I sondaggisti e l’uscita dall’euro che spaventa gli elettori

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-29

Piepoli: il bacino di voti potenziale della Lega appartiene a un’area di tipo fascista e ultranazionalista, che in Francia ha un limite intorno al 35%

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La Stampa riepiloga oggi cosa pensano i sondaggisti dell’attuale situazione politica e dell’issue emergente che animerà il dibattito pubblico nei prossimi mesi, ovvero dell’uscita dall’euro che ha fatto irruzione durante la caduta del tentativo di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Com’era ampiamente prevedibile, la tematica è un’arma a doppio taglio: se da una parte le affermazioni del tipo “i ministri ce li scegliamo noi italiani, non l’Europa” provocano il prevedibile ruggito della platea, dall’altra quella di uscire dall’euro e cambiare moneta è un’opzione che non vede molti entusiasti.

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Sondaggi SWG, Il Messaggero, 29 maggio 2018

Antonio Noto spiega che attualmente il fronte sovranista è in vantaggio perché «c’è stata una forte discrepanza: Di Maio e Salvini hanno comunicato molto le loro posizioni, su tutti i media, mentre il Presidente della Repubblica si è limitato a un’intervento» mentre forse ci sarebbe voluto un atto più solenne, magari un «messaggio a reti unificate». Ma molto dipende anche dagli schieramenti con cui si andrà a votare, un’alleanza Lega-M5S potrebbe perdere qualche voto perché «in politica 1 più 1 non fa mai 2, ma spesso fa 1,5…». E a quel punto anche i partiti europeisti dal Pd a Fi potrebbero optare per un fronte comune «perché sennò rischiano di essere polverizzati. E la partita si riaprirebbe».

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L’infografica dell’Istituto Cattaneo sull’ipotesi di alleanza M5S-Lega

Ma c’è chi aggiunge qualcosa in più, come Fabrizio Masia di EMG che segnala il rischio dell’arma a doppio taglio che può cambiare il corso di questa campagna elettorale: «Fi e Fdi valgono circa il 19% complessivamente e il centrosinistra da LeU al Pd non arriva al 25%. Ma bisogna vedere come l’opinione pubblica metabolizzerà quello che è successo e come e quando si andrà a votare». Il più chiaro di tutti è Nicola Piepoli, convinto che il bacino di voti potenziali per la Lega abbia un limite strutturale:

«È un’area di tipo fascista, ultranazionalista. In Francia ha un limite intorno al 35%». Lo stesso si può pensare in Italia, ma «qui i voti di Salvini sono concentrati al Centronord… Insomma, la capacità di espansione di Salvini è di qualche punto percentuale. E la maggioranza degli italiani capisce che Mattarella ha agito per difendere il Paese, i nostri risparmi».

Leggi sull’argomento: Giancarlo Giorgetti e la clamorosa coerenza della Lega sull’euro

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