La strategia per il super green pass per i lavoratori, ma scaglionato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-04

I tempi sono maturi per il nuovo decreto. Nonostante la fronda Lega-M5S che sembra aver alzato un muro, il provvedimento potrebbe entrare in vigore nel giro di alcune settimane. Secondo un calendario differenziato

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Il Super green pass esteso al mondo del lavoro è in dirittura d’arrivo. Nei prossimi giorni – già domani potrebbe arrivare la prima indicazione dal Consiglio dei Ministri – si dovrebbe procedere alla stesura del nuovo decreto che estenderà la certificazione verde rafforzata (da vaccino o da guarigione) a tutti i lavoratori. Nonostante le resistenze del ricreato asse Lega-M5S, infatti, il Presidente del Consiglio Mario Draghi vuole dare seguito a quanto già detto nel corso dell’ultimo cdm del 2021, quando i rappresentanti del governo si erano dati appuntamento all’anno nuovo a Palazzo Chigi con la “promessa” di affrontare questo tema.

Il Super Green Pass lavoro si farà, ma sarà scaglionato

Probabilmente, però, sarà stilato un calendario ben preciso con differenziazioni tra lavoratori nel settore pubblico e quelli nel privato (all’interno di questa categoria potrebbero rientrare anche gli “autonomi”). Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, il decreto per estendere l’utilizzo del Super Green pass lavoro al mondo del “pubblico” è già pronto e dovrebbe entrare in vigore a partire dal mese di febbraio. In quei giorni, secondo il calendario già stilato dal dl festività, diventerà effettiva anche la riduzione da 9 a 6 mesi della validità della certificazione verde rafforzata. Poi si dovrebbe procedere, in modo scaglionato, al settore privato.

Una delle proposte è quella di prevedere per il settore privato una sorta di road map, in modo da introdurre l’obbligo procedendo per comparti senza mettere in affanno alcune realtà produttive che, complice l’impennata dei contagi, sono già in difficoltà per le assenze e le scarse presenze.

Perché se dopo la certificazione verde rafforzata estesa nei mesi scorsi al personale medico-sanitario, a quello scolastico e alle forze dell’ordine ha lasciato fuori dal “settore pubblico” un numero molto basso di lavoratori, nel privato ci sono milioni e milioni di lavoratori. Ed è lì che è contenuta la fetta più consistente dei cittadini che ancora non si sono vaccinati (si parla di un totale di circa 5,5 milioni di persone).

E da parte del settore privato arrivano rinnovati appelli affinché si proceda al più presto all’obbligo vaccinale o, in seconda istanza, al Super Green Pass lavoro. Perché se il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha già fatto sentire la sua voce in quella direzione, al coro di chi chiede una stretta per evitare il rischio di bloccare nuovamente il Paese si aggiunge anche Alberto Bombassei, fondatore di Brembo. Intervistato dal quotidiano La Stampa, l’imprenditore vicentino ha spiegato:

“Per entrare in fabbrica, negli uffici, nei posti di lavoro, bisogna essere vaccinati. Sono favorevole prima di tutto per il rispetto che meritano le nostre persone, la cui salute va salvaguardata. E poi per rispetto verso i nostri colleghi, che devono poter lavorare con serenità”.

L’altro passaggio potrebbe essere l’obbligo vaccinale, ma secondo Bombassei il passaggio politico (e parlamentare) di un provvedimento simile richiederebbe dei tempi troppo dilatati. Per questo motivo la soluzione, anche tempistica, potrebbe essere quello di un decreto per estendere l’utilizzo della certificazione verde rafforzata.

Cosa rischia chi ne è sprovvisto

Nel testo del prossimo dl che potrebbe essere licenziato dal governo, saranno inseriti anche i paletti con le sanzioni per chi non si è immunizzato (anche per questo motivo la norma non entrerà in vigore immediatamente, ma solo dopo alcune settimane per permettere a tutti di prenotare e ricevere il vaccino). Come riporta Il Sole 24 Ore, infatti, la trattativa a Palazzo Chigi si sposterà su questo argomento. E le norme già in vigore potrebbe essere estese:

Per tutti costoro, dallo scorso 15 ottobre, è in vigore la normativa sul green pass “semplice”, che considera, chi non ce l’ha, come assente ingiustificato, con conseguente sospensione dal lavoro (dopo il quinto giorno di assenza) e lo stop alla retribuzione dal primo giorno di assenza (non ci sono invece conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del posto di lavoro, cioè non si può essere licenziati neppure per giustificato motivo). Con l’arrivo del super green pass si replicherebbe questo apparato sanzionatorio (forse con qualche piccolo aggiustamento).

Sospensione dal lavoro (fino alla fine dello stato di emergenza) e dello stipendio. Entrambe le misure saranno bloccate dall’immunizzazione e dal 31 marzo. Almeno per il momento.

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