Cultura e scienze
Lo scienziato americano ai politici italiani: la legge sui circhi è basata su studi manipolati
Giulia Corsini 24/07/2017
Pubblichiamo la lettera aperta che il professor Ted Friend ha inviato ai parlamentari italiani riguardo la legge sugli animali nei circhi, che utilizza una serie di suoi studi i quali, racconta, sono stati manipolati e volutamente malinterpretati EDIT: con una replica di Harris in calce all’articolo
Egregi Onorevoli e Stimabili Dottori,
Scrivo a Voi per renderVi edotti che il sottoscritto è stato contattato da diversi veterinari e scienziati italiani preoccupati per la proposta di legge che riguarda l’abolizione degli animali nei circhi. Il divieto degli animali nei circhi è attualmente un argomento molto controverso di fronte all’opinione pubblica a causa della disinformazione dilagante operata dai gruppi animalisti la quale ha portato persino ad un’interpretazione errata della letteratura scientifica in materia.
Dei veterinari italiani mi hanno riferito che la decisione di vietare gli animali nei circhi è basata sulla documentazione presentata dalla LAV (Lega Anti Vivisezione) le cui “posizioni ufficiali” ivi riportate(FVE, FNOVI, EUROGROUP4ANIMALS) sono a loro volta basate principalmente sui lavori del Prof. Stephen Harris (nei quali egli ha manipolato i risultati dei MIEI studi per giustificare le proprie tesi) oltre che il parere di parte di altri animalisti.
Indicheremo i seguenti articoli come “i report di Harris”:
– A review of the welfare of wild animals in circuses – Stephen Harris, Graziella Iossa, & Carl D. Soulsbury – 2006, non pubblicato, commissionato da RSPCA.
– Are wild animals suited to a travelling circus life?”- G.Iossa, C.D. Soulsbury and S. Harris (2009) Animal Welfare. 18:129-140.
– The welfare of wild animals in traveling circuses – J. Dorning, S. Harris and H. Pickett (2016), tesi non pubblicata.
(ndR si tratta di review, ovvero raccolte e analisi della letteratura scientifica prodotta in materia)
Tutte queste relazioni sono molto simili e citano i miei studi numerose volte. La mancanza di obiettività e la presentazione faziosa dei lavori sugli animali dei circhi nei cosiddetti Report di Harris è una vera sventura perché i gruppi animalisti stanno dipingendo questi lavori come uno studio scientifico definitivo sul tema. Ancora più preoccupante è che molti gruppi di veterinari abbiano adottato queste relazioni senza conoscere i loro grossi difetti. Sono amareggiato che pochissime persone abbiano deciso di leggere queste relazioni e le pubblicazioni citate in esse, scoprendo che Harris ha stravolto completamente il significato delle mie scoperte.
Comincerò questa lettera con una breve presentazione del sottoscritto e poi esaminerò alcuni degli elementi più comici dei report di Harris. Se desiderate un’analisi più approfondita di questi lavori sono a Vostra completa disposizione.
Sono uno Scienziato che si occupa di Scienze Animali, Diplomato al College Americano di Scienze Comportamentali Applicate. Si tratta della più alta attestazione possibile nel campo delle Scienze Comportamentali Applicate. Ho condotto studi sul comportamento e sullo stress su numerose specie animali da oltre trent’anni. Sono stato Professore e Membro presso il Dipartimento di Scienze Animali della Texas A & M University per 38 anni, dove ero a capo dell’equipe di scienziati che si occupano di Benessere Animale. Sono andato in pensione due anni fa, dopo una carriera di successo come avvocato degli animali, conducendo una ricerca scientifica oggettiva e applicando la logica di base per aiutare i legislatori e politici a prendere decisioni documentate sulle tematiche concernenti il benessere degli animali.
Nel 1986 l’Animal Protection Institute (con sede a Sacramento, in California e ora si chiama Born Free USA) mi ha nominato Umanitario dell’Anno, perché le mie ricerche hanno documentato i problemi relativi al benessere dei vitelli a carne bianca allevati in gabbie strette. L’industria del vitello degli Stati Uniti ha recentemente annunciato di abbandonare questa tipologia di gabbie. L’API ha riconosciuto anche l’importanza di altre mie ricerche che per loro sono state la chiave per ottenere un’ingiunzione federale contro un programma dell’USDA che richiedeva la marchiatura a fuoco delle vacche da latte sulla mascella. Abbiamo chiaramente dimostrato che la marchiatura a freddo era un’alternativa valida e meno dolorosa.
D’altra parte, le mie ricerche sugli animali del circo sono state prese in causa nel 2014, quando l’API / Born Free è stata una delle numerose associazioni animaliste costrette a risarcire il Ringling Brothers Circus di ben 15,75 milioni di dollari. Un giudice federale statunitense ha trovato le loro accuse sulla detenzione degli elefanti del circo come “futili”, “vessanti”, “infondate e senza logica fin dal principio”. Infatti, la sentenza afferma che il principale testimone delle associazioni animaliste, Tom Rider, sia stato più volte incriminato, infatti è stato “polverizzato” a giudizio incrociato”. La Corte ha constatato che egli era essenzialmente un testimone finanziato dalle associazioni animaliste per affermare il falso … “(Caso 1: 03-cv-02006-EGS Documento 559 Archiviato 12 / 30/09 Pagina 19 di 57)
Nel 2001, il programma di Animal and Plant Health Inspection Service Animal Care del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA APHIS Animal Care, programma di USDA che esegue controlli sul benessere animale in laboratori di ricerca, zoo e circhi) ha finanziato il sottoscritto per condurre una serie di studi sul benessere degli elefanti e dei grandii felini negli spettacoli viaggianti. I miei studi sugli elefanti e sulle tigri hanno portato alla pubblicazione di ben undici articoli scientifici (in allegato, in fondo alla mail). Ho acquistato una roulotte per il progetto, e ho viaggiato insieme a massimo dieci tesisti e ricercatori universitari con otto diversi circhi nell’arco di sei anni, dalla California a New York. La nostra roulotte era di solito parcheggiata proprio davanti agli elefanti o alle tigri per facilitare la raccolta dei dati e per monitorare qualsiasi aspetto concernente il benessere animale.
Ho continuato ad essere attivo in questioni che concernono gli animali esotici, attualmente sono membro del comitato scientifico dell’American Humane’s Humane Conservation Program, che svolge controlli sul benessere degli animali in zoo, acquari e altre strutture legate alla conservazione delle specie animali.
I miei studi sono stati citati numerose volte da sia dalle fazioni pro-circo che dalle fazioni anti-circo. Ad esempio, l’associazione anti-circo Animal Defenders International (ADI, l’associazione animalista che ha confezionato il film The Lion Ark presentato al Senato n.d.R.) ha pubblicato nel 2006 un rapporto intitolato: “Animals in Traveling Circuses: The Science of Suffering”.
