Il Fatto: il Senato restituisce i vitalizi a 700 politici

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-30

L’organo di giustizia del Senato ha già pronta una delibera – che dovrebbe uscire il 20 febbraio – che restituisce i vitalizi a 700 politici.  Vengono annullati i tagli in vigore dal 2018: in fumo 22 milioni all’anno

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Oggi il Fatto scrive in un articolo a firma di Ilaria Proietti che l’organo di giustizia del Senato ha già pronta una delibera – che dovrebbe uscire il 20 febbraio – che restituisce i vitalizi a 700 politici.  Vengono annullati i tagli in vigore dal 2018: in fumo 22 milioni all’anno. Nell’ottobre 2018 il consiglio di presidenza aveva messo in votazione il documento con un testo identico a quello di Montecitorio per la cancellazione dei vitalizi: 10 i voti a favore e un astenuto. Il 5 gennaio Il Tempo aveva scritto che l’orientamento dei parlamentari-giudici era chiaro: la delibera dell’ufficio di presidenza, guidato dalla numero uno del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha imposto il ricalcolo con il metodo contributivo degli assegni degli ex parlamentari, andava annullata e quindi veniva cancellata la riduzione dei compensi mensili che è arrivata, in alcuni casi, anche all’80%, benché in media la nuova normativa abbia previsto una decurtazione dei vitalizi del 45%. Oggi il quotidiano di Travaglio dice che la delibera è stata addirittura già scritta:

Eccolo qui: la delibera del 2018 con cui il Senato si è adeguato ai tagli imposti mesi prima dalla Camera sarà cancellata perché “si sostanzia in una totale rimozione di provvedimenti di liquidazione a La scheda ora tocca alla Camera suo tempo legittimamente adottati in riconoscimento e attuazione del diritto assicurato dalle norme allora vigenti e impone, anche dopo più decenni, una nuova liquidazione sulla base di una diversa disciplina che introduce criteri totalmente diversi, con assoluta negazione del legittimo affidamento”. E ancora. La delibera del 2018 è un intervento “non in linea con gli insegnamenti della Corte Costituzionale” perché, per la commissione Caliendo, il vitalizio sarebbe equiparabile alla pensione.

Anzi un po’ meno, ma fa lo stesso.”Il vitalizio ha una connotazione previdenziale, quanto meno prevalente che lo rende soggetto alle regole e ai principi affermati dalla Corte Costituzionale… che ammette che tali trattamenti possano essere modificati solo a certe condizioni e ponendo limiti a mutamenti peggiorativi”. In soldoni vuol dire che il Senato, se proprio lo vorrà, potrà al massimo pretendere dai suoi ex inquilini un contributo più “ragionevole” del taglio oggi in vigore e che sia soprattutto limitato nel tempo. La delibera del 2018 che ha invece imposto per sempre il ricalcolo su base contributiva facendo dimagrire sensibilmente gli assegni va dunque cestinata.

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Il presidente della Commissione è Giacomo Caliendo. Di questa fanno parte oltre ai due membri laici Martellino e Alessandro Mattoni anche i senatori Simone PilIon della Lega e Alessandra Riccardi del M5S.

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