“Se vuole, recito una preghiera”, Salvini perde la pazienza dopo esser stato incalzato con domande sui rapporti con Putin | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-21

L’argomento tocca ancora da vicino il leader della Lega a causa di vecchie posizioni del passato (anche recente)

article-post

Quel che stupisce delle reazioni di Matteo Salvini quando viene incalzato con domande su Putin è lo stupore. Dopo anni passati a rilasciare dichiarazioni in sostegno del capo del Cremlino (indossando felpe e magliette diventate fuori moda), è paradossale che un leader di un partito che per moltissimo tempo ha stretto accordi politici con Russia Unita (proprio il partito di Putin) si stranisca e decida di non rispondere alle domande. E quando lo fa, punta il dito contro gli altri. Ed è accaduto nuovamente questa mattina quando, ospite di Simone Spetia a 24 Mattino (su Radio 24) il segretario del Carroccio ha perso le staffe in diretta.

Salvini si arrabbia per le domande sui rapporti con Putin

“Si è pentito del rapporto politico (non di quello istituzionale) con Putin?”, questa era la domanda con cui il conduttore ha voluto chiudere il capitolo di quell’intervista radiofonica partita inevitabilmente dal caso Russia (soprattutto all’indomani di quella dichiarazione in cui ha detto di aver cambiato idea sul capo del Cremlino dopo la guerra in Ucraina). Un interrogativo arrivato dopo aver più volte provato a ottenere una risposta esplicativa, ma con il leader della Lega che aveva passato il tempo a puntare il dito contro gli altri. Ma questa insistenza ha provocato la sua ultima risposta stizzita.

“La guerra cambia ogni tipo di valutazione. Ma mi scusi, io a 3 giorni dal voto, devo venire a confessarmi in diretta su Radio24 e dire che ho avuto, come tutti i leader occidentali, rapporti con Putin? Io preferisco parlare dell’azzeramento della legge Fornero. Ma cosa le devo dire? Se vuole, recito una preghiera. Mamma mia, con la radio di Confindustria pensavo di parlare di economia”.

La preghiera non è arrivata, così come la risposta che è assente. Perché il Putin di oggi era lo stesso che nel 2014 andò avanti con l’annessione della Crimea. Lo stesso che era difeso da Salvini che protestava (come scritto sulle sue magliette) contro le sanzioni alla Russia. Putin, infatti, è stato sempre lo stesso nel corso degli anni. Il leader della Lega se ne è accorto solo ora, a pochi giorni dal voto.

Potrebbe interessarti anche