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Stamina: il patteggiamento di Davide Vannoni e la rabbia dei suoi ex sostenitori
di Chiara Lalli
Pubblicato il 2015-01-27
Stamina finisce miseramente, per Vannoni un anno e dieci mesi di reclusione con la condizionale e la non menzione della pena nel certificato penale
Ecco le ultime agenzie sul patteggiamento di Davide Vannoni (Stamina: Vannoni patteggia 1 anno e 10 mesi, ok Procura, ANSA): «Un anno e dieci mesi di reclusione con la condizionale (che permette di evitare il carcere) e la non menzione della pena nel certificato penale. Questa la proposta presentata oggi dal padre della metodica Stamina, Davide Vannoni, per uscire dal processo in cui è accusato di associazione per delinquere. Il pubblico ministero, Raffaele Guariniello, ha dato il via libera alla sua richiesta, e ora si aspetta solo la decisione del gup, Giorgio Potito, prevista per il 18 marzo. Il patteggiamento “non è una condanna e non è un’ammissione di colpevolezza”, rivendica un post comparso giorni fa su una delle pagine Facebook di Vannoni. “Però – ribatte Guariniello – vuol dire che si accetta l’applicazione di una pena”. Il pm, insieme ai carabinieri del Nas, può dirsi soddisfatto: “Le richieste di patteggiamento ristabiliscono la verità scientifica sul metodo Stamina”. E in procura, codice alla mano, fanno notare che il giudice permette a un imputato di patteggiare “se non deve essere pronunciata sentenza di proscioglimento”. La strada di Vannoni è stata imboccata da altri cinque imputati, che hanno concordato pene variabili dai dodici ai venti mesi di reclusione. Anche il medico Marino Andolina, da Trieste, braccio destro di Vannoni, adotterà quasi certamente questa soluzione. Degli altri imputati, due hanno optato per il rito abbreviato; gli ultimi quattro, quelli del cosiddetto “gruppo bresciano”, legato all’attività di Stamina agli Spedali Civili della città lombarda, procederanno con l’ordinario mirando direttamente al proscioglimento. Decisivo, per ottenere il parere favorevole di Guariniello, è stato l’annuncio da parte di Vannoni di ritirare il ricorso al Tar del Lazio contro i provvedimenti targati Ministero della Salute e Comitato scientifico che bocciarono Stamina. La mossa, come si legge nel documento consegnato al tribunale dal magistrato, manifesta “la volontà di Vannoni di astenersi in futuro dal commettere comunque e ovunque i reati ascrittigli”. In altre parole, secondo l’interpretazione che ne dà la procura, a non proseguire con Stamina né in Italia né altrove. “Con il patteggiamento – commenta Federico Gelli, deputato del Pd e membro della commissione Affari sociali – è stata messa la parola fine a una vera e propria truffa che ha creato false speranze in tante famiglie già duramente colpite. Ma adesso chi risarcisce i pazienti?”. Sarà necessaria una causa civile. Nel frattempo, però, l’avvocato Stefano Castrale, legale di alcune delle parti civili che si erano costituite contro Vannoni, fa notare che “chi patteggia non paga le spese di giustizia, che ricadono sulla collettività”. Spese che per il caso Stamina ammontano a 114.784 euro».
Le reazioni di alcuni suoi ex sostenitori sono dure. Come quella di Mario poco fa: «Ti auguro tutto il bene della vita PROFESSO’ ma non ti auguro MAI di re-incrociare gli sguardi di quei genitori INCAZZATI!!!».
Sempre Mario lo scorso 23 gennaio scriveva: «Se cosi fosse (ancora non voglio crederci) Davide Vannoni ha preso in giro tutto e tutti».
Alcuni postano la propria amarezza direttamente sul profilo di Vannoni.
La parte più straziante è forse l’illusione che la «terapia» funzionasse e che la ragione per cui (tardivamente) è stata fermata abbia a che fare con interessi non meglio specificati (o specificabili).
Davide Vannoni qualche giorno fa aveva rimandato alla spiegazione di «patteggiamento»: «Tanto per chiarire le idee ai giustizialisti e ai superficialotti del diritto (in primis diversi giornalisti)». Nessuno sembra essere stato soddisfatto dal chiarimento tecnico.
E così la misera storia di Stamina dovrebbe concludersi. Con molti mesi di ritardo e un sacco di soldi sprecati.
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