ADI ha citato i miei studi almeno sei volte, che è circa sei volte più di quanto mi abbia mai citato chiunque altro. Senza ombra di dubbio l’ADI mi ha considerato come uno dei massimi esperti degli animali del circo, peccato che abbiano utilizzato i miei lavori per affermare il contrario di quanto io abbia scoperto.
Siccome i lavori del prof. Harris sono molto simili tra loro, focalizzerò la mia analisi su quello più recente, il lavoro del 2016: “The welfare of wild animals in traveling circuses”.
Appena ho iniziato a leggere la prima pagina del rapporto, “Background”, in me è scattata una campanella d’allarme.
Il primo e più grande studio sul benessere degli animali del circo mai fatto è stato commissionato dalla Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals nel 1990 e non è stato neppure preso in considerazione! (la RSPCA nel 2006 ha commissionato successivamente al gruppo di S. Harris A review of the welfare of wild animals in circuses – Stephen Harris, Graziella Iossa, & Carl D. Soulsbury n.d.R.)
Perché mai qualcuno nell’Unione Europea dovrebbe ignorare lo studio della dottoressa Marthe Kiley-Worthington condotto sui circhi e sugli zoo in Inghilterra “Animals in Circuses and Zoos (Little Eco-Farms Publishing, distributed by Aardvark Publishing, Essex,Inghilterra )?
La RSPCA al tempo aveva finanziato la dr. Kiley-Worthington per condurre questo studio della durata di due anni e lo ha fatto a causa delle posizioni animaliste della scienziata.
Ma poi, una volta che la Worthington giunse alle sue conclusioni, la RSPCA si accanì ferocemente contro di lei.
Le conclusioni a cui la scienziata è giunta sono le seguenti (pag. 220 delle conclusioni, in allegato una copia della copertina del suo libro):
“Questo studio dimostra come il benessere degli animali nei circhi, giudicati su criteri fisici e psicologici, non è così inferiore rispetto a quello di altri sistemi di detenzione degli animali come gli zoo, le stalle, i canili… Per questo è irrazionale prendere una posizione contro i circhi basandosi sull’idea che gli animali soffrano per forza di cose, a meno che non si prenda la stessa posizione contro gli zoo, le stalle, le scuderie, i canili, gli animali da compagnia e tutti gli altri sistemi che concernono la custodia degli animali da parte dell’uomo.”
Non c’è dubbio che la RSPCA e altri gruppi animalisti con il tempo abbiano imparato a essere molto più selettivi quando cercano professionisti che stilino i loro rapporti.
Il problema di base però è il seguente: se uno scienziato non è d’accordo con le conclusioni di un’altra persona va bene, purché spieghi il motivo. Pretendere che un lavoro di questo genere non esista perché non supporta la propria opinione è antiscienza.”
Un altro fondamentale lavoro che è stato ignorato è stato il Radford Report. A mio avviso il Radford Report per la sua importanza avrebbe dovuto essere preso seriamente in discussione nel rapporto di Harris.
ll Department of Environment Food and Rural Affairs (Defra) aveva istituito un comitato di esperti per la relazione del Radford Report costituito da un gruppo equilibrato di sei accademici con l’incarico di “fornire e considerare le prove scientifiche relative alle esigenze legate al trasporto e alloggio delle specie non domestiche”. Sono stato membro di quel gruppo di esperti e ci siamo riuniti nel corso del 2007, proprio un anno dopo la review di Harris del 2006, la quale aveva scatenato un vivace dibattito sul divieto degli animali del circo nel Regno Unito ed ha portato proprio all’istituzione del panel di esperti. Il Report di cui sopra è stato un esame approfondito del benessere degli animali dei circhi sulla documentazione portata da entrambi gli esperti delle due fazioni (animalista e circense) e questo si differenzia dai lavori di Harris che sono stati redatti esclusivamente da autori impiegati nella propaganda contro i circhi.
Si noti che l’Autrice Heather Pickett, una dei responsabili dell’ultimo report di Harris, scrive addirittura nel suo profilo LinkedIn che i suoi principali clienti sono le associazioni animaliste e il suo lavoro è “raccogliere le principali prove scientifiche per costruire un caso convincente per un’efficace azione di propaganda, raccolte fondi e lobbying.” dice che il suo “lavoro è stato determinante per il raggiungimento dei cambiamenti politici in UK e nell’Unione europea e presso le grandi aziende ”
Nel Radford Report abbiamo concluso che non esistono prove scientifiche per giustificare un divieto degli animali del circo basandosi sulla valutazione del benessere animale.
Ancora una volta, Dorning, Harris e Pickett (2016) non vogliono accettare queste conclusioni. Sono dell’avviso che loro siano eticamente obbligati a giustificare il motivo per cui non accettino questi risultati. Ignorare completamente il Radford Report e concludere che “la letteratura scientifica…. è favorevole al divieto degli animali nei circhi “è semplicemente antiscientifico.
Ho anche dei dubbi sulla validità del questionario che Dorning, Harris e Pickett hanno presentato nella relazione del 2016. Al tempo avevo ricevuto diverse telefonate da persone che lavorano con gli elefanti, le quali avevano ricevuto il suddetto questionario. Ho anche avuto l’opportunità di parlare con diversi professionisti che lavorano negli zoo e addestratori che lavorano nei circhi subito dopo che lo hanno ricevuto. Tutti erano preoccupati riguardo l’obiettività del gruppo di Bristol e mi hanno detto che non avrebbero risposto alle domande. Dissi loro che anche io ero allarmato, tuttavia ho compilato il questionario. Sono preoccupato che, a causa della scarsa risposta da parte di professionisti che conoscevano già i bias del gruppo di Harris, la loro indagine sia risultata fortemente a favore della controparte animalista. C’è anche da dire anche che le domande dell’indagine sono state formulate in modo che le risposte vengano pilotate e non c’era modo in cui le persone intervistate potessero evitare di essere mal interpretati.
A mio avviso i “key welfare points” del Report, a partire da pagina 33, sono altamente tendenziosi e si limitano a ripetere il dogma animalista. Gli Autori ignorano il semplice fatto che la maggior parte degli animali da circo sono abituati allo stile di vita e ai viaggi circensi, esattamente come accade per i cani da lavoro o i cavalli da show. La sezione dedicata alla Mortalità e alle Malattie fornisce una sequela di rari problemi che possono verificarsi anche nei cani da compagnia e nei cavalli.
