Il “tiraggiro” entra nei neologismi della Treccani dopo Euro 2020

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-25

L’entusiasmo per la vittoria dell’Italia a Euro 2020 ha portato l’espressione “tiraggiro”, ossia il “tiro a giro” con cui Lorenzo Insigne ha segnato contro il Belgio, a entrare tra i neologismi della Treccani

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Lorenzo Insigne salta di netto il belga Youri Tielemans sulla fascia sinistra, avanza palla al piede e – vedendo che nessuno dalla difesa dei Diavoli Rossi esce per contrastarlo – lascia partire un destro che curva e si insacca morbidamente per il 2-0 dell’Italia nei quarti di finale di Euro 2020. Era lo scorso 2 luglio, e la nazionale si guadagnava un posto in semifinale a Wembley contro la Spagna grazie a un “tiro a giro” del suo attaccante napoletano. E da quel momento questa espressione è entrata sempre di più nel linguaggio narrativo degli ultimi Europei, tra scherzi dei telecronisti e degli stessi compagni di squadra, in particolare nella sua accezione napoletana, “o tir a giro”, accorpato nella parola “tiraggiro”.

Talmente iconico da essere entrato addirittura nella sezione “neologismi” del 2021 della Treccani, l’enciclopedia italiana di scienza, lettere e arti considerata probabilmente la massima impresa editoriale italiana in ambito culturale. La definizione della Treccani è: “Nel calcio, il tiro a giro, fatto colpendo il pallone in modo da imprimergli un forte effetto a rientrare”. Appartiene al linguaggio familiare, essendo nata appunto come “scherzo” in un contesto informale.

A corollario della definizione, l’enciclopedia fornisce le fonti che hanno di fatto legittimato l’ingresso di questo neologismo nel linguaggio comune: vengono citati articoli di giornali come Il Mattino, Il Corriere dello Sport, Repubblica e Il Sole 24 Ore, che – spesso accostandolo proprio a Insigne – hanno menzionato il “tiraggiro” scritto così com’è. Da gesto tecnico di preggevole fattura a parola di uso accettato: il tiro a giro richiede particolare tecnica e abilità da parte del calciatore che lo prova, e – se eseguito bene – è potenzialmente impossibile da parare. Il pallone, colpito con il collo interno del piede, si alza e segue una parabola che lo fa rientrare ed abbassarsi di colpo, rendendo vano l’intervento del portiere. Inizialmente era conosciuto come “tiro alla Del Piero”, perché il campione della Juventus tra il 1994 e il 1995 segnò diversi gol in questo modo, in particolare in Champions League, quando gli riuscì in tre partite nel giro di un mese contro Borussia Dortmund, Steaua Bucarest e Celtic Glasgow.

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