I sindaci contro il 5G

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-05

Alcuni sindaci fermano la sperimentazione: Internet ultraveloce pericoloso per la salute. E le voci critiche spaccano il M5S

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Il complotto del 5G si arricchisce di nuovi protagonisti: i sindaci. I primi cittadini di alcuni dei 120 Comuni scelti per la sperimentazione si sono messi di traverso. Pompu, Segariu e Noragugume, i tre paesini-laboratorio della Sardegna hanno fermato il 5G. Poi è stata la volta di Cogne (Aosta), Ricaldone e Solonghello (Alessandria). L’ultimo a vietare le antenne è stato il sindaco di Scanzano Jonico, in Basilicata. Racconta oggi La Stampa:

Anche il Codacons si è unito alla rivolta e ha annunciato «una crociata contro la nuova tecnologia. Abbiamo scritto agli ottomila sindaci italiani chiedendo loro di adottare provvedimenti simili».  L’associazione dei consumatori ha anche presentato un esposto a 104 procure della Repubblica per indagare sui rischi per la salute. Il guru della rivolta è Maurizio Martucci, presidente del comitato Stop 5G: «Di questa nuova tecnologia si sa poco o nulla. Qualora ci sia anche un solo dubbio deve sempre prevalere il principio di precauzione per tutelare la salute dei cittadini». Il tam tam sui social ha diffuso numerose bufale sul 5G. Una semplice ricerca su Google ne svela decine (una su tutte: «Le radiazioni porteranno all’estinzione del genere umano»).

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Le rivoluzioni delle tlc (Il Messaggero, 29 marzo 2019)

I tecnoribelli, però, presentano come prove due studi scientifici indipendenti, uno dell’istituto Ramazzini di Bologna e uno dello statunitense National Toxicology Program: «Entrambi attestano il nesso tra i campi elettromagnetici creati da 2G e 3G e il cancro», sostiene Martucci. Gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità ribattono che quelle ricerche non sono applicabili al 5G. Intanto, il dibattito su Internet ultraveloce sta creando imbarazzo all’interno del M5S, creando una spaccatura.

Cataldo Curatella, presidente della commissione «Smart cities» nel Consiglio comunale di Torino e grillino della prima ora, ricorda le battaglie del Movimento delle origini per la tutela della salute: «Fa parte del nostro Dna. Da un anno proviamo a parlare con i nostri deputati ma ci hanno detto che sul 5G si è già deciso e non si torna indietro». La deputata Mirella Liuzzi, da parte sua, liquida le polemiche: «L’implementazione del 5G è stata approvata dalla base su Rousseau».

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