Scissione M5S: i venti deputati in crisi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-05

Il malumore di ex ministre come Giulia Grillo e Barbara Lezzi, furibonde con Di Maio per l’esclusione dal governo. Mentre diversi tra Camera e Senato che riflettono sul da farsi, con il senatore Ugo Grassi che rimane il primo in bilico

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Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Luca De Carolis e Paola Zanca racconta che i venti di scissione agitano il MoVimento 5 Stelle non solo al Senato, ma anche alla Camera dove ci sarebbe una ventina di deputati pronta a dar vita a una componente autonoma:

Da giorni arrivano “strani segnali”, raccontano. Per esempio quattro deputati starebbero cercando un soci al media manager per gestire in via autonoma la comunicazione, parola che dentro il M5S fa sempre rima con potere. E nella votazione di tre giorni fa per gli incarichi a Montecitorio, fanno notare, c’è stato un flusso di voti verso grillini diversi da quelli spinti ufficialmente dal Movimento e poi eletti: il capogruppo uscente Francesco D’Uva, diventato questore, e Luigi Iovino, dimaiano scelto come segretario d’Aula.

E poi ovviamente ci sono le voci, che raccontano un malessere “diffuso”. Un clima plumbeo che trabocca da chat e conciliaboli, e che traspare nelle trattative per arrivare a un nuovo capogruppo. Martedì prossimo il nuovo presidente del gruppo dovrà essere votato dai deputati, ma è assai improbabile che si arrivi a un verdetto, visto che per essere eletti nella prima tornata bisogna superare il 50 per cento dei voti: difficile, con tre candidati in corsa e un gruppo diviso.

20 deputati m5s scissione

Per questo, è la sensazione dei vertici, le indiscrezioni su una mini-scissione si stanno rafforzando: ossia vengono alimentate da chi sollecita posti e attenzione anche per i malpancisti. Attenti a non esporsi in prima persona, ma attivissimi nel lanciare segnali. Nona caso,il capo politico Luigi Di Maio ha detto più volte in privato di non voler essere “tirato in mezzo” nella questione.

Perché vede il gioco di nervi in controluce, più facile in un Movimento squassato da polemiche e rancori. Ieri alcuni dissidenti hanno lanciato “la carta di Firenze”per rifondare il M5S. Ma a pesare è il malumore di ex ministre come Giulia Grillo e Barbara Lezzi, furibonde con Di Maio per l’esclusione dal governo. Mentre diversi tra Camera e Senato che riflettono sul da farsi, con il senatore Ugo Grassi che rimane il primo in bilico.

Leggi anche: Chi saranno i misteriosi Grillini Anonimi della Carta di Firenze 2019?

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