Essi trascurano il semplice fatto che i più longevi elefanti dell’America del Nord da decenni siano stati proprio gli elefanti di circo (basti controllare i libri genealogici). I frequenti viaggi luoghi differenti soddisfano appieno lo stile di vita nomade degli elefanti, fornendo molti più stimoli rispetto alla maggior parte dei giardini zoologici, inoltre il fatto di essere ben addestrati rende il training e le procedure veterinarie molto più semplici e sicure.
L’affermazione a pagina 42 è assurda: “Ogni potenziale contributo degli spettacoli viaggianti e degli zoo itineranti per le attività concernenti l’educazione e la conservazione ha più probabilità di essere marginale”.
Milioni di persone hanno potuto entrare in stretto contatto con tigri, elefanti e altri animali grazie al circo. Non tutte le persone abitano vicino a zoo di buona qualità. Tutti i circhi con cui io e i miei studenti abbiamo viaggiato hanno atteso i loro clienti, che hanno potuto vedere gli animali sia prima che dopo le esibizioni. Sì, è possibile cavalcare un elefante o un cammello, i bambini e gli adulti hanno potuto anche toccare quegli animali e sentire la magia. È difficile ottenere lo stesso interesse per la conservazione degli animali se li abbiamo visti solo in televisione. Questi autori hanno citato brevemente il successo che ha avuto il programma di riproduzione degli elefanti del Ringling Brothers Circus (Feld Entertainment). Per dirla tutta, il programma ha avuto molti più piccoli di elefante che qualsiasi altro zoo, perché i circhi Ringling producevano abbastanza profitti da permettersi di impiegare le il personale migliore e sostenere della ricerca all’avanguardia. Ho chiesto ai ricercatori del Ringling Bros, ai veterinari e ai formatori se sono stati mai stati limitati a causa dei finanziamenti, e tutti hanno risposto di no. Gli altri circhi, gli zoo e gli espositori privati di elefanti si consultavano spesso con i veterinari dei circhi Ringling, che, da quel che so, li hanno sempre aiutati a titolo gratuito. Basti cercare su Google “ Dennis Schmitt”, Medico Veterinario, PhD, e si guardi cosa ha fatto per la International Elephant Foundation. So anche che Ringling (Feld Entertainment) ha avuto un ampio programma di formazione di professionisti che lavorano con elefanti in Sri Lanka (e probabilmente altre parti del mondo). Essi hanno addestrato mahouts in tutto il mondo sulle tecniche moderne di addestramento per cercare di sostituire i tradizionali metodi inumani. Non c’è dubbio che i circhi abbiano fatto molto di più per la conservazione delle specie animali minacciate rispetto al gruppo di Harris. Purtroppo la maggior parte del pubblico americano è stato condizionato dalla propaganda animalista senza porsi alcun dubbio per cui non esiste più il Circo dei Ringling Brothers.
Di seguito sono riportati alcuni esempi specifici dell’uso strumentale che Dorning, Harris e Pickett (2016) hanno fatto dei miei studi per costruire avallare le loro tesi:
Pagina 79. Colonna in basso a sinistra. Gli autori riconoscono che gli animali in cattività mostrano dei comportamenti anticipatori prima di nutrirsi, prima del training o prima di uscire all’aperto “perché questi sono eventi rari positivi” e citano alcuni dei miei articoli a sostegno di tale affermazione. Ma questi eventi positivi non sono certamente “rari” (termine loro) per gli animali del circo. Gli animali del circo vengono nutriti varie volte durante l’arco della giornata (mentre i grandi felini una volta al giorno), abbeverati più volte al giorno, le sessioni di allenamento quotidiano sono comuni e hanno accesso quotidiano allo spazio esterno [1,2,3,4,9,10,11].
Ma questi autori hanno anche abbandonato gli stimoli aggiuntivi provenienti da spettacoli, foto, incontri e saluti. Nel tentativo di negare il positivo, hanno poi usato una “nota” pubblicata sulle volpi che hanno imparato ad anticipare un evento avverso.
Pagina 80. Colonna in mezzo a sinistra. Gli Autori citano alcuni dei miei studi sul comportamento stereotipato nelle nelle tigri e, per sostenere la loro posizione infondata, citano un esperimento condotto su animali di allevamento per sostenere che gli animali che manifestano un comportamento stereotipato per più del 10% dell’arco della giornata hanno “compromesso in modo inaccettabile il benessere” (Broom, D.M. (1983) Stereotypies as animal welfare indicators. In: Smidt, D. (ed.) Indicators relevant to farm animal welfare. The Netherlands: Springer). Questo è assurdo perché la maggior parte delle stereotipie negli animali del circo sono semplicemente comportamenti anticipatori al cibo[1], acqua[1], performance [1,9,10] e trasporto [6,7].
Pagina 85. Colonna in basso a destra. Gli autori ammettono malvolentieri che i frequenti cambi degli animali del circo possano valere come arricchimento ambientale per alcune specie e ovviamente questo è vero. Tuttavia negano ogni possibile vantaggio citando studi condotti su ratti, dove una pulizia regolare delle gabbie “è stata associata ad un aumento del cannibalismo e a una riduzione della maneggevolezza”. (Burn,C.C.& Mason, G.J. (2008) Effect of cage cleaning frequency on laboratory rat reproduction, cannibalism, and welfare. Applied Animal Behaviour Sci., 114:235) Questo può essere vero per i ratti da laboratorio in cui le scie olfattive sono estremamente importanti, ma per gli animali da circo? Se gli animali fossero meno docili ogni volta che il circo ha cambiato location, cosa accadrebbe alle performance? Per caso esistono fenomeni di cannibalismo negli animali del circo?
Pagina 123. In mezzo a destra. Qui gli autori menzionano una trial che il sottoscritto ha condotto su una mandria di elefanti deliberatamente esclusa da uno spettacolo. Ho anche mostrato i video di questo trial in un meeting internazionale della Society for Applied Ethology. In tutte le conferenze e in tutti i documenti scritti, sostengo in modo chiaro che questi elefanti sono stati tenuti in singole mandrie “matriarcali”, costituite da una femmina anziana e da due a quattro femmine più giovani. I keeper sapevano che la mescolanza degli elementi di questi gruppi avrebbe potuto comportare problemi sociali, proprio come avviene in natura, per cui questi elefanti hanno fatto delle passeggiate, sono andati a fare il bagno e sono state trasportati in gruppi separati. In questi video le mandrie degli elefanti hanno anche eseguito le performance nella propria pista. Questo circo aveva una tenda con cinque piste, quindi c’erano cinque gruppi matriarcali. Gli Autori affermano che il fatto che questi elefanti eseguano atti della loro performance quando lasciati fuori dallo spettacolo “potrebbe essere legato all’ansia dovuta alla separazione sociale”. Ovviamente è una sciocchezza.
