Società liquida

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-03-18

Delle volte mi chiedo perché l’Italia sia di fronte a queste gravi difficoltà economiche. Perché i nostri giovani emigrino all’estero. Perché soffriamo di carenze in laureati in materie scientifiche. Siamo un Paese potenzialmente ricco, dove si vive bene, con un clima meraviglioso… Poi, casualmente, ho a che fare con qualche mio ex-studente e finisco per …

article-post

Delle volte mi chiedo perché l’Italia sia di fronte a queste gravi difficoltà economiche. Perché i nostri giovani emigrino all’estero. Perché soffriamo di carenze in laureati in materie scientifiche. Siamo un Paese potenzialmente ricco, dove si vive bene, con un clima meraviglioso… Poi, casualmente, ho a che fare con qualche mio ex-studente e finisco per avere una risposta alle mie domande.

 

Più di una decina di anni fa ho avuto uno studente molto in gamba (era anche membro del Mensa, il club dei super-intelligenti). Purtroppo (per me) non scelse me come relatore di tesi. Dopo la laurea in Matematica, siccome trovava poco remunerativa la carriera da Matematico, decise di non intraprendere la carriera accademica e di lavorare come informatico. L’ho visto qualche giorno fa. Ha cambiato ulteriormente lavoro: adesso gestisce una palestra di cui è socio. Come mi diceva, questa scelta non solo è molto più gratificante da un punto di vista economico, ma anche da un punto di vista sociale. Nell’Italia attuale è visto “meglio” il manager di una palestra che un professore o un tecnico informatico. La Matematica che ha imparato nei corsi universitari gli serve solo come strumento logico per dargli una metodologia operativa nel prendere decisioni. Lo stesso giorno ho incontrato un altro mio allievo d’informatica. Lui ha messo su una piccola azienda di consulenza. Per integrare i profitti ha intrapreso anche una attività di bed & breakfast. Anche lui mi ha detto che paradossalmente l’attività di bed & breakfast non solo era più remunerativa di quella da informatico, ma che socialmente era valutata più sicura. Le banche prestano più volentieri soldi a uno che affitta piuttosto che a uno che lavora come informatico.
Infine, quasi lo stesso giorno, ho sentito un mio ex-studente che lavora a Monaco di Baviera. Mi ha detto che ha nostalgia dell’Italia e quasi quasi tornerebbe utilizzando la legge che abbatte i redditi generati in Italia. Però non si è ancora convinto di fare questo passo in quanto gli stipendi sono troppo bassi e la considerazione sociale per i laureati (scientifici) è troppo bassa. Un matematico sta bene nell’opulenta Germania, ma non in Italia. Tutti questi episodi dicono le stesse cose:

– In Italia le discipline scientifiche non sono sufficientemente valorizzate né socialmente né economicamente (retaggio dell’idealismo Crociano?). Si è preferito premiare (e si continua a preferire di premiare) attività a basso o zero valore aggiunto che non danno alcuna spinta alla crescita economica dell’Italia.

– La società è ormai sempre più liquida. Il legislatore fino ad adesso ha tenuto conto solo degli aspetti sociali e morali determinati dalla liquidità. Ha agito sui così detti diritti civili (divorzio, matrimonio omosessuale). Ma la società è soprattutto liquida nel mondo lavorativo. I modelli lavorativi difesi dal Sindacato (che in questo senso è una delle forze più conservative presenti in Italia) stanno diventando sempre più obsoleti e poco significativi. E’ antistorico poter pensare di poter ritornare ai modelli del passato. Bisogna lottare per rendere migliori i modelli attuali. Questa è una ragione della disaffezione verso i partiti tradizionali: il lavoratore vorrebbe che fossero difesi i diritti conquistati in un secolo di lotte operaie, vorrebbe continuare a percepire uno stipendio decente capace di garantirgli una vita dignitosa e trova solo partiti (ed anche organizzazioni religiose) interessati solo ai diritti di minoranze e non alla classe operaia/impiegatizia.

– Non si può continuare a perdere giovani qualificati. Aprire le frontiere a masse di lavoratori stranieri poco qualificati non ha risolto questo problema. Occorrerebbe cambiare i paradigmi economici su cui si fonda l’Italietta attuale per acquistare attrattività non solo verso i giovani Italiani costretti ad emigrare all’estero per avere uno stipendio dignitoso ma anche verso stranieri qualificati.

La competizione del futuro sarà basata sul Capitale Umano e noi stiamo perdendo questa battaglia sia costringendo i nostri giovani migliori ad emigrare e sia sotto-occupando quelli che decidono di restare nonostante tutto.

Leggi sull’argomento: L’innocente confusione di Greta Thunberg si può perdonare, quella degli adulti no

Potrebbe interessarti anche