Sardegna: l’assalto di Solinas e del centrodestra alle spiagge

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-04

Un disegno di legge del centrodestra mette a rischio la tutela del paesaggio e delle spiagge. «La cancellazione dei vincoli del Ppr – denunciano Italia nostra e Wwf Sardegna – aprirebbe la via all’assalto degli speculatori e per la Sardegna sarebbe un disastro. Se la proposta fosse approvata il giorno dopo la sua eventuale emanazione faremmo ricorso alla Corte costituzionale».

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Il Manifesto racconta oggi in un articolo a firma di Costantino Cossu che nei giorni scorsi il centrodestra ha presentato in consiglio regionale una proposta di legge con un titolo che all’indicazione di un piatto intento burocratico abbina una strabiliante intenzione ermeneutica: «Modifiche alla legge regionale 20 dicembre 2019 numero 22 e norme di interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale». Le «modifiche», spiega il quotidiano, altro non sono che una proroga. L’interpretazione «autentica», invece, mira a scardinare il Ppr.

Sardegna: l’assalto di Solinas e del centrodestra alle spiagge

La proroga riguarda il piano casa del 2008 che era stato recepito dalla giunta ragionale sarda del centrodestra nel 2009, trasformandosi in un provvedimento rinnovato in anno in anno. Una misura utile, in realtà, non al rilancio dell’economia ma a giustificare deroghe permanenti ai piani urbanistici comunali e all’intera pianificazione urbanistica. «Uno strumento – denunciano Italia Nostra e Wwf Sardegna – che, ben lungi dall’avere dato ossigeno all’edilizia (nell’isola il settore negli ultimi anni ha perso oltre il 50% degli addetti), ha stravolto interi centri urbani con la creazione di mostruosi edifici slegati dai contesti urbanistici». Veniamo ora al pericolo maggiore: l’interpretazione «autentica» del Ppr che la legge proposta dal centrodestra si propone di attuare.

Il Piano paesaggistico regionale, preso a modello in mezza Europa, in sedici anni di applicazione è  passato indenne, grazie a ripetuti interventi della magistratura amministrativa e del ministero dei beni culturali, attraverso innumerevoli tentativi di stravolgimento da parte di tutte le giunte regionali che sono seguite alla giunta Soru, che lo ha approvato. Ora il centrodestra ci riprova ancora, introducendo in un testo di legge che apparente mente serve soltanto a prorogare il Piano casa una norma intrusa, con cui si chiede di cancellare la pianificazione congiunta Regione-Governo prevista dal Ppr gli interventi urbanistici non soltanto sulle coste ma anche sui beni identitari (ad esempio paesaggi e siti archeologici) e sulle zone agricole.

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Il Golfo Aranci in Sardegna (foto da: Wikipedia)

«Attualmente – spiegano Italia nostra e Wwf Sardegna – ogni modifica dei piani paesaggistici delle varie Regioni deve seguire il rigido protocollo previsto da Codice dei beni culturali, che prevede che gli strumenti di pianificazione urbanistica regionali siano parte di un accordo tra pubbliche amministrazioni: da una parte lo Stato, dall’altra una delle Regioni. In nessun caso i piani di tutela regionali possono essere modificati unilateralmente da una delle amministrazioni contraenti, tanto meno se l’obbiettivo è quello di eliminare le tutele paesaggistiche della fascia costiera». E invece proprio questo vuole ottenere la proposta di legge presentata in consiglio regionale da un centrodestra sardo sul tema compattissimo. Interpretazione «autentica» significa infatti interpretazione «autonoma»: decide la giunta regionale come cambiare il Ppr, senza che il ministero dei beni culturali possa più metterci becco.

«La cancellazione dei vincoli del Ppr – denunciano Italia nostra e Wwf Sardegna – aprirebbe la via all’assalto degli speculatori e per la Sardegna sarebbe un disastro. Se la proposta fosse approvata il giorno dopo la sua eventuale emanazione faremmo ricorso alla Corte costituzionale».

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