Inoltre, se si trattasse di “ansia dovuto alla separazione sociale”, perché questi elefanti erano in grado di eseguire atti del loro spettacolo a tempo di musica senza i trainer presenti? [2]
Pagina 124. Sezione intitolata “Riproduzione”. Questa sezione si occupa principalmente di elefanti, ovviamente, poiché le tigri del circo e altre specie si riproducono molto facilmente e quindi c’è una sovrabbondanza di questi animali. Se i rapporti Harris fossero imparziali, perché per la riproduzione ha parlato unicamente degli elefanti e non per esempio delle tigri o di altre specie animali?
Lasciatemi offrire ulteriori chiarimenti su alcune delle dichiarazioni fatte da Harris relative all’accoppiamento degli elefanti.
Nel lavoro del 2016 egli accusa i circhi di collaborare poco con gli zoo per quanto riguarda l’impegno di fare riprodurre gli elefanti. Personalmente posso dire di avere avuto un’esperienza diretta sulla collaborazione tra zoo e circhi quando alcuni dei nostri fisiologi riproduttivi hanno lavorato con il Circo Carson & Barnes venti anni fa.
Quel circo è stato molto orgoglioso del proprio programma di riproduzione, il quale comprendeva anche la raccolta di campioni ematici che venivano spediti allo zoo principale degli Stati Uniti (in Oregon) come parte di un programma comune di riproduzione. Il sangue veniva analizzato in modo da poter valutare i cicli di estrali, il gruppo è stato molto all’avanguardia nello sviluppo di un sistema di ‘inseminazione artificiale negli elefanti, utilizzando lo sperma spedito dallo zoo. loro elefanti sono stati addestrati per sollevare un piede per il campionamento di sangue utilizzando il rinforzo positivo (di solito un panino). Solo un anno o due dopo lo zoo ha concluso il programma, quindi ho chiamato il direttore dello zoo per capire il motivo. Egli mi ha spiegato che gli animalisti avevano parlato della collaborazione tra zoo e circhi e che stavano contrastando le raccolte fondi in sostegno dello zoo. Si era molto scusato per aver fermare il programma perché il circo aveva molti più elefanti dello zoo, ma non aveva altra scelta.
Molti direttori degli zoo mi hanno detto che preferiscono gli elefanti del circo, perchè sono equilibrati, addestrati e in forma fisica migliore rispetto agli elefanti degli zoo. Il consenso generale è che la formazione e la forma fisica degli elefanti del circo aumenti i tassi di fertilità, purtroppo i circhi non viaggiano solitamente con maschi interi per ragioni di sicurezza, inoltre non si poteva riprodurre gli elefanti durante il viaggio per massimizzare concepimenti.
Recentemente alcuni circhi e proprietari indipendenti si sono arresi con l’allevamento degli elefanti a causa delle pressioni esercitate dagli animalisti. È comico che i circhi e i proprietari privati siano stati criticati per avere ridotto i loro programmi di accoppiamento quando sono stati costretti a chiudere l’attività a causa delle pressioni esercitate da report di parte come quelli di Harris.
Pagina 133. Effetti della prestazione. Questa sezione è semplicemente contraria alle comuni conoscenze mediche. Certamente gli animali del circo dovrebbero eseguire movimenti fisicamente impegnativi, ma non c’è nulla di male. L’esercizio è importante e fa bene. Quale medico non incoraggia i pazienti anziani ad esercitarsi usando l’espressione “ use it or lose it?”
L’attività fisica è importante o no anche per la salute dei nostri cani e dei nostri cavalli? Ovviamente nulla esclude che gli elefanti potrebbero raramente tornare indietro e le lesioni del circo quando l’allenatore è negligente e non prende il problema, ma i cavalli possono avere lesioni minori simili. Gli autori sono molto critici per quanto riguarda la posizione eretta sulle zampe posteriore negli elefanti, descrivendola come “ movimento innaturale”. Potete vedere la foto allegata in fondo all’articolo di un elefante selvaggio che si erge in piedi sugli arti posteriori, è un comportamento comune in natura.
Pagina 135. In alto a sinistra. Certamente molti elefanti degli zoo pesano più del normale, ma i gestori dello zoo non è che hanno scelta. Se i loro elefanti non sono ben nutriti, vengono criticati dagli attivisti ignoranti. Nonostante questo lo studio presentato dagli autori c’entra poco perchè gli elefanti dei circhi in sovrappeso sono rarissimi (essendo atleti), proprio come i giocatori di calcio (calcio) oi cavalli da prestazione.
Pagina 139 In basso a destra. Questa è una grave manipolazione di uno dei miei studi[7]. Nei nostri studi abbiamo concluso che gli elefanti manifestano meno stress durante il viaggio perché consideravano i mezzi di trasporto autorizzati come “casa”. Ciò che gli autori mi hanno attribuito (che non ho scritto) invece è stato “dal momento che gli animali del circo spesso trascorrono gran parte del loro tempo in mezzi di trasporto autorizzati anche quando non viaggiano” Purtroppo, questa è solo una delle tante false dichiarazioni attribuite ai miei studi.
Pagina 140. Trasporto. Gli autori hanno fatto un lavoro molto abile nel raccogliere stralci dei miei studi per cercare di dimostrare le loro tesi. Nei nostri studi noi ci siamo limitati a discutere i dati, evitando di fare affermazioni importanti. Tutto quello che abbiamo visto e documentato è che gli elefanti [7] e gli tigri [6,8] prima di trasferirsi manifestano un aumento delle stereotipie. Harris et al. sostengono che la manifestazione di stereotipie sia per forza di cose legate allo stress [1,2,7] in realtà esiste una corposa letteratura scientifica che spiega come questi comportamenti possano avvenire anche in situazioni positive per il benessere animale (n.d.R. prima di mangiare, prima del gioco).
Pagina 141. In basso a sinistra. Sono molto deluso che gli Autori non hanno spiegato che l’elefante asiatico che mostrava un aumento delle stereotipie del 400% e problemi legati al sonno era stato trasferito per scopi di allevamento (Laws, N., Ganswindt, A., Heistermann, M., Harris, M., Harris, S. & Sherwin, C. (2007) A cast study: fecal corticosteroid and behavior as indicators of welfare during relocation of an Asian elephant. J Appl. Animal Welfare Sci 10, 349.) Un enorme aumento delle stereotipie e dei disturbi del sonno si sono verificati quando all’elefante Chang è stato prima consentito il contatto con le quattro femmine durante il giorno, e poi veniva separato dalle femmine durante la notte. Non riesco a capire perché gli autori abbiano attribuito le stereotipie comportamentali e i disturbi del sonno al viaggio che è avvenuto molti giorni prima, piuttosto che non all’eccitazione di essere messi in contatto con le femmine durante il giorno e la frustrazione di essere allontanato dalle femmine ogni notte.
