscar Dustin Lance Black, con il quale ha avuto un figlio da madre surrogata, ed è testimonial di una marca di pannolini. Il suo gesto ha animato il dibattito social, tra chi – con veemenza – ha voluto leggerci un modo per attirare su di sé l’attenzione delle telecamere, e chi ha ritenuto fosse un genuino momento di relax dopo lo stress delle gare.

Daley ha anche realizzato a maglia un “portamedaglia” per l’oro da poco conquistato. La sua carriera subacquea è iniziata quando aveva appena quattordici anni a Pechino 2008: con Tokyo che ha quindi segnato la sua quarta Olimpiade. “Spero solo che la mia storia – ha dichiarato – ispiri i giovani gay a non sentirsi mai soli e realizzare che si può ottenere qualsiasi cosa”.

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