La tassa sull'uso dei contanti smentita dal ministero dell'Economia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-17

Si parlava di un bollo per i versamenti giornalieri superiori ai 200 euro, secondo indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore

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Il Governo non prevede l’applicazione di alcuna tassa sull’uso di denaro contante. È quanto affermano fonti del Ministero dell’Economia. L’ipotesi, riportata oggi dalla stampa, prevedeva l’applicazione di un bollo sui versamenti in banca o alla posta di denaro contante di valore superiore a 200 euro.
 
LA TASSA SULL’USO DEI CONTANTI
A parlare di tassa sull’uso dei contanti era stato stamattina Il Sole 24 Ore, e sarebbe stata prevista nel decreto sulla fatturazione elettronica che doveva essere approvato in consiglio dei ministri venerdì.
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Il piano, che prendeva le mosse da un’idea del secondo governo Prodi poi rimasta lettera morta con il successivo esecutivo Berlusconi, si basava su tre punti: scontrini e ricevute digitali; fatturazione elettronica tra privati; tracciabilità dei mezzi di pagamento. E proprio per favorire i pagamenti elettronici, il governo avrebbe introdotto, secondo quello che diceva il quotidiano, un’imposta di bollo proporzionale ai versamenti giornalieri superiori ai 200 euro. «Un regalo alle banche, che vedranno crescere gli utili sulle operazioni di accredito elettronico e allo stesso tempo vedranno ridursi i costi di gesione del contante, stimati negli ultimi anni quasi pari ai 5 miliardi»:

Nelle intenzioni dell’esecutivo, si proverà a stimolare direttamente i consumatori con l’applicazione di sconti sugli acquisti effettuati con bancomat e carte di credito. Dal canto suo l’esercente potrà vedersi riconosciuto un credito d’imposta in rapporto alla quantità dei suoi incassi realizzati con moneta elettronica.

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