Per concludere vorrei renderVi rendo edotti che il Galles ha annunciato all’inizio del 2017 che non vieterà gli animali nei circhi, anche se è stato proprio il Governo che ha commissionato e finanziato il Report di Harris del 2016, penso perchè il lavoro era parziale, siccome il miei lavori sono stati utilizzati vietare gli animali nei circhi. Ormai sono abituato al fatto che gli animalisti dipingano spesso un quadro molto distorto sulle svariate questioni riguardanti gli animali, spesso utilizzando il materiale fornito dalla propaganda di altri gruppi animalisti per sostenere le proprie idee.
Sono tuttavia estremamente deluso per la mancanza di verifica delle fonti e della totale assenza di fact checking da parte dei professionisti che consigliano i Governi, i deputati e i senatori nelle materie che concernono il benessere degli animali. Forse quei professionisti hanno accettato i dogmi animalisti senza porsi dei dubbi e sono stati vittime della propaganda.
Io e i miei numerosi studenti abbiamo potuto confermare che lo studio condotto da Kiley-Worthington, finanziato dalla RSPCA nel 1990, aveva ragione, lo cito di nuovo. ”
“Questo studio dimostra come il benessere degli animali nei circhi inglesi, giudicati su criteri fisici e psicologici, non è così inferiore rispetto a quello di altri sistemi di detenzione degli animali come gli zoo, le stalle, i canili… Per questo è irrazionale prendere una posizione contro i circhi basandosi sull’idea che gli animali soffrano per forza di cose, a meno che non si prenda la stessa posizione contro gli zoo, le stalle, le scuderie, i canili, gli animali da compagnia e tutti gli altri sistemi che concernono la custodia degli animali da parte dell’uomo.”
Spero sinceramente che il popolo italiano sia più razionale e informato per quanto riguarda il processo decisionale e sia in grado di resistere alla pressione esercitata dalle advocacy animaliste, molto più di quanto non sia accaduto in America.
Cordiali saluti,
Dr. Ted Friend, Ph.D., PAS, Dpl. ACAABS
Animal Welfare Scientist
Department of Animal Science
Texas A&M University
Pubblicazioni scientifiche dello Studio sul benessere animale delle Tigri e degli Elefanti dei Circhi del Dr. Ted Friend (ordine cronologico)
1. Friend, T. H. and Bushong, D. 1996. Abstract. Stereotypic behavior in circus elephants and the effect of “anticipation” of feeding, watering and performing. Proceedings of the 30th International Congress of the International Society for Applied Ethology 14-17 August 1996, Guelph, Ontario, Canada.
2. Friend, T. H. 1999. Behavior of picketed circus elephants. Appl. Anim. Behav. Sci. 62:73-88.
3. Friend, T. H. and M. L. Parker. 1999. The effect of penning versus picketing on stereotypic behavior of circus elephants. Appl. Anim. Behav. Sci. 64:213-225.
4. Gruber, T. M., T. H. Friend, J. M. Gardner, J. M. Packard, B. Beaver, and D. Bushong. 2000. Variation in stereotypic behavior related to restraint in circus elephants. Zoo Biology 19:209-221.
5. Toscano, M. J., T. H. Friend and C. H. Nevill. 2001 Environmental conditions and body temperature of circus elephants transported during relatively high and low temperature conditions. J. Elephant Managers Association 12:115-149.
6. Nevill, C. H. and T. H. Friend. 2003. The behavior of circus tigers during transport. Appl. Anim. Behav. Sci. 82:329-337.
7. Williams, J. L. and T. H. Friend. 2003. Behavior of circus elephants during transport. J. Elephant Managers Association 14:8-11.
8. Nevill, C. H., T. H. Friend and M. J. Toscano. 2004. Survey of transport environments of circus tiger (Panthera Tigris) acts. J. Zoo and Wildlife Medicine 35:167-174.
9. Nevill, C. H. and T. H. Friend. 2006. A preliminary study on the effects of limited access to an exercise pen on stereotypic pacing in circus tigers. Appl. Anim. Behav. Sci. 101:355-361.
10. Krawczel, P.D., T.H. Friend and A. Windom. 2006. Stereotypic behavior of circus tigers: Effects of performance. Appl. Anim. Behav. Sci. 95:189-198.
11. Nevill, C. H., T. H. Friend. & Windom, A.G. (2010) An evaluation of exercise pen use by circus tigers (Panthera tigris tigris) Journal of Applied Animal Welfare Science, 13, 164-173
Lettera originale del prof. Ted Friend in lingua inglese
Leggi sull’argomento: Cosa c’è che non va nella legge sugli animali nei circhi
EDIT 11 AGOSTO 2017: Da Stephen Harris tramite la LAV riceviamo e pubblichiamo:
Il benessere degli animali selvatici nei circhi
Nell’ultimo decennio, ho prodotto con i miei coautori tre pubblicazioni sul benessere degli animali selvatici nei circhi. La prima è stata una relazione per la RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals) nel 2006 (Stephen Harris, Graziella Iossa e Carl D Soulsbury: A review of the welfare of wild animals in circuses). Questa relazione formò la base di un articolo scientifico revisionato inter pares (peer-review) pubblicato sul principale giornale scientifico sul benessere degli animali (G Iossa, CD Soulsbury and S Harris (2009) Are wild animals suited to a travelling circus life? Animal Welfare, 18, 129140). Nel 2016 con due colleghi ho scritto una relazione per il Governo Gallese (Jo Dorning, Stephen Harris and Heather Pickett: The welfare of wild animals in travelling circuses). Prima della pubblicazione, questa relazione è stata revisionata inter pares da tre scienziati con considerevole competenza nel settore. Successivamente alla sua pubblicazione, la relazione del 2016 venne anche recensita dalla University of Bristol a seguito di un reclamo che denunciava la mancanza di imparzialità e una rappresentazione ingannevole della ricerca. Secondo le procedure dell’Università, la relazione fu inviata ad un recensore anonimo e indipendente. Lui/lei non trovò prova di parzialità o di rappresentazione ingannevole della ricerca e il reclamo non venne confermato. Entrambe le relazioni sul benessere degli animali selvatici nei circhi pubblicati nel 2006 e nel 2016 sono state quindi ampiamente revisionate da esperti scientifici indipendenti. È bene anche ricordare che la University of Bristol è una delle principali università al mondo: nell’ultima valutazione (2014), è stata classificata tra le prime cinque università nel Regno Unito per eccellenza nella ricerca, e nel 2016 è stata classificata tra le prime 50 università nel mondo. La mia ricerca è stata valutata di alto livello nella revisione della ricerca nazionale, come la University of Bristol si aspetta dal suo personale. Nonostante le revisioni dettagliate delle nostre relazioni, la Dott.ssa Giulia Corsini ha fatto vari commenti pubblici riguardo a me personalmente e alle relazioni che i miei colleghi ed io abbiamo prodotto sul benessere degli animali selvatici nei circhi (https://www.nextquotidiano.it/legge-animali-circhi/). La Dott.ssa Corsini ha anche pubblicato una email del mio Capo di Dipartimento, Professor Michael Benton. L’email è stata presa fuori contesto e presentava principi generici validi per tutti gli accademici ma è stata fatta apparire come se fosse