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Emilia Romagna, i sondaggi e la tentazione di desistenza per il M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-11

In Emilia il vantaggio delle forze giallorosse sul centrodestra, sulla base del risultato delle Europee, è di 38 mila voti. La leghista ha un sondaggio che le dà 4 punti di vantaggio. Il governatore uscente ha due rilevazioni che gli assegnano due punti in più

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Il 26 gennaio si vota in Emilia Romagna per il rinnovo della giunta. Stefano Bonaccini(Pd) è il presidente uscente, in carica dal 2014. Mentre il centrodestra sembra orientato a sostenere una candidatura unitaria, quella di Lucia Borgonzoni (Lega), il centrosinistra sostiene la ricandidatura di Stefano Bonaccini ma il MoVimento 5 Stelle, dopo la sconfitta del patto civico con i dem in Umbria, ha stoppato le alleanze locali. I 5 Stelle, reduci dal 7,4% in Umbria (erano al 14,6 nel 2015), sono ora tentati dall’idea di non presentarsi, ma vertici M5S e parlamentari hanno idee opposte. Eppure, spiega oggi Repubblica, secondo i sondaggisti la mancata riproposizione (almeno formale) dell’alleanza con il Pd può rappresentare il male minore per Di Maio ma avrebbe il non trascurabile effetto di non fermare l’emorragia di consensi dei pentastellati. Racconta Emanuele Lauria:

«I flussi – afferma il politologo Salvatore Vassallo – ci dicono che i 5S, alle elezioni umbre, hanno subito una visibilissima frana di consensi verso il centrodestra, già avvertita in occasione delle Europee. La mia impressione è che i simpatizzanti grillini che potevano o volevano andare con Salvini l’hanno già fatto. Una grande parte dell’elettorato rimanente resterà a casa». Secondo Vassallo Di Maio è in un cul de sac: «L’alleanza con il Pd, in Emilia, sarebbe più ragionevole rispetto a quella che non doveva farsi in Umbria. Ma avendo fatto quell’errore strategico, ora i 5S sono quasi costretti a non ripetersi. E correre da soli, con un proprio candidato, sarebbe paradossale. In questo senso il sostegno indiretto al candidato del Pd può essere il male minore. Ma i nodi si aggrovigliano per Di Maio».

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I risultati del M5S nelle regioni (Corriere della Sera, 11 novembre 2019)

In Emilia il vantaggio delle forze giallorosse sul centrodestra, sulla base del risultato delle Europee, è di 38 mila voti, un gap che, secondo Ghisleri, l’assenza di M5S unita a quella di Italia Viva, potrebbe annullare.

Rinaldo Vignati, analista dell’istituto Cattaneo, sottolinea come i prossimi passaggi elettorali comportino gravi rischi per l’identità del movimento. «Dire implicitamente o esplicitamente ai propri elettori di votare per quello che definivano il partito di Bibbiano non è facile, ma non lo è neppure non presentarsi alle urne. Compito improbo stabilire quale sia l’opzione più conveniente: mi pare probabile che molti elettori M5S resteranno a casa. E ciò non potrà che avvantaggiare gli avversari. Ma le conseguenze di questa situazione, di un’identità sempre più precaria – dice Vignati – continueranno a farsi sentire».

Ecco quindi che il problema non potrà che ripercuotersi sui sondaggi che ballano per l’Emilia Romagna, dove attualmente diverse rilevazioni danno la vittoria di Bonaccini o Borgonzoni. Attualmente la leghista ha un sondaggio che le dà 4 punti di vantaggio. Il governatore uscente ha due rilevazioni che gli assegnano due punti in più.

Leggi anche: I sondaggi che ballano per l’Emilia Romagna

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