Opinioni
Miracolo! Sono improvvisamente scomparsi quelli che dicevano che i morti per Coronavirus non erano poi così tanti
di dipocheparole
Pubblicato il 2020-05-05
Quando la scienza avrà finito di lavorare su SARS-CoV-2 dovrà assolutamente dedicarsi a risolvere un altro mistero assolutamente non glorioso: la repentina scomparsa di quelli che sostenevano che il Coronavirus SARS-COV-2 alla fine non era poi così cattivo perché “i numeri non sono così tragici come dicono governo e virologi”. La storia del Coronavirus che […]
Quando la scienza avrà finito di lavorare su SARS-CoV-2 dovrà assolutamente dedicarsi a risolvere un altro mistero assolutamente non glorioso: la repentina scomparsa di quelli che sostenevano che il Coronavirus SARS-COV-2 alla fine non era poi così cattivo perché “i numeri non sono così tragici come dicono governo e virologi”. La storia del Coronavirus che alla fin fine non è poi così male è circolata sin dall’inizio dell’epidemia, grazie al contributo fattuale di personalità del calibro di Maria Rita Gismondi. Ma ha avuto il suo più alto momento di gloria grazie a Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, autori di un pensoso tomo che metteva in dubbio i decessi in Italia. La riflessione, ospitata dapprima da testate del calibro di Libero (LOL) e il Giornale (straLOL), è finita anche sul Sole 24 Ore (e lì tuttora rimane nonostante le smentite) non perché corretta (non sia mai che qualcuno rispetti la verità), ma perché funzionale agli interessi dell’editore (Confindustria).
Già all’epoca la faccenda venne smentita dall’ISTAT che spiegò che il numero dei decessi si riferiva soltanto ad alcuni comuni. Naturalmente questo servì a poco perché non si sa mai cosa tramano all’Istituto di Statistica il cui capo è stato scelto da Matteo SalvinOHWAIT!. Ma oggi i dati veri sono a disposizione di tutti (anche se, incredibilmente, non contano ancora il 100% dei comuni) e la risposta è chiarissima.
Eppure i nostri eroi di Libero, Giornale e Sole, che pubblicano cazzate tanto poi al massimo si rettifica e a volte manco quello, sono silenti. Non una parola a proposito di quanto pubblicato qualche giorno prima, non un accenno alle fregnacce sparate in homepage, non uno “scusa” magari pronunciato a bassa voce e con la testa rivolta da un’altra parte per non guardare negli occhi. Perché si vede che questi qui sono scarsi in quella virtù che, da quando l’uomo è sceso dagli alberi, spinge l’uomo a migliorarsi: il senso della vergogna.
EDIT: Il professor Becchi ci fa sapere che è falso che sia scomparso:
Falso. Non sono scomparso. Ho già espresso qui a caldo il mio pensiero e mi riservo di farlo a breve in modo più approfondito.
— Paolo Becchi (@pbecchi) May 5, 2020
Attendiamo che sciolga la riserva sul farlo “in modo più approfondito dell’ISTAT (LOL), ma gli segnaliamo che nell’ultimo paragrafo di questo pezzo non parliamo mica di lui, ma di quelli che lo pubblicano.