relativa a me. La Dott.ssa Corsini ha anche pubblicato questa email senza il consenso del Professor Benton. Tale tipo di comportamento è, nel migliore dei casi, falso. Venuto a conoscenza delle azioni della Dott.ssa Corsini, il Professor Benton le ha scritto il 27 luglio 2017 spiegando i fatti e le circostanze e richiedendo la rimozione della email dal sito web. La lettera citata è in allegato con il permesso del Professor Benton. Il comportamento della Dott.ssa Corsini è stato spiacevole. Il 23 dicembre 2016 il Dr Ted Friend, Emeritus Professor alla Texas A&M University, scrisse al Governo Gallese facendo una serie di commenti sulla nostra analisi della letteratura del 2016. Questa lettera è stata la base per una successiva lettera aperta a legislatori e veterinari italiani. Sebbene il Dr Friend sia libero di esprimere le proprie opinioni, le due relazioni sono state ampiamente revisionate inter pares, e le sue asserzioni che noi abbiamo dimostrato mancanza di imparzialità, o una rappresentazione ingannevole della ricerca, sono già state rifiutate da esperti indipendenti. Per questo motivo non c’è merito nel controbattere punto per punto. I suoi commenti più generali sono sorprendenti e faccio riferimento alla relazione (del 2016). Spieghiamo il nostro mandato del Governo Gallese a pagina 10: ci è stato chiesto di analizzare l’evidenza scientifica, non un’opinione. I termini di ricerca che abbiamo usato per individuare la letteratura scientifica di rilievo vengono presentati nella Tabella 7 a pagina 32. A pagina 33 diamo una spiegazione dettagliata sulla nostra decisione di cosa costituisse evidenza scientifica e di cosa non lo fosse: la Figura 1 a pagina 34 mostra la procedura di selezione della letteratura. La procedura è stata totalmente trasparente e obbiettiva. Libri generici e relazioni con meno di tre esperti, per esempio, non sono stati considerati evidenza scientifica e per questo motivo cadevano al di fuori del nostro mandato. La relazione del 2016 è la più ampia revisione scientifica mai effettuata sul benessere degli animali selvatici nei circhi. Il Dr Friend sembra non essersi reso conto che il nostro mandato era di fornire al Governo Gallese un’analisi dell’evidenza scientifica disponibile, e questo richiedeva una valutazione della qualità dell’evidenza. A pagina 32 della relazione spieghiamo il motivo per il quale la ricerca disponibile sul benessere degli animali selvatici nei circhi sia limitata in quantità e in qualità. I revisori indipendenti hanno riscontrato che abbiamo valutato obbiettivamente la qualità della ricerca. Il Dr Friend pare sostenere che non c’è logica nel cercare di porre fine all’uso di animali selvatici nei circhi perché ci sono preoccupazioni simili riguardanti gli animali che si trovano negli zoo o in altre situazioni. Questo non coglie il punto: il benessere degli animali in una particolare situazione dovrebbe essere valutato sulla base dell’evidenza. Se ci sono preoccupazioni sul benessere di animali selvatici in cattività in altre situazioni, anche queste vanno valutate e affrontate se necessario. La differenza principale tra i circhi e altre collezioni di animali selvatici è che le opportunità per migliorare il benessere degli animali selvatici nei circhi sono molto limitate. Ne spieghiamo il motivo in vari punti nella relazione. Il Dr Friend critica i sondaggi di opinione degli esperti. La motivazione del nostro approccio e delle analisi è ampiamente spiegata nella relazione. A pagina 26 affermiamo che informazioni che esprimono un giudizio possono essere indispensabili per identificare e dare priorità alle questioni, specialmente quando vengono fornite da esperti nel campo, motivo per cui chiedemmo le opinioni di una varietà di esperti. All’inizio della revisione contattammo 658 esperti rilevanti e organizzazioni di tutto il mondo. La prima fase dei questionari chiedeva agli esperti di identificare le questioni più importanti sul benessere degli animali da considerare nella nostra revisione. Le loro risposte vennero usate per compilare 42 affermazioni sul benessere degli animali selvatici nei circhi e altri spettacoli itineranti. Nella seconda fase dei questionari chiedemmo agli esperti di dare un punteggio alle affermazioni, e poi analizzammo questi punteggi per identificare le differenze di opinioni tra i vari gruppi di esperti. Usare l’opinione degli esperti è un approccio scientifico stabilito per identificare e classificare per priorità questioni che poi vengono considerate in maggior dettaglio. Gli esperti che hanno contribuito alla revisione e hanno accettato di essere identificati sono elencati nella Appendice 2 della relazione. Il Dr Friend fu uno degli esperti invitati a partecipare. Gli venne chiesto di completare il primo questionario il 2 dicembre 2015, e lui lo fece. Poi gli fu chiesto di completare il secondo questionario il 6 gennaio 2016 ma non rispose, nonostante gli fosse stato inviato un sollecito. Gli è stata data ogni opportunità di contribuire alla revisione degli esperti. Quando gli fu chiesto se volesse essere identificato nella revisione, il Dr Friend optò di rimanere anonimo. Alla fine della sua lettera, il Dr Friend dice: “In conclusione, sebbene il Governo Gallese abbia finanziato il Report di Harris del 2016, all’inizio del 2017 il Galles ha annunciato che non vieterà gli animali ne
i circhi. Essendo stato coinvolto nel tentato divieto gallese, io penso che questo sia accaduto perché il Report era così parziale”. Questa è un’affermazione incredibile dal momento che i fatti sono disponibili al pubblico sul sito web del Governo Gallese. In seguito alla pubblicazione della nostra relazione, il Governo Gallese ha emesso una serie di dichiarazioni ribadendo l’impegno per vietare l’utilizzo degli animali selvatici nei circhi, ma spiegando che la questione è complessa a causa del numero di spettacoli itineranti con animali (che facevano parte del nostro mandato), del potenziale problema della movimentazione tra l’Inghilterra e il Galles, e della possibilità di un Government Bill del Regno Unito sull’uso di animali selvatici nei circhi. La posizione del Governo Gallese fu chiaramente espressa il 15 dicembre 2016 (http://gov.wales/about/cabinet/cabinetstatements/2016new/mobileanimalexhibits/?lang=en). Il 17 luglio 2017, il Governo Gallese ha reiterato il desiderio di procedere (http://gov.wales/about/cabinet/cabinetstatements/2017/mobileanimalexhibits/?lang=en) e ha annunciato l’inizio di un esercizio di consultazione pubblica (http://gov.wales/newsroom/environmentandcountryside/2017/170717-welshgovernment-calls-for-views-on-regulation-of-mobile-animal-exhibits/?lang=en). I documenti di consultazione sono stati messi a disposizione sul loro sito web lo stesso giorno (https://consultations.gov.wales/consultations/mobile-animal-exhibits?lang=en). In aggiunta alla richiesta di commenti sugli spettacoli itineranti con animali, il Governo Gallese ha chiesto l’opinione del pubblico sul divieto di animali selvatici nei circhi.
