I sondaggi sulle elezioni regionali: Puglia e Marche decisive

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-18

Il Pd accarezza quella che è più di una suggestione: evitare una dèbâcle che sembrava annunciata, centrando un pareggio (3-3) o addirittura un successo per 4-2

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Oggi Emanuele Lauria su Repubblica parla dei  sondaggi sulle elezioni regionali dal punto di vista del Partito Democratico: secondo il pezzo, solo nel Veneto c’è un risultato dato per sicuro, ovvero la vittoria di Luca Zaia, che per Tecné è avanti di 50 punti rispetto al candidato del centrosinistra Arturo Lorenzoni.

Il centrodestra ha concrete chance di successo anche in Liguria, dove Giovanni Toti è accreditato sempre da Tecné di un risultato oltre il 51 per cento, con almeno 8 punti di margine sull’avversario dell’asse Pd-M5S, Ferruccio Sansa. Ma le certezze, per la coalizione di Salvini, finiscono lì. Perché in Campania è rassicurante il vantaggio personale del pd Vincenzo De Luca sul forzista Stefano Caldoro: sei punti che, con l’effetto traino delle 15 liste del centrosinistra, possono anche diventare di più. E in Toscana, dove le distanze sono inferiori, tutte le rilevazioni danno Eugenio Giani davanti alla candidata salviniana Susanna Ceccardi. Decisive, per l’esito del match, saranno le sfide in Puglia e nelle Marche.

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Certo, bisogna osservare che proprio nelle due regioni i candidati non sono uomini di Salvini ma di Fratelli d’Italia, e questo non può che risultare significativo. E l’ottimismo dei dem nasce proprio da qui.

Dal fatto che, malgrado siano in corsa una candidata grillina (Antonella Laricchia) e un esponente di Italia Viva (Ivan Scalfarotto), in Puglia il governatore uscente Michele Emiliano riesce a restare in partita e si profila un testa a testa con Raffaele Fitto. «Il risultato pugliese è al momento imponderabile ed è la vera incognita della tornata elettorale», dice Pietro Vento, direttore dell’istituto Demopolis. E questo è già un dato di speranza per chi, ai piani alti del Pd, ha tentato invano di azzerare il divario con il centrodestra facendo un accordo con i 5S. «Le abbiamo tentate tutte per convincere gli alleati di governo a far prevalere il progetto sui personalismi – dice il ministro Francesco Boccia -. A questo punto prendiamo atto che la missione è fallita. Vorrà dire che  l’alleanza la faremo con l’elettorato di 5Stelle, con un chiaro appello al voto disgiunto e con l’impegno di ciascuno di noi a favore di Emiliano».

Non è escluso che anche il premier Giuseppe Conte sbarchi in Puglia nell’ultima settimana prima del voto. E in bilico ci sono anche le Marche, l’ultima regione in cui si sta cercando di costruire un’alleanza fra Pd e M5S. Lo staff di Di Maio conferma che l’ex capo politico del movimento sta lavorando per una soluzione che potrebbe essere in linea con l’esito del voto sulla piattaforma Rousseau che ha aperto ad accordi locali con altre forze politiche: la difficoltà sta nelle resistenze dei parlamentari marchigiani e nel fatto che i 5s hanno già in campo un candidato, Mario Mercorelli, votato sempre su Rousseau (ma oltre sei mesi fa). Il segretario del Pd Nicola Zingaretti attende una risposta a stretto giro, e il tempo che scorre verso il termine per la presentazione delle liste non depone a favore dell’intesa. La giornata di oggi sarà quella decisiva.

Il Pd accarezza quella che è più di una suggestione: evitare una dèbâcle che sembrava annunciata, centrando un pareggio (3-3) o addirittura un successo per 4-2.

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