Tecnochem e Stratex: la storia delle aziende che falliscono perché Expo non paga i debiti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-06-03

Expo non paga i fornitori e le aziende che hanno vinto gli appalti falliscono e sono costrette a chiudere, si racconta: ecco le storie di Tecnochem e Stratex. Edit: la Stratex nel 2017 è stata acquistata e salvata dalla Bodino

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Fanpage ha pubblicato oggi un interessante articolo sulle aziende fallite “a causa di Expo”. È la storia di due delle tante aziende che hanno fornito materiali e manodopera per la realizzazione delle  infrastrutture e delle strutture dell’area dove si è svolta l’esposizione universale 2015. La tesi di fondo è  che la Tecnochem di Bergamo e la Stratex di Udine siano fallite perché Expo non ha pagato i debiti che aveva nei loro confronti. Ma se è vero che nel caso di queste due aziende Expo non ha pagato i debiti milionari è anche vero che sia la Tecnochem che la Stratex non navigavano in buone acque anche prima di quelle commesse. Il ritardo nei pagamenti degli appalti di Expo però le ha costrette a chiudere i battenti.

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Lavoratori della Tecnochem davanti ai cancelli dell’azienda (fonte: Eco di Bergamo)

L’azienda fallita per i ritardi di Expo era già in crisi

La Tecnochem di Bergamo ha prodotto i materiali per la costruzione del ponte sopra l’autostrada A4 (e non dell’autostrada A4 come scritto) ed ha partecipato ai lavori di realizzazione della galleria di Cascina Merlata. Per queste opere l’azienda avrebbe dovuto ricevere – a maggio 2015 – un pagamento di due milioni di euro. Soldi che però non sono mai arrivati. Conclusione: i sessanta dipendenti dell’azienda specializzata in componenti per l’edilizia sono stati lasciati a casa, l’azienda è fallita e a settembre si terrà l’udienza per il fallimento. Ci sono da fare però alcune precisazioni: innanzitutto, come riferiva già Bufale.net ad aprile la commessa dell’azienda bergamasca non era stata affidata da Expo ma da Pontexpo, un consorzio di Reggio Emilia anch’esso in difficoltà. In secondo luogo la Tecnochem, come tante aziende italiane, aveva già vissuto momenti di difficoltà prima di Expo. Il mancato pagamento dei lavori realizzati all’interno di Expo ha senza dubbio aggravato la situazione come ha spiegato a Fanpage Maria Luisa Rosignoli, ex titolare dell’azienda. Insomma quei due milioni di euro avrebbero fatto comodo per tenere a galla l’azienda che magari avrebbe potuto evitare di ricorrere alla cassa integrazione ordinaria. Non è quindi del tutto vero che Expo abbia causato il fallimento dell’azienda ma non si può far finta di non notare come la mancata riscossione dei crediti abbia accelerato la crisi dell’azienda. Il problema è sempre lo stesso: la situazione economica non consente alle aziende di tollerare un ritardo nei pagamenti.
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Expo e le banche che non sostengono le aziende

Diversa è la situazione della Stratex, azienda specializzata nella lavorazione del legno e considerata una delle eccellenze italiane del settore, che ad Expo ha realizzato il padiglione della Cina per il quale ha costruito e progettato la copertura in legno e il centro servizi di Expo. Un appalto che, riferiva il Messaggero Veneto, ammontava a 13 milioni di euro. L’azienda, che è partecipata al 28% dalla finanziaria regionale Friulia, nell’agosto 2015 aveva chiesto di accedere al concordato ma il piano economico finanziario non era stato ritenuto sufficiente e così la Stratex ha dovuto dichiarare fallimento lasciando a casa quasi una settantina di dipendenti (nei tempi migliori erano quasi 150). Secondo il curatore fallimentare Variola la Stratex aveva dei problemi strutturali che l’avrebbero fatta fallire anche se non avesse partecipato ad Expo, ed in effetti nel 2014 l’azienda aveva chiuso contratti per un  ammontare di 45 milioni. Come raccontava il sindacalista Francesco Gerin (CGIL) la situazione è davvero complicata perché anche in questi mesi l’azienda ha continuato a lavorare visto che le commesse non mancavano. Il problema principale sembra essere stato il mancato accesso al credito finanziario. In pratica le banche (ma nemmeno Friulia) non hanno voluto intervenire ad aiutare un’azienda che opera nel settore dell’edilizia visto che è considerato un settore particolarmente fragile in questi tempi. Secondo Gerin quindi il mancato pagamento dell’appalto di Expo ha dato il colpo di grazia (proprio come per la Technochem) ad un’azienda che pur avendo qualche difficoltà probabilmente sarebbe riuscita a rimanere a galla. La responsabilità però sarebbe anche delle banche che non hanno sostenuto finanziariamente un’azienda che non riusciva a farsi pagare. Fanpage ha chiesto un commento a Beppe Sala (ex-Ad e commissario di Expo) che però ha fatto sapere di non occuparsi più della questione da mesi. Però almeno sul caso Technochem il candidato sindaco PD a Milano avrebbe potuto rispondere visto che il pagamento avrebbe dovuto arrivare a maggio, quando ancora era alla guida di Expo.
EDIT 14 marzo 2017: Siamo lieti di comunicare che la Bodino, società internazionale leader nell’Engineering Manufacturing and Construction con quartier generale in Torino, ha comprato la Stratex, industria per la lavorazione del legno di riconosciuta fama internazionale. L’assorbimento del sito industriale di Sutrio (Udine) nella divisione Bodino Wood Technologies costituisce un rinnovato polo, importante tanto nelle dimensioni quanto nel know how e nella capacità di penetrare i mercati internazionali. La Bodino è impegnata in grandi cantieri nel mondo, con siti industriali a Torino, Udine e Verona e management internazionale riuniti per la prima volta in una sola ed unica realtà. Legno, facciate, strutture speciali, fit out, musei e architetture temporanee da ingegnerizzare, produrre e costruire: un’eccezionale potenzialità di sviluppo occupazionale e di indotto per l’economia locale e nazionale.

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