Taglio parlamentari, la maggioranza alla Camera a M5S-PD

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-10

M5S e centrosinistra con il Rosatellum farebbero quasi il pieno di seggi al Sud, nelle isole e nelle grandi città

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Il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle avrebbero la maggioranza anche nel nuovo Parlamento formato ridotto. E la avrebbero se si votasse, già domani, con il Rosatellum, ovvero con l’attuale sistema elettorale misto. Emanuele Lauria su Repubblica illustra il risultato di una simulazione di Youtrend con il taglio dei parlamentari:

YouTrend ha preso in considerazione la distribuzione territoriale del voto emersa in occasione delle Europee, riparametrata con i dati dell’ultimo sondaggio Quorum. Il risultato ha una doppia faccia: una coalizione fra Pd, 5Stelle, Italia Viva, Europa Verde e La Sinistra sarebbe oggi al 46,2 per cento dei consensi. Il centrodestra unito (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Cambiamo! di Giovanni Toti) al 47,2. Ma, se si trasformano i voti in seggi con il Rosatellum, i risultati sono sorprendenti.

In entrambi i rami del Parlamento la coalizione oggi al governo sarebbe sull’orlo della maggioranza assoluta: 199 eletti per i giallo-rossi contro i 190 per il centrodestra. Il tutto senza tener conto degli eletti all’estero. E ciò perché, ripartendo proporzionalmente le percentuali ottenute in ogni regione nei collegi uninominali diminuiti di numero, le forze dell’attuale maggioranza potrebbero vincere in 78 collegi su 147. Farebbero quasi il pieno al Sud e nelle Isole, conquistando l’85 per cento dei seggi. Da Roma in su, invece, Pd-M5S e alleati risulterebbero vincenti nelle ex regioni rosse e nelle grandi città.

sondaggio voto taglio dei parlamentari
Il nuovo parlamento con il voto con il Rosatellum dopo il taglio dei parlamentari (La Repubblica, 10 ottobre 2019)

Il centrodestra, al contrario, si imporrebbe prevalentemente nel Nord. Al di fuori dei collegi urbani di Torino, Milano e Genova, la coalizione a trazione leghista vincerebbe tutti i collegi del Nord Ovest. Nella componente maggioritaria, insomma, l’eventuale riproposizione di un’intesa demogrillina avrebbe la meglio. Più equilibrata la situazione nella quota proporzionale. Stesso scenario al Senato, dove i giallo-rossi avrebbero 101 seggi e il centrodestra si fermerebbe a 93. Anche in questo caso sarebbe la quota maggioritaria a fare la differenza. Se invece si ricalcolano i dati attraverso un proporzionale con sbarramento al 3 per cento, il risultato sarebbe di sostanziale pareggio. Anche Demopolis ha fatto una prima simulazione, giungendo a risultati simili: incerto l’esito se si votasse con il Rosatellum ma Pietro Vento, direttore dell’istituto, ammette che «un’intesa Pd-M5S-Renzi potrebbe essere un fattore decisivo.

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