Il Governo Gallese ha mantenuto una posizione coerente su questa questione e l’affermazione del Dr Friend che (il Governo) non vieterà gli animali selvatici nei circhi perché la nostra relazione “è così di parte” è semplicemente priva di fondamento.
Pertanto i fatti sono chiari: le relazioni del 2006 e del 2016 sul benessere degli animali selvatici nei circhi prodotte da me e dai miei colleghi sono state ampiamente revisionate da esperti scientifici indipendenti e, contrariamente a quanto asserito sulla loro parzialità e/o che rappresentino il falso, sono state riconosciute scientificamente rigorose.
Professor Stephen Harris BSc PhD DSc 29 luglio 2017
EDIT 12 AGOSTO 2017: Replica di Giulia Corsini al prof. Stephen Harris
EDIT 12 AGOSTO 2017: Replica di Giulia Corsini al prof. Stephen Harris
Vorrei fare notare che nella replica il prof. Harris definisce l’analisi del prof. Ted Friend come “opinione personale”. In realtà la lettera di Ted Friend che ho pubblicato tradotta in italiano contesta le affermazioni di Harris che si riferiscono a studi dello stesso Friend e lo fa indicando puntualmente (per pagina e per riga) quali sono gli studi e in che modo sarebbero stati travisati. Qualunque sia la posizione in merito alla diatriba tra Harris e Friend, una cosa è certa: Friend è la fonte migliore per sapere cosa dicono gli studi di Friend.
La replica di Harris a questo articolo ( curiosamente spedita alla sottoscritta tramite l’associazione animalista LAV), a parte contestare cosa pubblico della mia pagina personale di Facebook (che c’entra ben poco con la lettera) non risponde a nessuna delle osservazioni di Ted Friend relative alle mal interpretazioni dei suoi studi.
Senza contare poi che il Diploma al College Americano in Applied Behavioural Science del Prof. Friend è la più alta onorificenza in materia di etologia e benessere animale e richiede l’essere aggiornati sulle pubblicazioni scientifiche sulla tematica.
I lavori di Harris del 2016 (commissionato dal governo del Galles) e del 2006 (commissionato dall RSPCA) non sono stati pubblicati, il lavoro del 2009, unico pubblicato, non è certamente la voce definitiva sulla tematica “animali del circo” ed è stato pubblicato da “Animal Welfare”, con un impact factor di 1.4, significa che non è una rivista molto importante ed è anche UFAW è il gruppo editore, che è quella charity che assieme all’RSPCA aveva finanziato il primo studio nei circhi a Marthe Kiley-Worthington (successivamente da loro ignorato totalmente?). Non vuol dire che un lavoro solo pubblicato (contro i numerosi pubblicati dagli altri scienziati che hanno fatto studi di campo, come per l’appunto Friend) possa essere quello definitivo e di referenza perchè la scienza non procede in questo modo. Se pensiamo a lavori che sono stati pubblicati che hanno subito il processo della peer-review, non posso far altro che citare il lavoro di Wakefield sul prestigiosissimo The Lancet. Sudi successivi hanno dimostrato che non era ripetibile e l’articolo è stato ritirato ma ha causato e sta ancora causando ingenti danni in tutto il mondo a causa dei movimenti Novax.
Mi sembra dunque presto per dire che, riprendendo le parole del lavoro del 2016 di Harris “Life for wild animals in travelling circuses and mobile zoos does not appear to constituite either a ‘good life’ or life worth living” e quindi pensare che l’eutanasia (proposta da FNOVI e FVE basandosi sugli studi di Harris) possa essere una soluzione applicabile è anzi vergognosa, soprattutto se difesa dalla LAV.
Considerando tutte le review di Harris che analizzano principalmente gli animali degli zoo è ovvio che qualcuno si ponga dei dubbi, in particolare gli Autori che hanno condotto studi di campo nei circhi. Anche perchè ci sono alcune grosse differenze tra gli animali dello zoo e quelli dei circhi: i primi, a differenza dei secondi, non sono abituati ai viaggi, non sono abituati allo stretto contatto con gli uomini e non sono abituati agli esercizi (che sono una forma di arricchimento ambientale).
Esiste anche la testimonianza della dottoressa Marthe Kiley-Worthington che ha condotto studi di campo sui circhi, citata innumerevoli volte dal prof. Harris in maniera impropria che non convidide la proposta di legge italiana. Marthe Kiley-Worthington on italian circuses ban e la sua traduzione in italiano: Traduzione Marthe Kiley-Worthington sul divieto degli animali nei circhi.
EDIT 24 MARZO 2018 Replica del prof. Ted Friend al prof. Stephen Harris
Recentemente mi è stato chiesto di scrivere una risposta che esamini la lettera del Prof. Harris a NeXtQuotidiano, nel quale difende le sue affermazioni contro gli animali nei circhi dopo che il Parlamento ha ricevuto la mia rimostranza su come Harris abbia manipolato i miei studi. Lalettera del Prof. Harris è datata il 29 Luglio, perché non era intesa originariamente come risposta alla conferenza tenutasi a Marzo in Senato.
Potete trovare nello stesso articolo un sommario della mia rimostranza originale che homandato ad alcuni membri del parlamento italiano.
La lettera del prof. Harris del 29 luglio è molto importante perché rivela con le sue stesse paroleche si è rifiutato di discutere i miei punti in dettaglio e anche mostra come abbia manipolato la scienza e come ha potuto omettere anche altri importanti studi pubblicati che abbiamo condotto sui circhi e passare la review.
Nel paragrafo 10 della lettera, il prof. Harris dice che non ci sia bisogno di confutare i miei punti in dettaglio. Ma questo è esattamente la questione fondamentale di tutto questo scambio.
Quando c’è un disaccordo all’interno della comunità scientifica, siamo obbligati a presentare glialtri lavori e le loro conclusioni, e poi fornire una razionale spiegazione sul perché non siamo d’accordo. Il suo rifiuto di confutare i miei esempi specifici di molte deliberate omissioni conferma il fatto che non può difendere il suo operato.
Questo sarebbe ciò che ci aspetteremmo dalla buona scienza ed è quanto ci aspetteremmo dall’università di Bristol, ma il prof. Harris sa che i suoi lavori non possono essere difesi.
Il paragrafo 11 della lettera è il più importante perché spiega come il prof Harris ha sagacemente manipolato la scienza in modo da omettere tra i più importanti studi seminali che sono stati condotti sugli animali nei circhi.
Sotto un estratto su cosa avrebbe chiesto il Governo del Galles al prof. Harris:
“Io (Rebecca Evans, Deputy Minister farming and Food) ho commissionato al prof. S. Harris (2nd Lord Dulverton memorial Professor of Environmental Sciences all’Universita’ di Bristol)
“— di eseguire una review indipendente sull’evidenza scientifica globale riguardo il welfare animale, fisico e mentale, di animali selvatici e non/addomesticati in circhi viaggianti e non” “Il lavoro sarà condotto da Stephen Harris, che sarà coinvolto in tutti gli aspetti, di offrire una ampia descrizione della letteratura scientifica disponibile e di offrire una considerazione bilanciata di essa”
L’RSPCA [ associazione animalista inglese contraria al circo con animali] e altri gruppi di attivisti si sono imbattuti in un grosso problema nelle loro campagne per rimuovere gli animali nei circhi.
Sebbene denigrare i circhi ha fornito una causa opportunità fantastica per raccogliere fondi,dovevano capire come ignorare i punti seguenti:
1) Nel 1990 l’RSPCA ha finanziato la dottoressa Marthe Kiley-Worthington per condurre uno studio dal quale risultò che i circhi non siano diversi dai canili, scuderie o altri sistemi di detenzione animale. La Dr. Kiley-Worthington sostiene che la RSPCA abbia “avuto un attacco di cuore”, quando ha visto le sue conclusioni. Questo studio estensivo è stato pubblicato sotto forma di libro.
2) La mia serie di report forniti alla USDA (United States Department of Agriculture) e i miei 9 articoli pubblicati in pubblicazioni scientifiche e di settore finanziati dalla USDA,
che hanno scoperto che i circhi non sono inumani di per sé. Molti di questi hanno uno o due autori,ma sono stati pubblicati in rinomate riviste scientifiche peer-review.
3) Il Radford Report britannico, il quale ha scoperto che non c’erano basi scientifiche per vietare la presenza degli animali nei circhi. Il loro Dipartimento dell’Ambiente, Agricoltura e Affari Rurali ha creato un panel di 6 esperti che si e’ incontrato numerose volte.
A causa del Radford Report gli animalisti stanno cercando di vietare gli animali basandosi su ragioni “etiche”.
Nonostante il compito di S. Harris fosse quello di includere l’”evidenza scientifica globale”, limitando la review a articoli con “tre o più Autori”, il Prof. Harris è riuscito a ignorare sia lo studiodi Marthe Kiley-Worthington che il Redford Report, oltre che sei delle mie ricerche pubblicate riviste scientifiche peer-review. Durante i miei oltre quarant’anni di ricerca, non ho mai visto nessuno che ha deliberatamente omesso articoli peer-review che elencassero uno o due Autori, o i maggiori libri sull’argomento. Questa tattica deliberata di abuso del “metodo scientifico” sarebbe esitata in un licenziamento nella mia Università. Il prof.Harris, oltre questo, ha fatto cherry picking degli articoli con tre o più autori, scegliendo di includere solo ciò che poteva essere utile per il suo proposito e non ha mai argomentato sul motivo per cui le sue conclusioni siano più valide delle mie conclusioni sui miei stessi studi.
Questo anche rivela il fatto che nessun membro del team di Harris ha mai condotto ricerche sui circhi con gli animali.
Il prof. Harris inoltre sostiene che “la differenza cruciale tra i circhi e gli altri sistemi di detenzione di animali selvatici è che ci sarebbe poca opportunità di migliorare il benessere degli animali nei circhi”. Questa è un’affermazione bizzarra, resa possibile solo ignorando i risultati degli studi
condotti sugli animali nei circhi.
In realtà il welfare degli animali in circhi ben gestiti necessita di pochi miglioramenti.
Riguardo il sondaggio di S. Harris che il suo studente ha spedito, sì, inizialmente avevo deciso di parteciparvi. Poi , mi e’ risultato subito chiaro che l’opinione dei loro esperti era altamente di parte.
Quanti di questi “658 esperti rilevanti” ha effettivamente un minimo di esperienza con gli animali nel circo?
La manciata di persone che conoscevo del circo che ha ricevuto il sondaggio mi hanno riferito che era di parte dall’inizio. Se un esperto non ha fatto il minimo sforzo per controllare di persona i circhi, ma si è meramente affidato alla propaganda animalista che abbiamo ascoltato per anni, avrebbe certamente opinioni negative. Io stesso ero altamente scettico nei confronti dei circhi prima di vederli coi miei occhi.
Il prof. Harris ha concluso la sua sostenendo che “è stato trovato che i miei risultati siano scientificamente robusti”. Mi congratulo con lui per essere saltato fuori con questo modo molto astuto di fare cherry picking la letteratura scientifica in modo che passi molte review. Ad ogni modo molti di noi sono confusi dal recente “ritiro” del prof. Stephen Harris dall’Università di Bristol lo scorso inverno. Ho sentito che qualcuno sta compilando la Freedom of Information Requests [ Libertà’ di richiesta di informazione, una procedura che è possibile fare in Regno Unito per ottenere informazioni da vari istituti] in modo da venire a capo sul recente “ritiro” di Harris. Negli USA i record del personale normalmente non vengono rilasciati.
Vi prego di non permettere che la frangia estremista degli animalisti persuada legislatori ben intenzionati a vietare gli animali nei circhi. Ci sono spettacoli ben gestiti come quello della famiglia Valerio (Circo Martin – La favola Siamo Noi) e Lidia Togni (direttore Davide Canestelli – Togni) che sono un incredibile intrattenimento educativo e una fonte di ricerca per migliorare il welfare e le nostre conoscenze su questi animali, inclusi quelli allo stato selvatico.
Non potremmo avere importanti ricerche come quella che sta conducendo la dr. RaffaellaCocco (Università di Sassari) di animali selvatici non addestrati. Le regolamentazioni basate sull’evidenza scientifica sono uno strumento perfetto per assicurare il benessere degli animali in spettacoli viaggianti, mostre o altre forme di cattività.
Dr. Ted Friend, Ph.D., PAS, Dpl. ACAABS
Animal Welfare Scientist
Professor Emeritus
Department of Animal Science
Texas A&M University
College Station, Texas 77843